Salve a tutti, come ho accennato nei precedenti articoli, il settore degli strumenti musicali dedicato ai più piccoli è decisamente poco sviluppato se tralasciamo di prendere in considerazione gli strumenti giocattolo (che sembrano strumenti ma non suonano), gli strumenti elettronici (che suonano da soli) e gli strumenti tipo legnetti, maracas, triangolo, tamburello ecc. (che sono interessanti se suonati con la giusta tecnica e nel giusto contesto, ma che per i bambini diventano presto privi di interesse).
Sembra strano ma le più recenti innovazioni nel campo degli strumenti musicali didattici risalgono agli anni ’30 del secolo passato e sono le metodologie d’insegnamento della musica ideati dal compositore tedesco Carl Orff e da Maria Montessori.
Potremmo dire che fecero un passo avanti nella didattica facendone uno indietro nel tempo: decisero di iniziare l’insegnamento della musica da uno stadio antecedente alle complesse stratificate regole armoniche e strumenti della musica classica accademica occidentale, attraverso strumenti maggiormente accessibili come gli strumenti a percussione intonati e non intonati e l’uso della scala pentatonica (la scala più naturale ed universale).
Soprattutto spostarono l’attenzione dal singolo esecutore al gruppo dando spazio alla sperimentazione, l’improvvisazione e la creatività. Entrambi sentirono l’esigenza di disporre di strumenti diversi da quelli tradizionali, inadatti allo scopo.
Nel frattempo l’età delle prime esperienze musicali è scesa sempre più fino a coinvolgere i lattanti del nido e lo strumentario “innovativo” di Orff e Montessori, ideato per bambini dai 5 anni in su, non è adeguato a questa fascia di età perché, anche se ha un bellissimo suono, è delicato, costoso, ingombrante.
Mi è capitato alle volte di trovare negli asili degli elementi dello strumentario Orff (Montessori mai, chissà perché!) quasi sempre chiusi negli armadi e inutilizzati, motivo? “altrimenti i bambini li rovinano“.
Una delle innovazioni fu quella di separare i tasti degli strumenti a percussione intonati (metallofono, xilofono) dotandoli di una propria cassa armonica. In questo modo si possono distribuire tra i bambini le singole note o in gruppi di due-tre. Questo è molto positivo perché per i bambini gestire troppe note tutte insieme è faticoso e gli impedisce di capire come il loro suono si combina con gli altri.
Noi di Terredaria abbiamo pensato al bisogno di fare un passo avanti, facendone uno indietro! Ci siamo detti: costruiamo percussioni robuste, leggere, possibilmente più economiche e soprattutto lavoriamo sulle capacità evocative della musica sulle sue componenti più primitive, immergiamo i bambini in atmosfere e paesaggi sonori che li stimolino all’esplorazione.
Le campane tubolari in lega di alluminio sono un’ottima soluzione per disporre di elementi sonori intonati. Hanno un bellissimo suono, sono molto leggere, sono facilmente trasportabili (non hanno bisogno di cassa armonica).
Ne costruiamo di tutte le dimensioni, dalle grandi campane da meditazione fino alle campane da terra che usiamo con i bambini del nido e della scuola dell’infanzia. Le campane da terra sono sospese singolarmente attraverso dei piccoli anelli di gommapiuma ad alta densità collocati nei punti nodali.
Si possono disporre e distribuire a seconda delle esigenze in tanti modi diversi appoggiandole su di un tavolo o a terra o tenendole in mano.
Anche questo strumento, come tutti gli strumenti Terredaria, è ridotto all’osso, c’è solo l’elemento vibrante e gli anelli di sospensione quindi è gestibile in modo molto elastico e si presta a sperimentazioni come inserire dei piccoli oggetti nelle campane (una graffetta, un pezzetto di catenella) per modificare il timbro o suonarle ed immergerle parzialmente nell’acqua per abbassarne la tonalità.
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