Ai musicisti serve un albo professionale per tutelarsi? Una proposta che ricorre spesso, ma ha davvero un senso logico e un’altrettanto logica attuazione?
Albo professionale, cioé quel registro dove si raccolgono le generalità di tutte le persone “abilitate ad esercitare una professione regolamentata per legge“.
In Italia ne esistono molti di albi, pure troppi se ci si confronta con altri Paesi, tanto che a volte ci si domanda se non ce ne sia qualcuno da togliere di mezzo invece che da aggiungere… Comunque sia, professioni come quella degli avvocati, giornalisti, medici, artigiani di vario tipo (con grandi variabili, anche gli estetisti e i parrucchieri…), ecc. vengono regolamentate da questo tipo di organizzazione, che ruota sia intorno a precise leggi e regole, sia a un condice deontologico condiviso.
La stessa cosa potrebbe essere necessaria per i musicisti? Metterebbe davvero fine alle tante disparità del settore musicale? E come, con quali regole di accesso?
In questo estratto dalla nostra lunga diretta “Live Show a rischio” ci rispondono direttamente un esperto avvocato nonché fondatore dell’associazione Note Legali, Andrea Marco Ricci, e due musicisti di altissimo livello quali Alfredo Golino e Massimo Varini.
E vi anticipiamo che, malgrado sulla carta proprio queste figure professionali potrebbero trarne i maggiori benefici differenziandosi dai tanti “amatori”, la loro risposta non è affatto scontata, anzi…
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