Viene definito “il più grande progresso nella tecnologia musicale degli ultimi decenni“, è il MIDI 2.0.
Se ne parla oramai da molto tempo e ad esempio Roland con la sua nuova A-88MKII ha già adottato questo standard. A questo Winter NAMM 2020 è stato fatto un passo avanti parlando del MIDI 2.0 come una novità piuttosto rivoluzionaria.
All’importante fiera di Los Angeles si è svolto, infatti, l’incontro della MIDI Manufacturers Association, cioé il gruppo mondiale di coloro che lavorano e creano nell’ambito della tecnologia MIDI.
Da ciò che si evince sul loro sito ufficiale, le specifiche che sono state adottate al NAMM sono le seguenti (le riportiamo in inglese per essere precisi sul linguaggio tecnico utilizzato, trattandosi di nuove adozioni):
- MIDI Capability Inquiry (update)
- Universal MIDI Packet & MIDI 2.0 protocol
- Common Rules for MIDI-CI Profiles
- Common Rules for MIDI-CI Property Exchange
- MIDI 2.0 Specifications Overview
Il MIDI 2.0 mantiene la retrocompatibilità con lo standard precedente, oramai molto datato, basti pensare che la sua data di nascita risale all’inizio degli anni ottanta, presentato da Dave Smith e Chet Wood, all’epoca impiegati alla Sequential Circuit.
Ma cosa significa MIDI 2.0? La principale novità è la forma di comunicazione a due direzioni, poiché con i nuovi MIDI-CI (Capability Inquiry) i dispositivi possono “dialogare” tra loro e quindi auto-configurarsi l’un l’altro per lavorare insieme al meglio.
Possono scambiare informazioni riguardo le funzionalità, novità chiave proprio per la retrocompatibilità con l’1.0.
Ci sono poi ben altre novità qualitative in pentola: innanzitutto un livello di risoluzione (32 bit), espressività musicale e un controllo assai superiori rispetto al passato, con controller che non solo saranno più semplici da utilizzare, ma avranno un’elevato interfacciamento con le “prestazioni umane” della persona che li usa.
Ci sono poi nuove opzioni come il Note-On per l’intonazione precisa delle note, progressi nel campo della dinamica, della velocità di risposta, e tanti passi avanti sul timing saranno anche a favore dei vecchi dispositivi MIDI 1.0 che si troveranno a dialogare con i nuovi più performanti 2.0.
Si potranno avere dei profili, che aiuteranno le macchine ad essere identificate immediatamente per una tipologia di uso. Se ad esempio abbiamo un profilo “mixer” avremo subito la mappatura di fader, panpot e altri parametri del mixer.
Con un profilo “drawbar organ” verranno mappati, appunto, i drawbar della tastiera e altri parametri della stessa. Mappature anche sui dimmer dell’illuminazione, ad esempio.
Tutto ciò abbassa notevolmente i tempi che prima erano destinati alla programmazione manuale.
Ci sono poi i property exchange, cioé messaggi scambiati tra le macchine che danno informazioni ultradettagliate, con possibilità di recuperare nomi dei preset, impostazioni di singoli parametri, funzionalità profonde e uniche che un dispositivo 2.0 deve imparare a conoscere a proposito di un altro 2.0.
Il MIDI 2.0 è stato un grande sforzo che ha riunito esperti da tutto il pianeta e non sarà, come il vecchio 1.0, legato a una qualche implementazione hardware, bensì sarà nel nuovo formato Universal MIDI Packet che lo renderà trasportabile digitalmente tramite USB o Ethernet.
Aggiungi Commento