Come per tutte le altre DAW l’arranger possiede caratteristiche standard, in modo da rendere vita facile ai fonici; molte delle caratteristiche sono simili ad altre DAW, troviamo infatti la gestione preferenze simile a quella di Logic, e la gestione degli IO simile a quella di protools.
La comodità di questo sistema è sicuramente la configurabilità per la grandezza dei vari monitor. Infatti grazie all’opzione di chiudere o aprire le sezioni di arranger con i pulsanti possiamo richiamarle velocemente o lasciare aperte.
Tutti i comandi sono in punta di mouse, difficilmente dobbiamo correre a cercare le funzioni nei menu a tendina. In alto a sinistra troviamo la sezione dedicata alla programmazione dei controller, lo vedremo poi; segue la barra del puntatore, dove troviamo le funzioni di cut, erase, mute e time bend, oltre alla sezione interamente dedicata al time streching che farà la gioia di tutti i programmatori di musica dance e non.
Seguono le caratteristiche della quantizzazione in griglia e la nuovissima funzione “scratch pad“, che vedremo in seguito, ed il pulsante per il player video qualora dovessimo lavorare su colonne sonore. Un po’ come accade su Cubase e Logic, queste funzioni sono poste in alto, mentre tutto quello che riguarda la barra di scorrimento e l’accesso alle periferiche esterne è nella barra sottostante.
Subito sotto il pannello appena visto troviamo il pulsante lista traccia che ci fa selezionare e visualizzare o nascondere solo le tracce interessate nell’arrangiamento come avviene su Protools.
Segue l’inspector che ci da invece accesso alle funzioni del singolo canale esattamente come accade in Logic e Cubase. Da li possiamo modificare tutti i paramentri di mix, plugin, e parametri midi.
Il pulsante opzioni da accesso ad alcune delle funzioni preferenze. A seguire il pulsante automazioni che nasconde o ci dà accesso alle tracce di automazione dei relativi canali, il pulsante Marker, la Tempotrack ed il pulsante aggiungi tracce.
Infine nel pannello superiore possiamo tornare alla finestra iniziale, scegliere le song su cui lavorare contemporaneamente, e indirizzarle ad un progetto di mastering finale.
La parte sottostante invece, oltre alla progress bar classica, dispone del controllo stress HD e CPU, il pannello modalità registrazione per attivare il recording a layers adattissimo alla registrazione delle voci, del basso o delle chitarre come vedremo in seguito, tutti i layer verranno poi utilizzati per il comp vocale in maniera assolutamente unica.
Il metronomo offre potenzialità inedite a tutte le altre DAW con la possibilità di scegliere quelli utilizzati sulle altre DAW, il rendering audio, un offbeat controllabile. Il pulsantino stereo alla fine ci permette di ascoltare in mono il master molto velocemente.
Infine troviamo la finestra laterale che ci offre una vasta gamma di scelte delle visualizzazioni.
Sfoglia, ci porta nei menu di scelta degli instruments, degli effetti, dei loop scaricati dal sito, file fa riferimento ai percorsi sul nostro computer, oppure nella nostra personale cartella di samples che usiamo per i nostri arrangiamenti. Il cloud ci porta nella sezione internet con l’account soundcloud su cui pubblicare i brani immediatamente, la sezione presonus exchange per scambiare patch, e lo shop dove poter acquistare pacchetti di aggiornamenti suoni ed effetti. Il vecchio pool lo troviamo invece come ultima voce.
Gli effetti e gli instruments godono di un trattamento particolare in quanto possono essere visualizzati anche come immagine e facilitarci la ricerca, oltre che poterli catalogare in cartelle configurabili dall’utente, una manna per chi come me utilizza molti plugin in base al genere musicale affrontato.
Nel prossimo appuntamento analizzeremo le funzioni e le potenzialità del Mixer.
Jurij Gianluca Ricotti
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