Cari Musicoffili, l’argomento di oggi è molto sentito e spesso mi vengono richieste delucidazioni al riguardo: registrare un disco in analogico o digitale?
Viviamo in un momento fortunato per la registrazione audio e ognuno può avere un potente studio di registrazione nel proprio computer portatile o addirittura nel proprio cellulare. Garageband per iPhone ad esempio offre un completo centro di produzione musicale multitraccia incluso librerie di suoni.
A questo nuovo approccio si contrappongono schiere di tecnici e produttori che non vogliono rinunciare ad avere compressori, registratori a nastro, equalizzatori e altre amenità rigorosamente “hardware” cioè fisiche, con tanto ferro. Quindi vi dirò il mio punto di vista sull’argomento e lascerò a voi la scelta.
Dovete sapere che io il digitale l’ho visto praticamente nascere e ne ho potuto apprezzare l’evoluzione fin dai primi esperimenti con il Sony F1. E ho cominciato ad usare l’analogico praticamente da bambino. Nel 1975 avevo il mio studio casalingo basato su un Teac 3340S 4 tracce, un Revox A77 2 tracce (ancora in uso) e un mixer Teac Model 2 (ancora funzionante).
Questa premessa per dirvi che conosco bene entrambi i mondi e le mie opinioni sono basate su esperienze di prima mano. E la mia esperienza mi dice che se negli anni ’90 del secolo scorso l’audio digitale non era alla pari con l’analogico, negli ultimi anni le cose sono decisamente diverse.
In parte grazie alla straordinaria capacità di calcolo dei nuovi computer e della qualità molto migliorata dei convertitori. Ma anche grazie alla enorme capacità di straordinari programmatori che hanno imparato a carpire le sfumature più piccole dell’analogico.
Alla fine quindi cosè questa “magia” dell’analogico?
Per quanto ne ho capito io, e non scherzo, è l’imperfezione che il mondo analogico ha intrinsecamente: rumore e distorsione. In massima parte distorsione.
Il concetto di distorsione è preciso, ma anche vago per certi versi. Una tipica affermazione che sento spesso dai militanti “analogici” è che l’analogico è più fedele e il suono “migliora”. Ora queste due affermazioni, per una pura analisi logica, non possono coesistere. O il suono è uguale all’originale, oppure è “migliore”.
Affermare che c’è un miglioramento di qualche tipo è come ammettere che ci sia una forma “benigna” di distorsione. A fin di bene, ma pur sempre una alterazione del segnale originale. E qui che voglio svelare il grande segreto che aiuta a rendere il digitale più “analogico”: aggiungere il giusto grado di distorsione.
E la cosa è così vera e riconosciuta che esistono decine di plugin che fanno esattamente questo: distorcere il suono.
In verità i primi a capire questa cosa sono stati alcuni produttori che negli anni ’70, sempre del secolo scorso, avevano imparato che aggiungendo un poco di “fuzz“, in parallelo, alla voce potevano renderla più interessante e incisiva. Subito seguì il primo box miracoloso, l’Aphex Aural Excitex AX era la prima applicazione professionale di un sofisticato sistema di distorsione ottimizzato per l’uso in parallelo in studio di registrazione. Di fatto un sistema di generazione di armoniche.
Ma guarda, è proprio quello che accade quando si satura o distorce un segnale!
Il primo plugin di cui ho memoria risiede nella DAW Pro Tools già da molti anni e si chiama “LO-FI” ed è parte di una suite chiamata D-FI.
Questo plugin è progettato per aggiungere al segnale originale una vasta scelta di distorsioni e rumori così come desritto nelle specifiche: “Lo-Fi è un generatore di rumore ad ampiezza variabile che aggiunge distorsione soft-clipping e saturazione. Include anche un controllo dell’anti-aliasing e la possibilità di bit-reduction” (tradotto dal manuale).
Questo plugin è tra i favoriti di Andrew Schepp e anche mio. Ora è incluso nei plugins free di Pro Toos, anche se poco conosciuto.
Segue una lista di alcuni dei plugins disponibili che utilizzo frequentemente:
- Avid Lo-Fi
- McDsp Analog CHannel
- McDsp FutzBox
- Plugin Alliance Bx-Saturator
- Crane Song Phoenix
- Massey THC
- Izotope Trash2
Ce ne sono molti altri che lascio scoprire a voi. Ricordate che l’effetto migliore si ottiene utilizzando i plugin in parallelo e ne basta spesso pochissimo per essere efficace.
Nel prossimo articolo parleremo della simulazione del nastro magnetico, altra forma di distorsione con delle caratteristiche peculiari.
Per ora spero di avere stimolato la vostra curiosità e voglia di sperimentare.
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