A metà degli anni ’90 l’industria informatica affrontò il problema della standardizzazione delle connessione di periferiche esterne e la loro eventuale alimentazione, effettuata quest’ultima possibilmente da parte del computer stesso e che consentisse operazioni di inserimento e rimozione semplificate, alla portata di qualsiasi utente.La soluzione fu la Universal Serial Bus, un sistema asimmetrico che permette di collegare fino a 127 dispositivi (compresi gli hub di ramificazione) quali mouse, tastiere, stampanti, memorie di massa e scanner, ma anche macchine fotografiche e cineprese, cellulari e smartphone, navigatori e… casse acustiche, schede audio e microfoni! Il limite pratico è dato dall’architettura del protocollo USB che non prevede l’allocazione dinamica del flusso: collegando per esempio ad ogni porta un mouse, una tastiera, un HD ed una scheda audio implica la riduzione del flusso di ogni porta ad un quarto del flusso complessivo, riducendo il numero di canali in gioco.La storia parla del protocollo USB 1.0 con flusso di 1,5Mbit/s, innalzato poi a 12 Mbit/s con la USB 1.1 definita anche “full speed”; questo flusso rappresenta un grande limite per gli scopi musicali, ed infatti in tale ambito l’evoluzione sostanziale si è avuta con il protocollo USB 2.0, con innalzamento del flusso a 480 Mbit/s, sufficiente per registrare ed ascoltare moltissime tracce con frequenza di campionamento di 96, 192 o oltre.Ovviamente i nuovi standard USB 3.0 (agosto 2008) non pongono più problemi di sorta per il flusso che ormai supera 4,8 Gbit/s. Fattore molto interessante introdotto dalla versione 3.1 il supporto per tensioni superiori ai 5V (12V e 20V a 5A), così da poter alimentare/ricaricare dispositivi che richiedono più di 10W (arrivando anche a 100W).Ma cosa significa, in poche parole, che la porta USB 1.1 ha flusso di 12 Mbit/s? Quest’ultimo è appena sufficiente per avere 4 tracce 24/48 generalmente usate come 2 tracce in registrazione e 2 tracce in lettura, requisito di molte schede audio, mixer e altri apparecchi con questo tipo di porta. Ovviamente questo flusso è sufficiente per il musicista “fai da te”, che quindi registra un segnale mono o stereo. Allo stesso tempo è molto usato per i microfoni USB che sono amati da chi registra o prende vocali (giornalisti e scrittori), ed ha l’esigenza solo ri riascoltare tramite una cuffia, necessità che la maggior parte dei sistemi risolve con un’uscita amplificata adatta allo scopo.Il Lewitt DGT 650 rappresenta “l’evoluzione della specie”, non è un microfono USB ma piuttosto un vero e proprio sistema di registrazione stereo USB 2.0, un’interfaccia per PC e Mac e può essere usato anche con dispositivi iOS! Il punto di partenza per tanta versatilità è dato dalla ricchezza di connessioni della scatolina esterna, che presenta ingresso LINE IN con jack da 6,35mm. (1/4″), una presa MIDI, un’uscita per cuffia con mini-jack stereo da 3,5mm, un connettore Data per il trasferimento dei dati e la ricarica della batteria tramite PC (possibile anche tramite la mini porta USB laterale sul corpo del microfono).Ovviamente il cuore del sistema è il microfono a gradiente di pressione con due capsule a condensatore da 17mm, con gamma dinamica di 110dB e risposta in frequenza 20Hz-20kHz. La presenza di due capsule consente di scegliere tra quattro modalità di ripresa: XY Stereo Mode (con apertura delle capsule a 90° ed assegnazione ai due canali audio), Cardioid Mode (dove le due capsule sono “unite” per una ripresa cardioide), Singer/Songwriter Mode (cardioide sul canale audio 1 e ingresso Line sul canale 2) e infine Stereo Line-In Mode (usato per registrare un segnale linea stereo, come l’uscita di un mixer, una tastiera, un sintetizzatore o quant’altro).Molto interessante, e versatile, è il sistema di monitoraggio che consente la miscelazione del segnale di uscita del dispositivo con il segnale di ingresso del microfono secondo i modi Direct (per monitorare l’ingresso del DGT650 senza alcuna latenza) e Return (per ascoltare l’uscita monitor del PC, Mac o dispositivo iOS). La combinazione di queste due sezioni consente di immortalare appunti musicali usando il tipo di ripresa e di ascolto migliore, e di rielaborarli successivamente sulla workstation aggiungendo eventuali arrangiamenti o effettuando tutte le modifiche del caso. L’alimentazione è fornita da una batteria agli ioni di Litio da 950mAh/3,7V con un’autonomia di più di 3 ore. La batteria si ricarica attraverso il cavo USB quando collegato ad un PC/Mac, oppure attraverso il connettore dedicato USB-Mini posto sul fianco del microfono. Queste quattro modalità d’uso, e tutte le altre funzioni della registrazione, sono controllabili dall’elegante frontale ben illuminato (visibile anche in caso di operazioni al buio) del microfono, dando immediatamente il controllo sull’operatività.Tutti i principali parametri (come modalità di ripresa, monitoraggio, filtro Passa-Alto, attenuazione di ingresso, livello del segnale in ingresso/uscita, livello di carica della batteria, cuffia ed altri) sono visualizzati e modificabili dal microfono stesso tramite la pratica rotellina con pulsante per funzione Push/Enter o con l’app gratuita per computer, tablet o smartphone.I prodotti Lewitt Audio sono disponibili in Italia tramite Frenexport, distributore unico ed esclusivo del marchio per il nostro paese, il cui sito web ufficiale rimane il punto di riferimento primario per ogni sorta d’informazione riguardante la reperibilità dei modelli.
Lewitt DGT 650: il “coltellino austriaco”
A metà degli anni '90 l'industria informatica affrontò il problema della standardizzazione delle connessione di periferiche esterne e la loro eventuale alimentazione, effettuata quest'ultima possibilmente da parte del computer stesso e che consentisse operazioni di inserimento e rimozione semplificate, alla portata d
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