Cari MusicOffili, continuiamo i nostri approfondimenti sull’acustica del vostro studio personale e aggiungiamo, tanto per non farci mancar nulla, dramma su dramma con una situazione del genere: non possiamo spostare suppellettili, né fare interventi di alcun tipo, oltretutto la “nostra postazione” non può essere centrale e siamo messi all’angolo, ma… mica per questo vorremmo lasciar perdere quest’idea di avere il nostro spazio per registrare, mixare e masterizzare, oltre che ascoltare la nostra musica preferita, vero?Prima considerazione per questa condizione estrema: qualsiasi “oggetto acustico” collocato in un angolo avrà un incremento ambientale delle frequenze inferiori, quindi cerchiamo almeno di non metterlo parallelo alle pareti, anche se per la registrazione questa posizione potrebbe conferire un carattere sonoro interessante. Coscienti di questa problematica anche alcuni progettisti di monitor da studio hanno inserito controlli per ridurre questa interferenza dell’ambiente; il primo monitor ad affrontare in modo esauriente questa problematica fu il Mackie HR824 con controlli sia per “compensazione della stanza” che con due filtri taglia-basso @ 80Hz e 47Hz.Altra considerazione, derivata dal concetto dei “modi”: per evitare colorazioni, cercate di non collocare lo strumento da riprendere e/o i monitor in corrispondenza di un punto che sia in relazione diretta (metà, un terzo, un quarto, etc…) con le dimensioni delle pareti e/o dell’altezza dell’ambiente.Ovviamente evitate il posizionamento vicino superfici riflettenti, quali vetri e specchi, a meno che la colorazione del suono che otterrete sia necessaria per il vostro suono, magari per un brano specifico! Parlando di colorazioni entriamo nell’ambito delle non-linearità della risposta in frequenza, che risulta gradevole all’ascolto, un concetto che ci porta nella psicoacustica e nell’estetica dominante (per la quale si preferisce un microfono direttivo ad un omnidirezionale nonostante quest’ultimo magari, in un ambiente con acustica controllata, ci restituisca un maggiore realismo sonoro, come dimostrato da innumerevoli prove condotte da fonici, sperimentatori e progettisti visionari quali David Blackmer, che portò l’uso del VCA nell’audio… ma approfondiremo questi concetti in altri articoli, potete intanto trovare qualcosa seguendo questo link).I cosiddetti diffusori, ossia gli elementi che diffondono il suono nell’ambiente, sono ideali per ravvivare l’acustica mantenendo un controllo prevedibile, non casuale. Ho trattato per ultimi i diffusori in quanto spesso ci si pone il problema di “smorzare” il suono, ma una sala di ripresa o una sala mix non devono certo essere camere anecoiche!
Concludendo: la cosa più importante è, al solito, saper ascoltare il suono, capire per quale motivo in un punto della stanza è troppo vivo ed in un altro troppo “smorto”, quindi cercare di omogeneizzare l’ambiente per ottenere un suono che sia il più possibile universale e rendere pregi le eventuali pecche.
In commercio ci sono molte soluzioni, da quelle economiche a quelle sofisticate, non entro nel merito dei materiali o dei prodotti, ma se avete un budget per il trattamento acustico, interpellate tutti i costruttori/importatori per farvi il quadro più preciso possibile e decidere con il buon senso, perché i miei articoli sono stati un breve excursus cercando di smitizzare qualche leggenda metropolitana ed evitando luoghi comuni ed i… cartoni delle uova!
Se desiderate approfondire l’argomento acustica in tutti i suoi aspetti la Hoepli ha pubblicato in italiano la quinta edizione di Master handbook of acoustics di Frederick Alton Everest, Ken Pohlmann & altri , una vera bibbia!
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