Negli anni ’70/’80 ai fonici statunitensi, che spesso erano (e tuttora sono) free-lance, capitava di mixare brani in regie basate su tipologie di progettazione totalmente diverse.
Quindi i main monitor inducevano a errori involontari dettati dall’ascolto differente da quello della regia del brano/giorno precedente e molti fonici iniziarono a portare con sé dei riferimenti per ascolto ravvicinato, che non risentissero dell’acustica della regia.
Furono chiamati near-field per distiguerli dagli altri ascolti che proliferavano delle regie, magari mid-field o monitor per ascolto “radiofonico” e monofonico come le Auratone.
Ne conseguì che spesso in molte regie i monitor più grandi erano accesi solo poco prima della chiusura del mix proprio per comprendere con precisione cosa accadesse laggiù… nelle due prime ottave e mezza.
Quasi sinonimo di near-field sono state le Yamaha NS10 che dagli studi statunitensi invasero i recording studios di tutto il mondo.
La sigla NS stava per Natural Sound perché i progettisti Yamaha volevano fare una serie di diffusori che riproducesse il timbro in modo naturale; risultato ottenuto dal grande NS1000. Ma in quel periodo l’ascolto hi-fi era spesso relegato a un diffusore inserito in una libreria e il modello più semplice che ricalcasse gli ascolti casalinghi era l’NS10, contraddistinto da un woofer bianco da 180mm (6.5″) che vediamo ancora troneggiare su molti banchi e in molti studi personali.
La produzione fu interrotta alla fine degli anni ’90 per la fine proprio di quel woofer bianco, ma da allora la richiesta è rimasta inalterata e l’usato è diventato raro e costoso.
NS10 era il modello originale hi-fi che fu adottato da diversi autorevoli fonici USA fa i quali Bob Clearmountain,allora sulla cresta dell’onda per i suoi lavori con Rolling Stones, David Bowie, Roxy Music ecc. e che sentendole troppo brillanti metteva un (ormai famoso!) pezzo di… carta igienica davanti al tweeter.
Alcuni anni dopo, visto il successo come neafield, la Yamaha costruì la NS10PRO modificando crossover e tweeter per ridurre quel problema sonico, senza griglia e con connettori più affidabili.
Ma il woofer bianco non suonava molto bene e ricordo che molti fonici professionisti lamentavano l’assenza di frequenze sotto i 100Hz che li costringeva ad ascolti affaticanti perché l’orecchio umano combinato con il cervello riusciva (e riesce tuttora) a ricreare la frequenza fondamentale dalle armoniche.
Per esempio con questi monitor non si sentiva il colpo di cassa a 60Hz o un Mi del basso a 41Hz o, ancor di più un La del piano a 27,5Hz, ma si sentivano le armoniche e con un buon lavoro di psicoacustica il cervello del fonico riusciva a comprendere e rielaborare le informazioni per capire cosa accadesse sotto i famigerati 100Hz!
La derivazione dalla produzione hi-fi si vede in particolare dal fatto che, come anche per la maggior parte della produzione attuale, i diffusori erano passivi, quindi la ricerca di un amplificatore era frenetica, spesso si sceglievano ampli hi-fi blasonati ma di potenza limitata e i tweeter saltavano regolarmente mentre i professionisti sceglievano ampli in classe A/B di potenza decisamente superiore (fino a 500W RMS!) o addirittura in classe A e non avevano nessun incidente di percorso.
Nell’ultimo decennio grazie all’abbattimento dei costi della tecnologia, abbiamo visto un fiorire di studi bed-room, garage, in sala prove e chi più ne ha più ne metta ossia studi personali di musicisti, band e/o conto terzi che registrano su DAW sempre più potenti e performanti, quindi i punti critici di questi sistemi sono diventati i microfoni e i monitor, e spesso i giovin virgulti cercano di riavere quei suoni mitici da cloni più o meno realistici!
Interessantissima in particolare per questi giovini la proposta della Avantone Pro, azienda di NY nata da pochi anni ma arrivata alla ribalta grazie al fatto che dedica la stessa attenzione al prodotto da 20$ che a quello da 1000$, con un controllo qualità effettuato per ogni singola unità e non “a campione”.
Inoltre la filosofia costruttiva prevede di coniugare il suono classico all’appeal dei prodotti, tenendo sempre come obiettivo un prezzo sensato accessibile a chiunque.
E quest’anno Avantone PRO ha proposto CLA10, ossia dei monitor passivi contraddistinti da un woofer bianco il cui nome deriva dalla NS10 PRO e dalla collaborazione con un altro mito dello scorso millennio: Chris Lord-Alge che ne ha curato la messa a punto.
Chris è noto sia per decenni di lavoro in studio iniziato negli anni ’80 con mix per un’infinità di hit e colonne sonore che per adottare in modo massiccio i compressori e aver contribuito alla Loudness War.
