Vi abbiamo già spiegato molte volte il problema del secondary ticketing, sebbene qualche ingenuo sia ancora convinto che questo rappresenti un metodo alternativo per rincorrere in extremis i biglietti dei concerti dei propri idoli, quando si tratta nella realtà di un’orribile pratica che ha il solo scopo di acquistare e poi rivendere i biglietti a un prezzo decisamente maggiorato rispetto al normale.
Una sorta, quindi, di bagarinaggio semi-autorizzato, oramai ancora più messo in luce dalla nascita delle piattaforme ufficiali per la rivendita di biglietti tra i fan (al prezzo normale).
Non a caso, la stessa Agcom ha chiarito che il noto sito Viagogo, uno degli attori principali in questo campo, ha messo in vendita biglietti per almeno 131 eventi con prezzi maggiorati anche di sei o sette volte rispetto al reale.
Sono state accertate violazioni delle norme sulla vendita o sul posizionamento sul sito di titoli di accesso per eventi di artisti come Maneskin, Vasco Rossi, Green Day, Dua Lipa, Sting, Pearl Jam, Placebo, Cesare Cremonini, Paolo Conte e Andrea Bocelli.
“Viagogo” cita una nota dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni “gestisce una piattaforma globale di vendita online sul mercato secondario di biglietti di eventi e non risulta essere titolare di sistemi di emissione. La normativa di riferimento – articolo 1, comma 545, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 – vieta la vendita o qualsiasi altra forma di collocamento di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da soggetto diverso dai titolari, anche sulla base di apposito contratto o convenzione, dei sistemi per la loro emissione.
Viene fatta salva unicamente la vendita ad un prezzo uguale o inferiore a quello nominale di titoli di accesso ad attività di spettacolo effettuata da una persona fisica in modo occasionale, purché senza finalità commerciali“.
Per arrivare a questi accertamenti si è mosso soprattutto il Gruppo Radiodiffusione Editoria del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, le cui investigazioni hanno portato alla luce il ruolo di VIagogo come “hosting attivo” nella gestione della rivendita dei biglietti.
Il provvedimento ha quindi portato alla sanzione di 23,5 milioni nei confronti della società Viagogo ed alla rimozione dei contenuti illeciti ancora presenti sul sito entro 7 giorni (il sito era infatti down già da un po’ di tempo).
La speranza è che ora la sanzione non venga modificata dal TAR.
Non c’è dubbio che nella gestione ufficiale dei biglietti per concerti e spettacoli ci siano ancora molti aspetti che possono essere migliorati e zone d’ombra che sarebbe meglio “schiarire” al più presto, ma non esiste problema che possa giustificare la pratica del secondary ticketing, né per chi lo fa ma neanche per chi ne beneficia… se così si può dire, visti i prezzi…
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