Cari MusicOffili, dopo le tre puntate precedenti sappiamo qualcosina in più sull’acustica ambientale, adesso però è arrivato il momento di prendere un microfono e iniziare subito a registrare; certo, la prima domanda è su quale microfono usare e per quale strumento, fortunatamente la tecnologia dei microfoni ha conosciuto in questi ultimi 20 anni un forte sviluppo, in gran parte dovuto all’evoluzione delle capsule per la telefonia mobile (d’altronde il microfono stesso è derivato dalla telefonia), portandone a portata del nostro budget un’enorme varietà.
Quindi ora potremo scegliere il microfono più usato da tutti o cercare il microfono che ci dia un suono al di là dell’omologazione, per avere un qualcosa di più personale, ma come scegliere?Innanzitutto ci sono diversi tipi di microfoni ma i più diffusi sono i dinamici ed i condensatori: questi ultimi, grazie all’eccitazione della capsula tramite alimentazione in corrente continua (generalmente 48V, a volte 12V o altre tensioni) hanno una risposta impulsiva (o temporale) più rapida, anche rispetto ai microfoni a nastro, che sono recentemente tornati di moda per il loro suono “setoso” tipico dei crooner statunitensi.
Risposta ai transienti di un condensatore a capsula stretta , nastro e e dinamicoL’altra grande differenza riguarda la caratteristica polare, le più diffuse sono omnidirezionali e cardioidi; questi ultimi risolvono molte delle problematiche su palco o spazi ristretti e dove ci sono acustiche non controllate, mentre gli omni, proprio per la loro ripresa, catturano molto il suono dell’ambiente e le sue caratteristiche.
I microfoni a nastro (tranne un modello della Beyer Dynamic) sono caratterizzati dalla ripresa “8“, ossia con anteriore e posteriore rispetto al corpo del microfono (anche diversi microfoni a condensatore lo consentono); anche questo tipo di ripresa risente molto dell’ambiente circostante e non è certo adatta ad eventi con molte sorgenti sonore ravvicinate, come i palchi.
Ci sono microfoni che consentono altri tipi di ripresa in base al loro focale: sub-cardioide, ossia a metà strada fra l’omni ed il cardioide con una ripresa importante dell’ambiente, supercardioide, più direttivo del cardioide e con un piccolo lobo posteriore, ipercardioide, ancor più direttivo ma con un lobo posteriore maggiore. Ovviamente questi ultimi due sono ideali per ambienti critici e/o per cercare di “isolare” uno strumento in mezzo agli altri.
Ci sono alcuni microfoni che hanno la possibilità di variare la caratteristica di ripresa fra 2 o più modi, aumentando in tal modo la loro versatilità, mentre molti valvolari danno la possibilità di scegliere fra ben 9 caratteristiche, includendo 4 passi intermedi.Un discorso a parte riguarda i microfoni per applicazioni specifiche quali quelli con la massima direttività tipici per uso nel cinema, documentari e reportage definiti mezzo-fucile e fucile o clava, i boundary, ossia omni collocati su tavolo o pannello, quindi emiciclici ideali per ambienti con acustica ottimale o sale conferenza, l’array microfonico rappresentato per anni dall’Audio Technica AT895 e dal Gefell Microtech KEM970 (che fornisce una ripresa di 30° sul piano orizzontale e 120° sul piano verticale) che sono gli unici microfoni a fornire profondità di campo.
Gefell Microtech KEM970Infine ci sono i microfoni a contatto che si applicano direttamente sulla tavola armonica dello strumento: ovviamente non possono riprendere “l’aria” ma solo il segnale della vibrazione, quindi sono ottimali per strumenti con tavola armonica sottile e sono molto usati dal vivo per amplificare selettivamente strumenti con un‘emissione debole, magari circondati da strumenti amplificati, batterie etc…Quando parlo di focale di ripresa vado a fare un’ulteriore distinzione perché non tutti i cardioidi rispondono nello stesso modo, ce ne sono alcuni che suonano benissimo a pochi cm dalla sorgente sonora ed altri che si esprimono al meglio a 30/40cm; inoltre c’è da considerare che la risposta in frequenza fornita da molti costruttori è per una ripresa frontale, ma angolando il microfono la risposta cambia notevolmente!Nota: questi grafici sono relativi ad un microfono medio, non sono grafici individuali e la tolleranza di produzione può portare, particolarmente nel caso di microfoni economici, a forti differenze fra un microfono e l’altro, magari anche con numeri di serie consecutivi! Per questo motivo per riprese stereo sono da scegliere coppie selezionate o matched pair, come dicono gli anglofoni.
Mi rendo conto che non ci voleva un’ubriacatura di sigle con questo caldo… vi lascio rileggere e riprendiamo al più presto!
Lo studio personale: i microfoni #1
Cari MusicOffili, dopo le tre puntate precedenti sappiamo qualcosina in più sull'acustica ambientale, adesso però è arrivato il momento di prendere un microfono e iniziare subito a registrare; certo, la prima domanda è su quale microfono usare e per quale strumento, fortunatamente la tecnologia dei microfoni
Aggiungi Commento