Questo è il racconto della seconda parte della giornata di test iniziata con gli ascolti degli storici microfoni Neumann e proseguita allargando l’esame anche ad altri prestigiosi nomi dell’audio pro.
Vista la bella iniziativa concertata con Lorenzo Tommasini (dopo aver lanciato l’idea, siamo stati costretti all’odioso numero chiuso, ma non c’erano alternative: 15 fonici + musicisti sono già troppi per una sessione di test) e la conseguente invasione dello studio di Fabrizio Simoncioni, abbiamo deciso di estendere la prova ad altri microfoni classici, ma con l’inserimento di un paio di quelli che io reputo neo-classici quali l’Earthworks PM40 PianoMic™ di Lorenzo e un Townsend Labs Sphere.
C’erano anche diverse repliche di qualità elevata quali un FLEA 12 equipaggiato di serie con la capsula CT12 di Tim Campbell e valvola 6072 con un trasformatore che è la replica dell’originale, un Peluso 251 per il suono dell’ELA M 251, oltre 2 Neumann U47: il reissue di Lorenzo e l’originale di Federico Pelle.
Come avrete letto nel primo articolo, abbiamo avuto l’onore di avere nel nostro panel persino un progettista quale Silvano Ribera (Audio Ribera) che ci ha portato due suoi gioielli: il primo è il suo Neumann U47 e l’altro è il microfono di sua produzione che consente di alternare la caratteristica timbrica fra 251 e C12.
Così ci siamo lanciati in questa impresa di test a rotta di collo: praticamente 9h in studio salvo una breve pausa pranzo. Nonostante il tempo a disposizione e la grandissima efficienza di tutti i fonici e gli assistenti, non siamo riusciti a testare tutti i microfoni che avevamo portato, e abbiamo fatto una selezione riduttiva “al volo” mentre gli esecutori sopportavano e supportavano le nostre richieste… a volte contrastanti!
Le impressioni dei partecipanti riguardo le diverse sessioni sono state abbastanza omogenee e tutti hanno apprezzato il microfono realizzato da Silvano e sugli altri microfoni i pareri sono stati un po’ meno omogenei per il carattere specifico e pregi e difetti riscontrati.
Ma non è nostra intenzione influenzare in alcun modo il vostro giudizio, quindi vi invitiamo ad ascoltare con il migliore dei vostri sistemi, magari anche in cuffia, i file e trarre da soli le conclusioni: sappiamo perfettamente che ogni ripresa ha un suo motivo e una sua ragione di esistere all’interno di una produzione!
Trattandosi di file .WAV molto grandi come dimensioni, non troverete qui un player streaming, ma vi indichiamo a questo link direttamente una cartella, e relative sottocartelle, in cui trovare e scaricare i files divisi per sessione.
Per quanti non desiderino fare ricerche pazzesche in rete o vendersi un rene per comprarsi uno “stra-mitico parco microfoni” approfondiamo il modello, o meglio dire il sistema, Townsend Labs Sphere L22™.
Questo sistema è basato sul microfono a condensatore a diaframma largo L22 a doppio canale (ossia ogni capsula deve, poi leggerete il motivo, essere registrata/gestita in modo indipendente) e ad alta risoluzione, progettato appositamente per catturare con dettagli precisi il campo sonoro tridimensionale.
Grazie alle tolleranze di produzione estremamente ridotte delle capsule, l’emulazione è effettuata con coerenza, accuratezza e notevole precisione.
Per catturare la risposta tridimensionale dei microfoni desiderati, Sphere L22 emula con precisione tutte le sfumature spaziali, l’effetto di prossimità e la risposta in frequenza fuori asse di microfoni vintage che sono essenziali per riprodurre il loro suono unico.
Non sottovalutiamo che il modeling e la relativa elaborazione (inclusa risposta ai transienti, armoniche, effetto di prossimità e risposta polare tridimensionale) dipendono molto dalle condizioni reali del campione utilizzato e si tratta spesso di rari microfoni a condensatore con 4/5 decenni di oltraggi da musici, fattori climatici e polveri varie… nonché dai fonici!
Il plug-in Sphere (UAD, VST, AU, AAX Native) offre una suite gratuita di modeling e consente di cambiare il tipo di microfono, la caratteristica polare e altre caratteristiche del microfono dopo la ripresa.
Quindi è possibile ascoltare la ripresa che si otterrebbe con microfoni diversi senza affaticare l’esecutore chiedendogli di ripetere l’esecuzione per trovare la capsula con la caratteristica migliore per quel brano o quella parte… scegliendo il carattere di microfoni che molti hanno solo sognato/visto in filmati storici.
Lavorando in ambito UAD con interfacce Apollo è possibile anche il modeling in tempo reale (latenza circa 1,6ms AD-DA @ 96kHz!) durante la registrazione.
Inoltre per gli utilizzatori di Apollo sono disponibili due ulteriori suite di microfoni, la prima del mitico Ocean Way (che in questo periodo è in offerta) e la seconda dell’altrettanto mitico fonico e produttore Bill Putnam Sr.
La possibilità di emulazione si amplia grazie al modo Dual che consente di elaborare in modo indipendente ognuna delle 2 capsule (ad es. effettuare registrazioni stereo coincidenti e/o usare modelli di microfono diversi a sinistro e destra con il plug-in Sphere 180).
Inoltre con Off-Axis Correction™ si può regolare l’allineamento di fase relativo dei due microfoni e ridurre la caratterizzazione, la colorazione indesiderata e altri problemi conseguenti dell’ambiente di ripresa, per esempio non è necessario spostare il microfono per eccesso o scarsezza di bassi a causa dell’effetto di prossimità.
Per avere un controllo visuale dell’intervento, il plug-in Sphere utilizza l’interessante Polar Meter che mostra dinamicamente la direzione e il livello del suono rilevato dal microfono, nonché la polarità attualmente selezionata.
Nel complesso abbiamo sempre avuto suoni (senza manipolazioni di sorta!) che rispettavano le nostre aspettative salvo una delle emulazioni del C12 che ha provocato pareri divergenti… d’altronde come aspettarsi elevata omogeneità da capsule che nella loro lunga e travagliata vita ne hanno “sentite” di tutti i colori?
Concludo con una constatazione dovuta: esistono due grandi differenze rispetto ai microfoni vintage, la prima è il ridotto rumore inerente di soli 7dB-A SPL, ben al di sotto della maggior parte dei microfoni vintage e paragonabile a molti dei migliori microfoni moderni, e la seconda è la possibilità di accettare oltre 140dB SPL, pressione alla quale nessuno esporrebbe una mitica capsula ultradecennale.
Aggiungi Commento