Cosa dire dopo 2 giorni di full immersion con una producer/sound engineer/artist come Sylvia Massy?
È stata sicuramente un’esperienza entusiasmante, decisamente utile per ampliare e migliorare il nostro “senso del suono”, sia per il suo approccio molto meticoloso ai brani e al sound, che per gli approcci originali, decisamente poco omologati che contraddistinguono da sempre il suo modo di lavorare.
Come tutti i sapienti veri, Sylvia non ha reso “misteriose le formule per la hit” e non ha paura di divulgare le sue esperienze sia con il suo libro, che sul suo canale youtube e nel suo sito!
Innanzitutto, Sylvia si è presentata a tutti i partecipanti in modo “democratico”, allungando/dando lei la mano e chiedendo il nome di ognuno per rendere le sessioni uniche e mettere ognuno a proprio agio, non salendo in cattedra, ma rendendo il rapporto molto easy, “orizzontale”, confortevole come se fosse una piacevole riunione fra amici.
La presenza di Sylvia in studio non passa certo inosservata perché oltre a meritare in pieno la definizione the Radiant Being, si nota per il capello biondo, lo smalto (beh, la femminilità è totalmente giustificata) e la tranquillità: la situazione è sempre sotto il suo totale controllo, ma quando c’è bisogno diventa stimolante verso i musicisti senza arrivare a essere invadente.
L’approccio coi locali dei Mob Studios è stato graduale, iniziando il giorno prima della sessione per prendere dimestichezza con il suono della regia e dei monitor Amphion TWO18 con il sub Base One 25 e i relativi amplificatori.
Lo sweet spot molto ampio di questi monitor è stato apprezzato da tutti i presenti, a prescindere dalla distanza dal banco regia!
Una grande differenza lavorativa nell’approccio è data dal fatto che l’attuale studio di Sylvia è stato realizzato in una sola grande stanza senza separazione fra regia e sala di ripresa; ciò consente una comunicazione e un feedback più immediato e intenso tra fonici e musicisti e richiede anche maggiore concentrazione reciproca; non è casuale che abbia voluto registrare in regia gli overdub di chitarra, synth e voce (quindi tutti fermi e zitti!).
La creatività nella sperimentazione si è manifestata immediatamente, infatti già durante la sessione di riprese della base musicale di chitarra, basso e batteria, il setup microfonico classico è stato ampliato con incursioni nel parco microfoni presenti in studio e adottando soluzioni che lei adotta spesso, ma ispirate al volo dal suono del brano.
Riduco il report ad alcuni esempi “poco omologati”, con scelte sperimentate nel corso della sessione e accettate, perché alcune soluzioni sono state bocciate dopo diverse prove perchè non influenti per le esigenze del brano.
Perdonatemi se ripeto il sottotitolo di questo articolo, ma bisognava esserci per capire cosa e per quale motivo è stato “scartato”…
Nella sala troneggiava la testa Neumann KU100 per una ripresa ambientale abbastanza standard, ma poi la stessa testa è finita sotto il pianoforte!
Sempre per l’ambiente, non avendo trovato nel vicino mercatino nessun dittafono (memorie dello scorso millennio) con il loro caratteristico suono iper-compresso dovuto alla circuitazione ALC, sono stati utilizzati i prototipi dei microfoni Periscope nati dalla collaborazione fra Mattia Sartori, Tommaso Colliva e Paavo Kurkela: questa soluzione si è subito rivelata eccellente, tanto da essere adottata anche sulla cordiera del piano.
In tutte le sessioni Sylvia è stata innanzitutto disponibilissima a spiegarci il suo workflow parlando lentamente per poter essere compresa da tutti.
Ha svolto il suo lavoro in modo sempre sorridente, gentile e affabile, ma nello stesso tempo determinata e scrupolosa in tutte le scelte decisive per il suono da ottenere, quelle scelte che rendono i suoi lavori caratterizzati dal suo tocco unico.
Ha stabilito un rapporto esemplare coi musicisti, partendo sempre con scelte basate sulla sua enorme esperienza, pronta ad ascoltare in modo molto attento tutte le loro esigenze, dal semplice ascolto in cuffia fino alle richieste più specifiche.
