Continuando la nostra sperimentazione sulla dotazione live per i gruppi, stavolta abbiamo testato sul campo un set “economico” di microfoni per batteria (499€ listino, sono disponibili anche come microfoni singoli ma con un costo complessivo superiore) della Beyerdynamic, con sette microfoni: il TG Drum Set PRO M.
TG non è una sigla o un acronimo improbabile del progettista, ma distingue tutti i microfoni della serie “Touring Gear”, prodotti per i tour, appunto.
Il set è composto dal TG D50d microfono dinamico cardioide a diaframma largo per la cassa, da quattro TG D35d dinamici supercardioidi a diaframma medio per rullante, tom e timpano e una coppia selezionata di TG I53c condensatori a diaframma piccolo da usare come panoramici o overhead, per chi preferisce la lingua della mitica Albione.
Di questo set esiste anche la versione ridotta BD TG Drum Set PRO M, che comprende il microfono per cassa, il set per i panoramici e un solo TG D35d, magari per il rullante in concerti jazz o pop & rock in ambienti ridotti.
Già aprendo la scatola notiamo una grande cura nella realizzazione della pratica borsa da trasporto che contiene i microfoni in ottimo ordine e con spazi precisi anche per operazioni di utilizzo al volo o per rimetterli a posto se arriva un acquazzone (beh, non quest’anno!).
A prima vista ci hanno stupito le dimensioni compatte dei microfoni ma quando li abbiamo usati abbiamo scoperto che queste hanno notevolmente facilitato l’utilizzazione consentendo posizionamenti e angolazioni difficili con microfoni di misure maggiori!
La risposta in frequenza e la max SPL accettata dai microfoni è perfettamente in linea con le esigenze per i microfoni da batteria, a 1 metro il TG D50d evidenzia un roll-off che è compensato dall’effetto di prossimità, che è ridotto rispetto ad altri microfoni per la cassa.
Il suono è risultato piacevole e versatile e, grazie all’originale selettore LIN-EQ, è stato possibile attivare una risposta in frequenza differente in tutto lo spettro, con maggiore linearità in basso, un “utile” buco in gamma media mentre il picco sulle alte esalta di 8dB i 4kHz, per ottenere quel “click” utile in situazioni rock e pop, praticamente un secondo microfono nel caso in cui LIN sia invasivo in alcune gamme di frequenza.
Anche se a prima vista ci ha stupito un po’, abbiamo trovato interessante la proposta di usare lo stesso modello di microfono (TG D35d) per rullante, tom e timpano, con caratteristica polare supercardiode, ossia meno larga del cardioide con conseguente minor ripresa dei segnali laterali.
Sappiamo perfettamente quanto ciò sia importante nella ripresa multi-microfonica della batteria per ridurre l’interazione con i pezzi adiacenti (il lobo posteriore del supercardioide generalmente è orientato verso l’alto o quantomeno fuori dalla maggiore energia sonora e diafonia) e avere la maggiore selettività possibile già all’origine per evitare problemi di posizionamento o di dover ricorrere pesantemente a EQ e/o noise-gate, per quest’ultimo con grossi rischi dal vivo.
Per la ripresa “panoramica” della batteria ci sono due TG I53c, interessante che in un kit così economico non sia dotato di una coppia generica ma di una coppia calibrata (o matched), ossia con risposta in frequenza molto simile, decisamente inferiore ai +/-2,5dB della tolleranza di produzione, e ne sono fornite le risposte in frequenza individuali. Non è casuale che fra uno e l’altro del set testato da noi intercorrano alcune decine di numeri di serie.
Il condensatore cardioide TG I53c ci ha dato una risposta molto interessante e l’esaltazione della gamma alta, con picco di 6dB intorno ai 10kHz, non è risultata aggressiva o noiosa, ma gradevole nella sua brillantezza. Ci ha stupito la mancanza di un filtro taglia-basso per eliminare la ripresa di segnali (e rumori!) indesiderati, quindi dovremo ricorrere al filtro del nostro mixer.
Sul campo l’uso per la batteria è stato di una semplicità disarmante. Al solito abbiamo iniziato con il microfono per la cassa che abbiamo posto leggermente fuori dal foro della pelle anteriore e regolando l’interruttore EQ secondo il genere musicale. Su rullante e tom le sospensioni elastiche ci hanno agevolato il montaggio in modo incredibile, senza alcun problema con cerchioni diversi e con un grande disaccoppiamento meccanico (ossia non ci sono rumori “indotti”).
Ovviamente dal vivo c’è stata anche l’importante riduzione del numero di aste necessarie (e relativo peso+ingombro sia sul palco che nel furgone) e la conseguente ottimizzazione dello spazio sul palco eliminando ragnatele incrociate con le zampe dei pezzi della batteria!
Il posizionamento dei panoramici è stato rapido, anche se avremmo preferito anche in questo caso delle sospensioni elastiche Beyerdynamic, magari meno costose delle pregiate EA19-25.
Due esperienze alternative:
- per la registrazione live di un concerto la sospensione elastica MKV87 ci ha dato un’ottima risposta anche quando ha dovuto sopportare il peso del D50d, mic per la cassa, sul secondo timpano imprevisto… (della serie le rock-band non si fanno mai mancare nulla per complicare la vita dei fonici nei concerti);
- per un’emergenza con un coro in uno spazio molto ampio abbiamo testato la coppia selezionata di TG I53c sulle voci di soprani+contralti dove il lieve picco in alto ci ha dato una risposta molto gradevole e notevole intelligibilità, un risultato di grande rilievo rispetto a microfoni molto più noti e diffusi della stessa fascia di prezzo.
L’MKV87 è talmente efficiente da essere scelto anche nei set per sessioni più impegnative sia live che studio, nelle quali è preferita una maggiore versatilità come il TG Drum Set L e TG Drum Set XL e ovviamente può essere usato anche per microfoni più lunghi di altre marche, ma c’è bisogno di un po’ più di cura del solito per il posizionamento ottimale.
Anche stavolta abbiamo fatto una serie esauriente di riprese e usi anche dal vivo con 5 batterie molto diverse fra di loro, da quella più economica e meno “curata” fino a una Gretsch e una Yamaha Steve Gadd in buono stato; riascoltando le sessioni abbiamo notato forti discrepanze sonore pertanto abbiamo deciso di non pubblicare le registrazioni.
Concludendo possiamo affermare con piacere che questo set ci consente di amplificare bene una buona batteria, ma anche di affrontare con serenità e un po’ di attenzione le sonorità di una batteria economica con problemi di pelli, fusti e meccaniche (repetita juvant: grazie alle dimensioni ridotte dei 4 supercardioidi che ci hanno facilitato posizionamento e orientamento) che con un set “standard” non riuscivamo a risolvere.
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