Se siete qui su queste pagine conoscerete sicuramente la storica software house Steinberg, tanto amata da noi musicisti, professionisti e non. Basandosi sull’enorme esperienza maturata in questo campo, la Steinberg ha sviluppato una serie di prodotti hardware, sempre dedicati al mondo della musica legata al computer.Quello di cui parleremo in questa occasione è infatti una scheda audio molto particolare per le sue caratteristiche intrinseche, come vedremo a breve.
Squìllino le trombe (non il “tada.wav” di win95 per favore ^__^)!
Abbiamo l’onore di presentarvi la VSL2020. Prime impressioni Aprendo il pacco contenente il materiale messoci a disposizione da Midiware (distributore per l’italia di Steinberg ed altri importanti marchi del settore), salta subito all’occhio l’accattivante confezione dall’aspetto molto professionale, di colore grigiastro metallico, della VSL2020.
Il nome non può che farci pensare subito alla tecnologia Vst System Link di cui contiene l’acronimo VSL.
E’ infatti questo un prodotto pensato soprattutto per il collegamento di macchine basate sulla Virtual Studio Technology… ma non solo.
La confezione contiene, oltre alla scheda vera e propria, il breakout cable ed un cd con il software V-Stack, i drivers ed i manuali relativi in formato pdf.
Sulla scheda si notano subito i quattro connettori ADAT (2 x 16 adat in e 2 x 16 adat out, per un totale di 32 canali adat), e l’apposita connessione din per il breakout cable.
Quest’ultimo ci mette a disposizione invece i classici din a 5 poli per il MIDI In e MIDI Out, line-in e line-out analogici in formato RCA, IN e OUT digitali coassiali (S-PDIF e AES-EBU), word clock IN e OUT. Installazione Il montaggio della scheda è stato effettuato a bordo di un computer equipaggiato con due processori Pentium III 1000 Mhz, 512 Mb di Ram e sistema operativo Windows XP, che sono praticamente i requisiti consigliati da Steinberg per questa scheda, anche se fortunatamente basta molto meno per far si che tutto funzioni egregiamente.
I drivers vengono tranquillamente “digeriti” dal sistema operativo, e l’installazione del software in dotazione V-Stack è tanto veloce quanto semplice. Al termine di quest’ultima, la barra delle applicazioni, esattamente accanto all’orologio, verrà “fregiata” dell’inconfondibile marchio Steinberg, che con un click ci dà accesso al pannello di controllo della scheda. Appaiono infatti ai nostri occhi una serie di meters digitali dove possiamo monitorare l’attività ed il livello di tutti gli ingressi ed uscite che abbiamo a disposizione, regolare con l’apposito fader il volume master, selezionare dove il mix deve essere diretto (analog out, digital out, adat o none), e la sorgente del clock (internal, s-pdif, adat o extra).
Nel menu a discesa Config, situato nella parte superiore del pannello, possiamo selezionare la latenza desiderata (l’incubo del compromesso latenza/samples), il tipo di trasmissione digitale (consumer o professional) ed i dettagli del clock. Una chicca è la selezione della sensibilità della rotella del mouse, ovvero possiamo scegliere di quante unità verrà modificato un parametro selezionato, ad ogni “scatto”, o step, della rotella. Il software: “V-Stack” Cominciamo col dare uno sguardo (anche più di uno) al software in dotazione: V-Stack.
Si tratta della “torre di controllo” della nostra catena VSL.
A prima vista sembra semplicemente un software host, ovvero una piattaforma che ospita e permette di far girare tutti quei plug-ins e virtual instruments non previsti come stand alone. C’è un vero e proprio mixer con tanto di 8 aux, 5 inserts, equalizzatori parametrici, automazione ecc…
Tra l’altro non è da trascurare il fatto che le uscite del suddetto mixer, saranno quelle della scheda stessa ovviamente, quindi una dotazione esclusiva ed eccellente.
A tutto questo possiamo dire di essere già “abituati”, purchè già entrati in contatto con Cubase, Nuendo o software di natura analoga. Abbiamo già visto mixer con numero di canali e bus virtualmente illimitati, fader motorizzati e controllabili in remoto e così via.
Ma avete mai provato a far girare una manciata di virtual instruments, qualche traccia audio, il tutto condito magari con un pizzico di effetti?
Temiamo proprio che ognuno di noi abbia purtroppo avuto a che fare con queste ricette “esiziàli” per i nostri computer.
Un disastro!
Giunge in nostro aiuto il VSL. La tecnologia VSL In principio fu il VST, poi Steinberg creò il VSL .
Ebbene si, i plug-in VST sono stati una vera svolta nel mondo della produzione musicale professionale e amatoriale.
Non la pensa proprio alla stessa maniera però il nostro computer, in quanto si trova a “fare la parte” di un Hammond B4 con tanto di Leslie, di un pianoforte, di un chitarrista (solo per citarne alcuni), il tutto spesso contemporaneamente!