Per la ripresa del rullante il classicissimo SM57 è stato affiancato da un Earthworks SR25, un cardioide con una risposta molto lineare fino a 25k che ha aggiunto un carattere diverso, Earthworks MD20 sono stati usati per tom & timpano. Altra soluzione interessante, anche se questa è quasi uno standard per Sylvia, è stato il tubo dell’acqua con un 57 nastrato alla fine, mentre l’inizio del tubo era vicino la batteria… esperimento da ripetere e applicare spesso.
Interessante, anche se abbastanza standard (ohibò!) la microfonazione quadrupla dell’ampli per chitarra con i classici SM57 ed MD421 affiancati da una coppia sE Electronics composta dal ribbon passivo VR1 e dal dinamico V7X isolati dall’apprezzato filtro guitarRF®.
Poi ci sono state altre chicche come la lampadina usata per stravolgere il suono della chitarra elettrica….
In tutte le sessioni Sylvia è stata innanzitutto disponibilissima a spiegarci il suo workflow parlando in inglese ma lentamente in modo da essere compresa da tutti.
Diciamo che svolge un ruolo di fonico creativo, non passivo, arrivando qualche volta anche a proporre soluzioni da produttore artistico o esecutivo, ma sempre nel rispetto dell’atmosfera del brano, il tutto condito da un grande entusiasmo!
Il successo delle sessioni è stato determinato anche da tutti gli altri presenti a iniziare dal comportamento esemplare dei Ministri che hanno preparato per queste sessioni due inediti con grande professionalità nonostante Fidatevi sia uscito da poco più di un anno e siano seguiti i singoli “Fumare“ e la cover di “Inverno” (da Faber Nostrum di Fabrizio De andré).
Insomma, è stato veramente entusiasmante veder lavorare Davide, Federico e Michele.
Da segnalare anche la grande ospitalità di tutto lo staff dei Mob Studios (recente struttura che varrebbe la pena visitare solo per vedere l’ottima street art che arricchisce le pareti) di Fabrizio & Valerio Morigi, in particolare per l’assistenza di Matteo Spinazzé e i giovini apprendisti Lorenzo Celata & Giovanni Carrozzo.
Infine gli sponsor e gli organizzatori di Sound by Side, che hanno stabilito dei tempi ben precisi e ottimali per la lavorazione in studio, comprese le pause, e i partecipanti che sono stati presenti in modo assiduo e concentrato (nonostante molti non fossero di primo pelo, ma potevano vantare esperienze professionali ultraventennali), rubando con le orecchie e con gli occhi per aumentare la propria esperienza sonica, con educazione e domande appropriate, comprendendo l’unicità e il grande valore di questa esperienza, che è sempre una crescita anche per i diversi professionisti presenti.
Chiudiamo con una breve riflessione di Sylvia: “Sound by Side offers a brilliant Masterclass experience. It is an authentic slice of studio life served up Italian style! I have loved every minute of my Rome workshop. From the outstanding musical talent to the top notch crew, I was able to connect with every attendee. It is comforting to know that we can travel across the globe and meet like-minded people. We are all cut from the same colorful cloth“.
(“Sound by Side offre una stupenda esperienza di Masterclass. Si tratta di un’autentica ‘fetta’ di vita in studio servita nello stile italiano! Ho adorato ogni minuto del mio workshop a Roma. Dall’eccezionale talento musicale al personale di prim’ordine, sono riuscita a entrare in contatto con ogni partecipante. È confortante sapere che possiamo viaggiare in tutto il mondo e incontrare persone che la pensano allo stesso modo. Siamo tutti ‘ritagliati dallo stesso, colorato, tessuto’ “).
Aggiungiamo anche il suo grande auspicio “I hope all your recordings are great adventures!” (“Spero che tutte le vostre registrazioni siano delle grandi avventure“).
Si ringrazia Tiziano Alimonti, chitarrista prestato occasionalmente alla fotografia, per le foto presenti in questo articolo.
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