Andiamo per ordine, per parlare dei Tamburi Armonici Latum bisogna fare un passo indietro nel tempo del tutto doveroso; probabilmente i MusicOffili più navigati si ricorderanno di un certo articolo di organologia in cui Stefano Maroelli, parlando di strumenti idiofoni, faceva riferimento allo Hang, uno strumento nato nel nuovo millennio dalle mani di Felix Rohner e Sabina Schärer dell’azienda svizzera PANArt.
È stato questo strumento che ha suscitato un grande interesse a livello mondiale a ispirare nel 2007 Dennis Havlena che diede alla luce la prima steel tongue drum facendo delle incisioni sulla superficie di un serbatoio di gas propano, motivo per il quale questi strumenti vengono chiamati anche con il nome di tank drum (o hank drum visto che si ispirano allo Hang di PANArt).
Si tratta di uno strumento relativamente semplice da suonare – inutile negarlo, ma da anni le sue sonorità sono in grado di ipnotizzare migliaia di ascoltatori di tutto il mondo e sempre più frequentemente trovano un posto fra i “ferri del mestiere” dei musicisti vogliosi di esplorare nuovi suoni. Anche in Italia, nella nostra capitale ad essere precisi, troviamo un laboratorio dove questo tipo di strumenti vengono costruiti.
Si chiamano Tamburi Armonici Latum e sono progettati e costruiti da Alessandro Tushir Armillotta.
Alessandro inizia le sue prime sperimentazioni con bombole del gas rottamate e vecchi scaldabagni, da cui poteva ricavare i fondi metallici. È proprio vero – come diceva qualcuno – che dai diamanti non nasce niente, ma da alcuni scarti possono nascere progetti nuovi, nuove idee e, come in questo caso, nuovi strumenti musicali.
Questi strumenti musicali hanno parecchie peculiarità: sono costruiti in ferro dolce, ossia contenente meno dello 0,5% di carbonio, un materiale molto malleabile e che risponde molto bene sulle frequenze medio alte se suonato. Questo materiale è plasmato nella caratteristica forma dello strumento e vengono eseguiti degli intagli sulla sua superficie. Sono questi intagli che, quando percossi, vibrano ed emettono il tipico suono dello strumento e il volume della parte vibrante ne determina la frequenza dell’armonica principale.
Lo strumento viene poi passato sul fuoco, processo che conferisce una particolare cromatura che viene poi protetta con due strati di lacca. Dunque questi strumenti non sono pitturati in alcun modo.
Una peculiarità molto importante risiede nell’accordatura: col tempo gli hank drum perdono la loro intonazione, ma Alessandro ha trovato un semplice sistema che ovvia a questo problema, senza dover riportare lo strumento al costruttore per una manutenzione o per cambiare l’intonazione da 440Hz a qualunque altra frequenza di riferimento per il La.
Gli hank drum possono essere suonati sia con delle bacchette dalla punta sferica in gomma che con le mani, ovviamente si ottengono delle sonorità molto differenti che danno un grado di libertà in più a questo strumento.
Abbiamo incontrato Alessandro per la prima volta durante all’edizione del 2014 di Batterika, a dire il vero ho fatto una bella pausa dalla postazione dove controllavo il feed di Facebook e Instagram di MusicOff e mi sono immerso nel mondo di questi affascinanti strumenti. Ho incontrato un uomo pacato, appassionato del proprio lavoro e pronto a spiegare e far provare i propri strumenti a chiunque. È sempre bello sapere che ci sia qualcuno che con la sua passione si getti con tutto il cuore in un progetto e che, di fatto, si metta al servizio di ogni musicista.
E ora ascoltiamo come suona uno dei modelli di questo marchio nel video presente a questo link.
Tamburi Armonici Latum Official Website
Davide Torre
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