A prima vista la somiglianza con le NS10PRO è impressionante, a partire dal cabinet in MDF con le stesse venature e le dimensioni dell’originale, con eccellenti morsetti posteriori e la fatidica scritta LEFT e RIGHT che esclude, almeno per questo modello, le discussioni feroci basate sul “dice miocuggino” (cosa aspettarsi nel decennio dei social?) per il corretto posizionamento.
Dopo aver fatto “sciogliere” il woofer per una ventina di ore, abbiamo fatto ascolti dettagliati con CD di riferimento, brani di nostra conoscenza e singole tracce di produzioni recenti del mio studio e ovviamente abbiamo fatto il necessario A/B con una coppia di NS10PRO in buone condizioni.
Lo sweet spot è 700mm., credo un classico per tutti gli studi personali e molti ascolti ravvicinati… chiaramente quando non c’è un banco SSL o Neve o simile di mezzo!
Oltre al nostro apparato uditivo abbiamo usato un analizzatore di spettro Audioscope 3013 e un microfono da misura Mellab MYc-3, i monitor erano amplificati da un generoso ampli in classe AB da 300W per canale, anche se non ci interessava spingere i woofer in orbita ma avere sempre headroom dell’ampli.
Ah, sotto ogni monitor c’era un set di disaccoppiatori DMSD 50 che il buon Dave mi disse di aver intonato proprio per NS10 e monitor compatti simili.
Il suono è molto vicino, anche se in gamma bassa abbiamo notato un po’ più di pressione sonora del monitor storico, diventa pressoché identico dai 125Hz e dai 2kHz in su il monitor CLA10 evidenzia una piccola enfasi.
Passando dai toni pilota ai segnali musicali, con NS10PRO abbiamo notato, in linea con quanto sopra, che cassa e basso hanno una risposta in frequenza un filo più estesa in basso ma sono meno impulsivi e con un minimo di coda… ciò è piuttosto dovuto al woofer “vecchio” che ha perso un po’ di rigidità e immediatezza nella risposta e di conseguenza allunga nei bassi, mentre il woofer di CLA10 PRO è molto ben controllato.
Rullante e chitarra sono molto simili salvo quel punto (eventuale) di basso in più con NS10 PRO e un filo di brillantezza in più in gamma medio-alta con CLA10 PRO, le voci femminili e maschili rispondono in modo molto simile e il mix risulta anch’esso estremamente simile.
Ma la cosa che ci ha piacevolmente stupito in queste sessioni è stata la “consistenza sonica” di questo monitor: ascoltando da 500mm (utilizzo frequente per postazioni minime) con NS10 PRO abbiamo distinto chiaramente cosa è emesso dal woofer e ciò che è emesso dal tweeter, con CLA10 il suono è del monitor complessivo, ossia anche così vicini abbiamo ascoltato un suono uniforme senza “distinguere” il driver sorgente. Questo tipo di emissione omogenea fornisce anche uno sweet spot più ampio, con benefici sonici sia per il fonico che per quanti gli sono a fianco.
Ciò conferma quanto asserito nel sito dove si parla di taratura individuale per ogni tweeter AV10-MHF in modo tale che corrisponda alla curva delle prestazioni desiderate. Il cono del woofer AV10-MLF è realizzato in modo da corrispondere all’originale ma è pressato anziché lappato e ciò consente un controllo più preciso per rigidità e peso.
Inoltre il crossover usa condensatori degli stessi valori ma con materiali migliori. Questa elevata attenzione verso i particolari ha reso possibile ottenere per la prima volta coppie “selezionate”.
Chiudiamo con un ultimo punto di vista uscito durante i nostri confronti post-ascolto: secondo noi quel filo di maggiore brillantezza in alto è giusto per i brani attuali che hanno un contenuto di frequenze superiori maggiore rispetto a quelli degli anni ’80 e non si rischia di fare un mix che poi risulta, a causa della mancanza di alte in ascolto, troppo brillante in altri ascolti!
Sicuramente vale la pena ascoltare questi monitor per comprenderne in pieno il suono e sono utili per lavorare in qualsiasi situazione dallo studio personale a quello professionale.
Addendum: a breve sarà disponibile anche l’ampli Avantone Pro CLA-200 Studio Reference Amplifier, in classe A/B (2x200W/8Ω, 2x300W/4Ω e in mono bridge 500W/8Ω) e sicuramente sarà un neo-classico per questi monitor e tutti i monitor passivi dell’attuale generazione… e magari arriverà anche nel salotto di qualche appassionato hi-fi che non si fa intimidire dal look aggressivo del formato rack 19″.
I prodotti Avantone sono distribuiti in Italia da Backline Srl.
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