Una piacevole sorpresa della scorsa fiera di Francoforte è stata la presentazione di prodotti per il mercato audio professionale della Schertler, sia con il mixer Arthur, del quale abbiamo già parlato, che con i nuovi preamplificatori microfonici Yellow MIC500.
Personalmente rivendico una particina della paternità perché nel 2013, durante una cena nella stessa città tedesca e fomentato da un’ottima schweinaxe, mi ero lanciato in una disquisizione con Stephan Schertler, fondatore e CEO dell’azienda, sulla qualità sonora dei suoi preamplificatori Yellow Single e Yellow Blender (che avevo confrontato con blasonati pre da studio della stessa fascia di prezzo), chiedendogli di renderla disponibile anche per applicazioni da studio, dove la serie 500 è diventata lo standard sia degli studi personali che di quelli pro.
Da buon progettista, Stephan Schertler mi ha fatto notare che il problema principale per questo tipo di prodotti è nella corrente fornita dal rack stesso, perché i preamplificatori in classe A, a prescindere dal produttore, richiedono una forte corrente (contrariamente al linguaggio quotidiano, in mA misuriamo la corrente ed in Volt la tensione) per fornire le prestazioni previste (attenzione: con meno corrente il modulo funziona lo stesso, ma con qualità inferiore!).
Come indica il nome i tre moduli Yellow MIC500 sono predisposti per uso nei rack della serie 500 ma sono blu (nessun errore di traduzione/produzione, ma nome scelto dal marketing), a canale singolo, totalmente in classe A. Progettati per offrire la migliore qualità audio possibile, gli Yellow hanno un percorso del segnale totalmente bilanciato senza condensatori nell’intero percorso (tranne nel modello TT) ed usano solo componenti elettronici “discreti” (ossia senza i famigerati ed economici circuiti integrati).
I binari di alimentazione sono progettati con filtri attivi per migliorare la reiezione del rumore di alimentazione (PSSR). Tutti i modelli includono array di transistor selezionati a basso rumore della That. Per ottenere un tempo di attacco più veloce ed un migliore tempo di salita (in pratica una risposta impulsiva ottimale) non è applicato alcun NFB (feedback negativo).
I tre modelli si distinguono fra di loro perché il TL è senza trasformatore, mentre trasformatori audio Lundhal di alta qualità sono usati solo in uscita nel TO o in ingresso ed in uscita nel TT.
Nel pieno rispetto della tradizione svizzera di Schertler, la costruzione è molto accurata: le elettroniche di alta qualità dei tre preamplificatori sono racchiuse in un contenitore metallico totalmente schermato mentre il pannello anteriore in alluminio anodizzato da l’accesso intuitivo ai suoi controlli.
I controlli sono semplicissimi ed intuitivi a partire dall’interruttore per l’inversione di fase e quello per attivare l’alimentazione phantom 48V, passando al selettore rotativo a 12 passi di 3dB per la regolazione della sensibilità di ingresso e terminando con il controllo Extra Gain per l’uso con segnali deboli o per il collegamento di sorgenti a basse tensioni di uscita, quali i microfoni a nastro, con ulteriore amplificazione di 20dB. Un indicatore di livelli a 10 led con tenuta del picco fornisce un monitoraggio del segnale estremamente preciso.
Per verificare l’uso mi sono affidato ad un rack 500 IGS Panzer e alla pazienza dei miei compagni di avventure che hanno contribuito con voci, chitarre acustiche e chitarre elettriche… oltre la mia ampia dotazione di microfoni di tutte le fasce di prezzo e tipo (un paio di dinamici, tre nastro e quattro condensatore a FET).
Anche se ho fatto le riprese con altri pre di qualità (e costo) elevato, mi sono concentrato in particolare sul paragone fra di loro.
Con quasi tutti i segnali in ingresso e molti microfoni ho preferito la linearità del modello TL, più che lineare direi trasparente: amplifica come se “non ci fosse”, semplicemente alza la tensione del segnale. Di diverso avviso i miei amici chitarristi che hanno piuttosto preferito la “colorazione” del modello TT in particolare per la chitarra elettrica (e devo ammettere che nelle parti più “rock” ci sono ottimi motivi per usarlo), mentre il modello TO è stato meno apprezzato per il suo carattere “intermedio” fra i due ma, al solito, ricordiamoci sempre che l’uso di un pre o di un altro dipende dal bilanciamento sonoro e timbrico dell’intero brano, non solo dal suono che ci piace al momento della registrazione!
Quindi concludo con la mia solita esortazione di prendere dal vostro negoziante di fiducia o da un noleggiatore i tre modelli e tenerli per almeno una settimana facendo tutte le prove necessarie per comprendere in pieno il loro suono ed il motivo per usarli!
Stephan Schertler dichiara: “Da diversi anni Schertler ha curato un’anima audio professionale all’interno del business MI perché ha sempre perseguito i più alti livelli di accuratezza nella riproduzione del suono dello strumento acustico. Alcune delle sofisticate tecnologie proprietarie sono state la base di partenza per espanderci in questo nuovo segmento di mercato. Gli YELLOW MIC500 sono l’evoluzione della tecnologia messa a punto per i pre Yellow Single e Yellow Blender“.
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