I miei amici di Dynaudio stavolta l’hanno fatta veramente grossa, per ripagarmi della lunga attesa delle LYD48 mi hanno mandato fra i primi al mondo uno splendido subwoofer 18S… roba da non stare più nella pelle, particolarmente dopo aver fatto il primo ascolto “a freddo”.
“A freddo” non perché mi fosse arrivato a Natale, non perché mi stesse salendo una devastante influenza, ma perché è sempre meglio fare qualche decina di ore di rodaggio a un woofer per poterlo ascoltare in condizioni ottimali e senza stressarlo troppo meccanicamente!
Ma cosa dobbiamo pretendere da un subwoofer?
Beh, il minimo sindacale è avere una risposta più dettagliata delle frequenze inferiori e l’allineamento della pressione sonora delle frequenze basse a quelle riprodotte dagli altri monitor, sino ad arrivare al controllo complesso richiesto nel caso di uso come LFE.
Pillola sulla risposta in frequenza: il taglio usato in regia per il sub generalmente è nella gamma 80-120Hz, da scegliere secondo le caratteristiche di linearità, THD ed SPL dei satelliti stessi… credo che nessuno desideri massacrare un altoparlante da 127mm (o preferite gli obsoleti 5″?) chiedendogli di riprodurre i 55Hz @ 100dB.
OK, per facilità di calcolo diciamo che tagliamo il sub @ 100Hz… cosa regolabile facilmente con tutti i sub, sia che abbiano un semplice interruttore, un selettore o un raffinato DSP! Pertanto il nostro sub si occupa delle frequenze dal SOL 2 a 98Hz (con LA @ 440Hz…) ergo la prima “terza” della chitarra (il MI basso è 82,41Hz) oltre un’ottava di basso elettrico, basso tuba, sax basso e contrabbasso (MI @ 41Hz) … quasi 2 ottave di piano e controfagotto (LA 0 @ 27,50 Hz) e 2 otatve abbondanti di organo e synth (DO 0 @ 16,35Hz)
Insomma anche se su quelle frequenze l’energia sonora è decisamente inferiore delle due ottave successive, c’è un bel po’ di ciccia a fuoco… ops, dimenticavo la cassa che generalmente si colloca dai 60Hz in su.
OK, dopo tutta questa disquisizione descriviamo un po’ il nostro gioiellino, perché il suo aspetto è decisamente di classe superiore e, nonostante il suo colore nero, si distingue immediatamente per l’eleganza tipica dei prodotti danesi.
18S non perché l’altoparlante sia un enorme 18″ ma due 9″ (a dire la verità sono due 9,5″/240mm ) a lunga escursione, alloggiati in un cabinet a sospensione pneumatica compatto di meno di 42 litri con un amplificatore di 500W alimentato dalle connessioni bilanciate e sbilanciate di ingresso per due canali. Il pannello posteriore è completato dalle uscite dei due canali, dall’ingresso trigger (cablato non wireless) per il controllo remoto di accensione del subwoofer mentre la connessione USB serve solo per aggiornamenti di firmware e diagnostica.
Tramite il display e l’encoder del potente DSP potete regolare sensibilità dell’ingresso (+6/0-6/-12dB), volume, frequenza di incrocio (con preset per Dynaudio serie LYD, BM5A, BM15A e M5P, oltre un taglio 24dB/ott, variabile nella gamma 40~120Hz a passi di 1Hz per uso con qualsiasi altro monitor/impianto), EQ parametrico a 3 bande (sola attenuazione fino a -36dB a passi di 0,1, con Q da 10 a 0,5 per frequenze da 20 a 120Hz), tempo di stand-by, trigger per l’accensione, status, reset e distanza dal punto di ascolto indipendente per monitor di sinistra, di destra e del sub stesso.
Come nella migliore tradizione Dynaudio, il manuale ricco ma sintetico ci offre interessanti spunti per il corretto posizionamento del/i sub, sia rispetto ai monitor che alle pareti che per i modi della stanza. Gli ultimi tre controlli del DSP consentono di ottimizzare elettronicamente le distanze rispetto al punto di ascolto a passi di 1cm fino a 5,35 metri e insieme al controllo di volume permettono di ottenere un bilanciamento timbrico ottimale.
Un’ultima parola sui 3 EQ parametrici: oltre alle correzioni “normali”, grazie ai filtri così selettivi e ripidi c’è la possibilità di risolvere anche i problemi di eventuali modi della stanza. Tutto ciò per arrivare a garantire una risposta in frequenza 16-230Hz lineare entro +/-3dB con una pressione sonora di 110dB.
E come suona?
Come anticipato la prima sessione “a freddo” con i valori di default ci ha dato subito un’impressione molto positiva, che è stata poi confermata dall’utilizzazione con diversi monitor (oltre i lyd48 ☺) e con diversi generi musicali, ossia con contenuti dinamici/energetici molto diversi tra sub e satelliti.
Partendo dagli esemplari bassi della Toccata e fuga in Re minore di J S Bach per arrivare all’hip-hop più recente e iper-compresso, ma passando per d’n’b & r’n’r, jazz e musica etnica, abbiamo apprezzato in pieno il suono preciso e potente ma frenato di piano, casse, bassi, organi, contrabbassi, percussioni e chi più ne ha più ne metta…
Per suono frenato intendo una caratteristica che ho sempre considerato prioritaria per scegliere un sub e/o comprendere la corretta riproduzione delle frequenze inferiori di un monitor: distinguere ogni nota suonata da qualsiasi strumento nella sua gamma di frequenza senza avere un segnale impastato o gonfio, che produrrebbe una risposta falsamente ricca di basse, magari con SPL superiori.
Ciò consente un ascolto non affaticante e si traduce in una maggiore tranquillità nelle scelte per il mix, quindi di confrontarsi serenamente con musicisti e produttori clienti dello studio.
Il prezzo non è proprio minimo ma è giustificatissimo fino all’ultimo centesimo.
A questo link la pagina ufficiale Dynaudio, marchio distribuito da Audio Distribution Group.
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