In attesa del seminario che terrà prossimamente a Roma, sabato 24 marzo alle ore 15 presso l’Università di Tor Vergata, pubblichiamo un interessante articolo di Stephan Schertler riguardo i transienti (fonte) e per la supervisione della traduzione ringrazio l’Ing. Stefano Petroni.
Caro appassionato del suono, come molte altre persone, ti sarai chiesto cosa fa suonare “bene” un dispositivo audio elettronico. Hai ascoltato dispositivi con specifiche eccellenti ma non ne hai avuto conferma all’ascolto. Dati buoni, ma non il suono. È un’eccezione o possiamo “leggere” qualsiasi informazione sulla qualità del suono leggendo le specifiche tecniche? Dal mio punto di vista devo dirti che non puoi farlo. Diamo un’occhiata alle specifiche tecniche generiche prendendo in considerazione due parametri tipici: linearità nella frequenza e distorsione.
In questo caso la linearità in frequenza non fornisce una risposta definitiva. Può essere influente nel valutare il carattere di un altoparlante o di un microfono (dispositivi meccanici), ma non di un dispositivo elettronico.
Qui l’assenza di “basse profonde” o “troppe medie” sarebbero considerate come un difetto e bisognerebbe mandare in riparazione il dispositivo. E sarà lineare anche l’elettronica del dispositivo più economico e dal peggior suono.
Distorsione: in termini di percentuali è irrilevante anche la quantità totale della distorsione armonica (THD).
La seconda armonica è gradevole, la 9^ suona in modo orribile. L’1% della 2^ armonica può essere sentito come un effetto un po’ più “ricco”; lo 0,02% della 9^ armonica può essere sentito come uno stridente effetto di dissonanza.
Dovrebbero essere evitati prodotti audio con THD estremamente bassa perché questi valori bassi sono il risultato di un elevato feedback negativo, che incidendo sul tempo di attacco rende il suono “piatto” e noioso. Pochi altri valori si riferiscono così specificamente al “suono” stesso.
Il “parametro” più importante per suono eccitante, emozione musicale, purezza e accuratezza di informazione è il comportamento al transiente di qualsiasi dispositivo elettrico, cioè quanto velocemente l’elettronica può accelerare e fermarsi. Comunque, non troverete un valore per il transiente in nessuna specifica. Perché? Innanzitutto la velocità al transiente è difficile da misurare sebbene sia facile da ascoltare. Non essendoci uno “standard” questi valori non possono essere comparati. In secondo luogo, l’industria sembrerebbe avere poco interesse a scriverne o parlarne, visto che la maggior parte dei dispositivi sono costruiti con circuiti integrati ma con un comportamento mediocre al transiente.
Tutti i circuiti elettronici Schertler sono costruiti rifiutando qualsiasi feedback negativo per favorire una risposta estremamente veloce ai transienti. Questo meccanismo è difficile da progettare, ma alcune persone come fonici e musicisti, possono dirti qualcosa sulla terza dimensione: il tempo di attacco del transiente portato alla massima accelerazione possibile.
Fai un ascolto con i moduli Arthur per sentire cosa ho provato a rendere con le parole.
A breve comunicheremo la data del seminario durante il quale potrete approfondire questo e gli argomenti specifici del seminario e parlarne direttamente con Stephan Schertler.
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