RCA è un nome che da anni richiama immediatamente la musica e non solo per il recente speciale dedicatogli da RAI5 e girato quasi interamente presso Forum Music Village; infatti la Radio Corporation of America, è esistita dal 1919 al 1986, quando questo storico marchio è stato venduto dalla General Electric a Sony Music Corporation(proprietaria delle etichette RCA Victor, RCA Records e BMG) e Technicolor.
Dopo i primi anni dedicati esclusivamente all’emittenza radiofonica, nel 1929 la RCA acquisì la Victor Talking Machine Company, allora la più grande azienda costruttrice di fonografi, e nel 1931 iniziò la produzione del “long play” a 33.1/3 giri e nel 1949 il primo 45 giri.
Nel 1949 fu costituita la RCA Italiana che ebbe un forte impulso sotto la guida di Ennio Melis dal 1954 al 1983 quando abbandonò per divergenze gestionali con la dirigenza statunitense (riduzione da 600 dipendenti a 200 e degli investimenti) e trattative in corso con il gruppo tedesco BMG Ariola per la cessione delle attività; in questo periodo abbandonano la casa discografica diversi artisti fra i quali Paolo Conte, Francesco De Gregori e Ivano Fossati.
§La storia della RCA si chiuse nel 1987, anno in cui fu acquistata dalla BMG (Bertelsmann Music Group) una delle sei divisioni della multinazionale tedesca Bertelsmann, anch’essa di proprietà del gruppo Sony, che è diventata proprietaria di tutti i master e provini storici…
Ecco, nel mio circolo virtuoso c’è spazio per il grande Pino Mastroianni che, oltre a condividere con me il calpestio del suolo di una cittadina con 3230 anni di storia e patrimonio Unesco, nel 1958 armato di buone speranze, grande udito ed un gran senso della musica iniziò a lavorare in RCA come fonico alternandosi fra gli studi originali di via Pola ed il Cinefonico di Cinecittà; di quel periodo Pino ricorda alcuni aneddoti che ora ci farebbero ridere, come avere a disposizione un solo compressore (e non 1000 plug-in!) per tre studi… ovviamente era regolarmente catturato e meticolosamente utilizzato dal primo che arrivava in studio!
Di quegli anni ricorda l’esigenza di fare bounce fra registratore e registratore perché la dotazione era di RCA a due tracce e la macchina più versatile era un Ampex a tre tracce e, nonostante la manutenzione maniacale (taratura per il nastro specifico, pulizia dagli ossidi, etc…) con la quale erano trattati, ogni riversamento implicava un aumento del rumore di fondo del nastro. Ma ci sono anche ricordi interessanti e piacevoli come la sua prima sessione con il mitico Andrès Segovia, durante la quale Pino si dava da fare per posizionare i microfoni per riprendere al minimo il rumore delle dita sulle corde della chitarra, ma smise quando il Maestro gli disse “figliolo va bene così… le corde fanno parte della chitarra” .
Tutti questi anni di attività durante l’evoluzione dell’audio professionale hanno arricchito il background di Pino con un’infinità di esperienze e conoscenze, come la registrazione ininterrotta di più voci maschili per What a sky, per scegliere poi la versione cantata da Fidenco facendo il transfer in piena notte per poter avere i dischi pronti per la distribuzione (quando si vendevano ancora i dischi e non si pensava che la musica dovesse essere gratis, sminuendo anche il lavoro del musicista) o per la colonna sonora di Django per il quale il compositore Bacalov si affidò a Pino per un intervento più da produttore artistico che da fonico, anche per stabilire quali strumenti tenere in missaggio e quali eliminare.
Ma esistono anche altri aneddoti sconosciuti a chi non c’era, come la registrazione di Quelli che… del 1974 fatta in presa diretta con Enzo Jannacci & Co, ottimizzando i tempi e l’interazione fra i musicisti ed ottenendo un ottimo risultato.
Pochi mesi dopo Nanni Ricordi lo chiamò perché in fase di registrazione dell’intero disco presso lo studio Regson (probabilmente il migliore di Milano di allora, ora divenuto Officine Meccaniche); non riusciva a ricostruire per quel brano l’atmosfera data dall’ambienza degli studi Ortophonic, dalla tecnica microfonica utilizzata e dal feeling. Pino gli disse quali microfoni aveva utilizzato e come li aveva posizionati e Nanni fece diversi tentativi di sovrincisione, ma si arrese e per mantenere l’omogeneità delle registrazioni effettuate per l’intero disco fu costretto a fare una nuova registrazione.
Nel 1961 ci fu il passaggio agli studi al km.12 della Tiburtina, fra i più grandi e meglio suonanti studi del mondo di sempre, perché grazie ai fortissimi investimenti di capitali voluti dai dirigenti tecnici fu sempre veramente all’avanguardia; ciò diede modo ai fonici residenti di confrontarsi con quelli provenienti da tutto il mondo. Furono gli anni d’oro della RCA, che aveva acquisito personaggi del calibro dei premi Oscar Ennio Morricone e Luis Enriquez Bacalov come arrangiatori per i brani di artisti italiani emergenti quali Modugno, Meccia, Fidenco, Vianello, Fontana, Bindi, Pavone e Morandi.
Proprio di questi ultimi tre artisti Pino ebbe il piacere di registrare molti evergreen fino al 1966, quando lasciò l’RCA passare alla International Recording, quindi alla Ortophonic dove partecipò attivamente alla realizzazione di quelli che pochi anni dopo diventeranno gli studi Forum Music Village; la sua storia di quegli anni iniziò con la registrazione della colonna sonora di Vamos a matar compañeros composta e diretta da Morricone.
Nel 1979 Pimo iniziò a lavorare come fonico free lance, ciò lo porterà ad essere, fra l’altro, il referente dell’audio per molte manifestazioni sportive gestite dal CONI.
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