Oggi parleremo di “clipping“, dimostrandolo nel modo più chiaro possibile, facendo quindi uso di una batteria, la cui traccia ha di solito i transienti ben delineati e numerosi (per chi non sapesse di che parliamo, i transienti sono quelle forti variazioni nell’ampiezza della forma d’onda in tempi ridotti, veri e propri picchi, che ben vedete a occhio nudo quando guardate una traccia).
Nel rock, pop e generi più diffusi il problema del “volume” è uno dei più dibattuti degli ultimi decenni, con l’obiettivo di raggiungere una soglia pari o almeno vicina ai nostri dischi di riferimento, mantenendo però caratteristiche proprie della musica quali dinamica e buona riproduzione dei suoni ad ogni frequenza.
Qui si scatena l’eterna lotta a mantenere quindi un suono piacevole ma al tempo stesso d’impatto, senza eccedere come nella purtroppo triste “loudness war”.
Oggi parliamo di ben prima del “prodotto finito”, il disco o brano completo, prendendo in esame la sola traccia di batteria e cercando di capire come avere un suono bello, corposo, ma senza ingolfarlo eccessivamente.
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