Cari MusicOffili, riprendiamo il discorso da dove l’abbiamo lasciato nella prima puntata e affrontiamo subito il “dramma” che potrebbe capitare a molti, quello per cui la nostra stanza non è di fattura ideale per i nostri ascolti; tuttavia, finché un neurone e l’udito ci assistono, c’è sempre speranza, per cui una volta identificata la (o le) frequenza critica specifica del nostro ambiente di lavoro, possiamo intervenire con una trappola per i bassi, che possiamo costruirci o acquistare già fatta.Piccola premessa per tutti, in particolare per gli autocostruttori: il coefficiente di assorbimento dei classici pannelli in lana di roccia/vetro si riduce drasticamente al di sotto dei 125Hz, pertanto questo materiale, che ha una grande influenza dalla gamma medio-bassa in su, in basso non avrà la stessa efficacia.
Ovviamente per contenere il costo della nostra trappola possiamo usare i suddetti materiali, come si vede ad esempio in questo video, sovrapponendoli o arrotolandoli; contrariamente ad una leggenda metropolitana questi materiali non sono ritenuti cancerogeni! Sconsiglio l’uso del poliuretano espanso perché non è ignifugo essendo in classi inferiori di resistenza al fuoco, come da EN 13501-2 (norma generica sulla resistenza al fuoco di elementi costruttivi) recepita in Italia con DM 16/02/07, DM 09/03/07, circolare nr.1968 del 15/02/08 del Ministero dell’Interno.
Vi segnalo un altro interessante video sul posizionamento della trappola nella stanza, di sicuro vi tornerà molto utile.
Una volta risolto il problema delle frequenze inferiori per il nostro ambiente dedicato alla musica (perché non faremo solo ascolti e mix, ma magari qui vorremmo anche registrare), ora possiamo spostare la nostra attenzione alle frequenze fra i 125Hz ed i 4kHz: come potete vedere dal grafico degli strumenti più diffusi in questa gamma ci sono gran parte delle frequenze fondamentali degli strumenti più utilizzati ed i loro primi armonici, pertanto c’è la maggiore energia sonora.In questa gamma di frequenze tutto l’ambiente influenza notevolmente il suono, ad iniziare da pareti, pavimento e soffitto, proseguendo con porte e finestre e suppellettili presenti nella stanza. Queste ultime, tendenzialmente, possono essere spostate facilmente e per ridurre le riflessioni da porte e finestre basta usare delle semplici tende, eventualmente spesse e pesanti se il suono riflesso diventa fastidioso, tutto ciò senza dover ricorrere a costosi sistemi di correzione acustica.
Consideriamo il problema nel suo insieme perché esistono materiali riflettenti, quali un muro in cemento armato, un pavimento in pietra, ceramica o parquet, e materiali assorbenti quali tappeti, tendaggi, moquette, quadri ecc. La tipica misurazione professionale, come mostrato in questo video, è basata su un colpo di pistola e strumenti professionali per misurare il tempo di decadimento del segnale di 60dB (definito RT60) che in una sala piccola è ritenuto ottimale se di 0,6 secondi!
Una nota importante: i microfoni di misura possono essere di diverse classi, per il nostro scopo è necessario un microfono di classe 1 che generalmente è corredato della cosiddetta “tabella di calibrazione”, che ci fornisce una misurazione precisa al decimillesimo di dB di quel microfono. Come potete vedere in questo articolo di AudioAcoustic o in questo di Accudio, sconsiglio di affidarsi ad un microfono di classe 2, perché le sue tolleranze di produzione sono spesso superiori a quelle che dovrebbero essere!Se non potete accedere a misurazioni con microfoni di classe 1, fidatevi piuttosto delle vostre orecchie e della vostra conoscenza dello strumento che usate nel vostro ambiente, oppure fate un controllo molto semplice con il semplice battito di mani spostandovi lentamente nella stanza ed ascoltate attentamente (magari registrate con un microfono omni per avere un riscontro successivo alle vostre impressioni); così potrete trovare gli eventuali punti di risonanza della stanza, ossia quelli nei quali il suono è esaltato da materiali riflettenti, ed i punti acusticamente morti della stanza, per la vicinanza/contrapposizione di più materiali assorbenti.
Per risolvere questo problema la soluzione “a costo zero” che propongo è semplice: basta contrapporre una superficie riflettente ad una assorbente e viceversa, possibilmente a fasce o scacchi. Ovviamente questo approccio empirico necessita di grande pazienza ed oggettività critica nell’ascolto, quindi evitate di farlo con il caldo di questi giorni e magari fate una profonda respirazione prima!Altri riferimenti utili:
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