Mai più che in questo caso ci si è presentata l’occasione di dire: “l’unione fa la forza”.
Prendiamo più computers e facciamoli lavorare in sinergia allora, quasi come una band. Dobbiamo farli suonare insieme, ma soprattutto “a tempo”. Niente di più semplice!
In una rete VSL un computer genera il clock (dà il tempo), e gli altri si sincronizzano.
Ovvero in una macchina setteremo il clock internal, e nelle altre lo riceveremo semplicemente.
C’è ancora un altro piccolo problema, ovvero la latenza, che in questo caso sarà pari alla somma di quelle che “affliggono” i singoli sistemi.
La VSL2020, se supportata da un buon hadware ovviamente, può arrivare ad un solo millisecondo di latenza (32 samples).
Non ci sono controindicazioni dunque. La tecnologia VSL è vincente, e lo ha dimostrato anche sul banco di prova.
Due parole sul “buon hardware”; la macchina utilizzata per il test era dunque un dual processor Pentium III di tutto rispetto.
Ciò nonostante, provando a far suonare un file midi con virtual instruments tipo The Grand Steinberg, Reason Propellerhead e Sampletank XL Ik Multimedia, tutti insieme, è risultato impossibile lavorare con i bassissimi livelli di latenza che questa scheda dichiara di poter supportare.
“Scatti e scrocchi” si sono impadroniti del mixer e del nostro impianto fino a che non abbiamo raggiunto un compromesso di 6ms di latenza circa, che è comunque buona.
Con questo non intendiamo dire che la scheda non sia capace di lavorare al famigerato millisecondo, ma è solamente una ulteriore sottolineatura all’importanza ed alla efficenza di una rete VSL. Anche “l’orecchio” vuole la sua parte Potremmo farvi un elenco di dati tecnici, ai più incomprensibili, quali THD, banda dinamica, risposta in frequenza, rapporto segnale rumore, ma una volta tanto abbiamo preferito introdurre qualcosa di un po’ “inusuale” per il canone della recensione classica.
Vogliamo fare come le riviste che recensiscono gli apparecchi in alta fedeltà, ovvero amplificatori, diffusori, lettori cd eccetera: parlare di “suono” insomma. Le schede audio servono infatti per registrare le nostre idee, incidere in maniera permanente le emozioni irripetibili di un musicista, e ci sembra di rigore parlare di alta fedeltà.
Però, i nostri sistemi di Hard Disk recording non registrano solamente! Riproducono anche e soprattutto!
Per questo abbiamo pensato di mettere alla “sbarra” la VSL2020 anche per quanto riguarda la qualità della riproduzione audio.
Tenendo sempre in considerazione che si sta parlando di un componente elettronico che viene montato in un case metallico, a stretto contatto con apparecchiature che generano un rumore a volte non indifferente, abbiamo semplicemente ascoltato ciò che viene riprodotto dalla scheda audio sulle uscite analogiche.
Estraiamo la traccia numero 14 tratta dalla famosissima colonna sonora di James Horner “Titanic”. “My heart will go on” è entrata ormai nelle nostre orecchie, volenti o nolenti e la registrazione è superba. Cuffie AKG di tipo chiuso, connesse ad un mixer Behringer, sicuramente rinomato più per “neutralità” che per bel suono.
La voce di Celine Dion la fa da padrona nella registrazione, riprodotta in maniera cristallina, molto avanti rispetto alla base.
Per quanto la cuffia possa dare la sensazione tipica del suono che proviene da dentro la testa, la separazione è buona, e quasi si sente la necessità di un poco di medi in più, che però fà si che il tutto rimanga ben distinto, lì dove il maggior difetto delle riproduzioni “da computer”, affette molto spesso da un “involontario” utilizzo di effetti ed equalizzazioni automatiche di dubbio gusto ed utilità, è proprio la “confusione” e l’indistinguibilità dei singoli suoni. Conclusioni Prima di riporre nella sua scatola la VSL2020 ci lasciamo accompagnare di nuovo dalle note di “My heart will go on” per scrivere un breve sunto su questa scheda audio Steinberg.
Ci permettiamo di dire che, considerando la fascia di prezzo di questo prodotto (350,00 € al pubblico), l’acquisto della VSL2020 rappresenta un buon compromesso per tutti coloro che hanno intenzione di iniziare, con orientamento già professionale e con uno sguardo a futuri upgrades, la tecnica dell’hard disk recording; nonché per coloro i quali, avendo già familiarità con questa tecnica di registrazione, vogliono aumentare la potenza del loro sistema, senza dover spendere una fortuna e cambiare tutte le apparecchiature per passare ad hardware di tipo professionale.
Sicuramente se non avete nessuna intenzione di voler realizzare una rete basata sul Virtual System Link, molte delle potenzialità della scheda non verrebbero sfruttate, ma considerando la qualità proposta dai concorrenti a prezzi confrontabilissimi, è comunque ampiamente consigliabile.
- La Steinberg VSL 2020 è importata e distribuita in Italia da Midiware S.r.l.
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