Chiunque organizzi una fiera per la prima volta sicuramente incappa in problemi grandi e/o piccoli, in suggerimenti, consigli importanti o addirittura contestazioni ed è importante comprendere quali sono veramente utili per migliorare e quali invece sono pretestuosi e/o troppo personali e ritengo ciò particolarmente valido per una fiera il cui slogan è L’evento che non c’era…
Possiamo ben dire che la seconda edizione del MIR ha riscosso un successo maggiore della prima edizione proprio perché gli organizzatori Gianni Fantini e Pierfranco Galeone e i loro staff hanno recepito con intelligenza le richieste migliori e hanno eliminato gran parte delle pecche della prima edizione.
Innanzitutto la scelta delle date: la domenica c’è stata una buona affluenza di un pubblico misto, ma lunedì e martedì la presenza degli operatori professionali è stata decisamente superiore a quella dell’anno scorso perché la scelta di queste date strategiche non è coincisa con date lavorative (lo scorso anno si era svolta dal sabato al lunedì).
Sono migliorate le dimostrazioni di Live You Play concentrate in tre sole sale con 9 palchi e con la novità della stessa band che si esibiva in tre palchi di ogni hall con impianti audio e luci indipendenti per ogni palco, con scenografie e luci ne abbiamo visto delle belle! Ritengo la scelta della stessa band particolarmente felice perché ha eliminato il problema insorto lo scorso anno per la differenza qualitativa (e non parlo di preferenze musicali) che fra alcuni gruppi è stata elevata, quindi si è tolta quella variabile che era stata creata dal sorteggio delle band.
Mi permetto un ulteriore piccolo appunto, anche se temo che sia tutt’altro che facile da realizzare: far seguire le band con gli stessi mixer e dagli stessi fonici, questi ultimi in particolare per alcune scelte più o meno obbligate (per esempio nella scelta dei microfoni) e per il loro “senso del suono” hanno caratterizzato il risultato sonoro degli impianti in misura non indifferente rispetto ad altri.
Molto interessante la parte espositiva che ha ricalcato la fiera dello scorso anno ma con partecipazione rinforzata delle aziende, in particolare quelli delle aziende che l’anno scorso erano state subissate da una richiesta superiore alle migliori aspettative, con il personale che ha lavorato con il massimo della concentrazione e rilassatezza. Ho notato con piacere anche la presenza di un paio di aziende che avevo menzionato come assenti lo scorso anno (non mi monto la testa, non è stata certamente la mia esortazione a farle esporre) mentre altre aziende quest’anno hanno preferito limitare la presenza sui palchi.
Sicuramente coloro che hanno tratto maggiore giovamento dalla partecipazione alla fiera sono stati gli operatori professionali (fonici, titolari di service audio e luci, installatori, etc…) che hanno partecipato in massa (oltre 10.000 presenze) e hanno avuto la possibilità di incontrare la maggior parte degli importatori e costruttori, vedere, ascoltare e toccare con mano le novità e confrontarsi direttamente con i product specialist.
Tutto ciò arricchito da gruppetti di colleghi/concorrenti che si sono formati nei corridoi e negli spazi aperti dove ci sono stati i primi scambi di opinioni a caldo, impressioni, idee, giudizi sui prodotti e suggerimenti, proseguiti poi davanti a una buona piadina e un buon bicchiere di vino, visto il clima stranamente uggioso e freddo!
Diversificata la parte congressuale con interessanti seminari di Mario Di Cola, che per quanti non lo conoscessero è un’autorità mondiale sui line-array, e Paolo Martignon organizzato dalla sezione italiana dell’AES e i vari workshop organizzati dall’IBTS.
Quest’anno il MiR, oltre ad essere stata l’occasione per incontri, scambi di impressioni e idee con colleghi e amici è stata la migliore cornice per celebrare le ricorrenze di due importanti operatori del settore: i 50 anni di attività della Sisme e i 30 anni di attività della Link.
Confermo ribadendo ciò che avevo scritto lo scorso anno: W il MiR e ben vengano le prossime edizioni, raddrizzando ulteriormente la mira per interessare anche i pochi assenti e valorizzare lo sforzo di tutti i presenti, rendere di nuovo Rimini un punto d’incontro per l’audio, magari con più operatori internazionali.
Visto che il clima è stato apprezzato dai (pochi ad onor del vero) operatori internazionali, ma avrebbe fatto gioire le popolazioni d’oltralpe!
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