Cari MusicOffili, ora che abbiamo posizionato i monitor nel modo migliore possibile nel nostro ambiente, per utilizzarli al meglio dobbiamo… ascoltare ascoltare ascoltare… dato che il woofer ha sicuramente sofferto per temperature ed umidità critiche che hanno alterato il materiale del suo cono (anche se di plastica o kevlar) durante viaggio ed immagazzinamento, prima delle sessioni di ascolto consiglio sempre di rodare i monitor con diverse ore di riproduzione di vari generi musicali e con volume in graduale aumento (questa prassi è consigliata in particolare per woofer e sub per concerti, che dovranno sopportare forti tensioni in ingresso, seppure in regime quasi-impulsivo).Per comprendere esattamente il comportamento dei nostri monitor ora possiamo dedicarci all’ascolto compulsivo dei nostri brani preferiti, magari soffermandoci su una strofa, un ritornello o un semplice giro ma alternando volumi alti e bassi. Gli studi sull’udito (dalle curve, nonostante il campione poco selettivo ed i limiti tecnologici degli anni ’30, di Fletcher & Munson dimostrano che a pressioni sonore (SPL – Sound Pressure Level) maggiori il nostro udito ha un comportamento più lineare, ma pressioni sonore elevate per lungo tempo danneggiano le nostre cellule ciliate!
Nota volante: questa terribile legge vale anche in sala prove, su palco… ovunque! Quindi cercate di limitare i volumi e/o lasciare riposare il vostro udito per qualche minuto ed interrompete del tutto quando cominciate a sentire sibili o, peggio ancora, un rumore nell’orecchio interno a frequenza basse, l’acufene è dietro l’angolo! Abituarsi ad ascoltare a livelli bassi ci consentirà di preservare il nostro udito nel tempo, imparare a captare meglio eventuali rumori di fondo, comprendere come potrebbe essere l’ascolto a pressioni sonore basse (ad esempio musica di sottofondo nei centri commerciali) del nostro mix che… a volumi alti suonava benissimo!
Cerchiamo di intervenire al minimo sui controlli di EQ et similia dei nostri monitor, magari piuttosto in attenuazione che in esaltazione, per lasciare maggiore gamma dinamica all’amplificazione.
Equalizzare? Meglio di no, se proprio non riusciamo ad avere un suono decente nel nostro ambiente usiamo, con un analizzatore serio, un microfono da misura di classe 1 ed un equalizzatore parametrico (piuttosto che un grafico, anche a 31 bande) per una maggiore selettività nell’intervento. Se i livelli d’ingresso del monitor non sono tarati in dB, cosa che ci consente di ottimizzarli rispetto al livello operativo dell’uscita della nostra scheda audio, teniamoli intorno a 3/4 di corsa, come consigliavano i “sacri testi” dell’audio analogico. Certo che, come diceva il mio maestro di Tai-Chi, ci dobbiamo sempre permettere la nostra ora di follia mensile ad alti volumi (o in una pasticceria…), ma sempre attenti a non farci male né a fare male agli altri! In tutti i casi evitiamo di usare livelli eccessivi con la cuffia ed in particolare con gli auricolari, anche se personalizzati e di alta qualità, perché agiscono direttamente verso l’orecchio medio, saltando le protezioni, seppur minime, date dall’orecchio esterno. Termino proprio con gli ascolti in cuffia/auricolari: questi sono i più critici perché non c’è nessuna interazione con l’ambiente esterno e ciò potrebbe portarci ad aumentare le quantità di riverbero nel mix o “ridurre” il fronte stereo degli strumenti ottenendo un segnale che in un ascolto diverso (casa, auto, aperto, ecc) suonerà artefatto! Aneddoto volante: anni fa mi fu chiesto quali monitor usare per mixare in 5.1 in una regia larga 1,8 metri, profonda 2,4 e alta 2, gli consigliai un impianto HT da pochi euro perché non aveva senso lavorare in 5.1 con monitor professionali posti a meno di 60 cm dal fonico! Sullo sweet spot del 5.1 (con i monitor laterali angolati di 30° e 110° rispetto al monitor centrale, mente il sub non ha problemi di posizionamento) ne sono state scritte e dette in tutte le salse, ma a prescindere dal posizionamento una distanza inferiore ad 1200 mm non consente di ottenere uno sweet spot decente. Breve addendum: se uno dei musicisti/amici vuole lavorare con i suoi monitor e li porta nel vostro studio, prima di iniziare a registrare e mixare con i nuovi monitor prendetevi del tempo per ripetere l’ascolto compulsivo di cui sopra, finché non comprendete perfettamente il suono dei nuovi monitor nel vostro ambiente e ne sapete ascoltare tutte le sfumature a bassi livelli e la potenza ai livelli sonori massimi.
Lo studio personale: gli ascolti #2
Cari MusicOffili, ora che abbiamo posizionato i monitor nel modo migliore possibile nel nostro ambiente, per utilizzarli al meglio dobbiamo... ascoltare ascoltare ascoltare... dato che il woofer ha sicuramente sofferto per temperature ed umidità critiche che hanno alterato il materiale del suo cono (anche se di plasti
Aggiungi Commento