Per ottenere l’attenzione dei bambini si possono scegliere due strade: si elimina dalla stanza delle attività musicali ogni possibile fonte di distrazione in modo da obbligare i bambini a concentrarsi sugli oggetti sonori presenti, oppure si cattura l’attenzione dei bambini con la magia di un piccolo spettacolo fatto di suoni in cui possono entrare e stare comodi, e a questo punto dove siamo non importa.
Purtroppo la prima strada è quella generalmente praticata.
Nelle nostre attività di formazione abbiamo spesso accesso a video di documentazione didattica riguardanti precedenti attività e ne vediamo di tutti i colori. Mi ricorderò sempre una relazione riguardante un laboratorio musicale proposto ai bambini scritta pedissequamente da un’insegnante che dopo aver descritto il set (una stanza completamente vuota con al centro delle bottiglie di plastica vuote) e dopo alcune osservazioni concludeva: “interrompo l’esperienza perché i bambini si stanno tirando le bottiglie“.
E ci credo! Che cosa vuoi che facciano dei bambini soli in una stanza vuota con delle bottiglie di plastica vuote?
Oppure un’altra che in una tabella dettagliatissima elencava per ogni bambino quale strumento aveva suonato e per quanto tempo (la bottiglia 8 secondi, il triangolo 17 secondi, ecc.).
Noi di Terredaria non siamo così, i bambini non sono cavie da laboratorio da osservare in un ambiente asettico. Prediligiamo una osservazione qualitativa e non quantitativa, ci interessa osservare le emozioni dei bambini, l’evolversi del loro stato d’animo e dei loro comportamenti durante il laboratorio, rispettosi per ogni loro azione e reazione. Stiamo parlando di Musica!
Noi preferiamo catturare l’attenzione dei bambini affidandoci al suono dei nostri strumenti ed alla nostra capacità di usarli per creare paesaggi sonori aperti all’esplorazione libera, ogni laboratorio è un piccolo spettacolo con i bambini protagonisti.
Anche se rispettiamo sempre le scelte dei bambini sul partecipare o stare in osservazione, è per noi fonte di grande soddisfazione riuscire a coinvolgere l’intero gruppo. Per questo non esitiamo ad usare trucchi ed effetti speciali, uno di questi è la Cuffia Marziana che solo a nominarla fa spuntare un sorriso.
È costituita da una cuffia antirumore con inseriti negli auricolari due tubi di corrugato che si congiungono in un imbuto fatto con il collo di una bottiglia di plastica. Indossandola il volume generale dell’ambiente si abbassa di colpo e di conseguenza il suono dell’oggetto inquadrato dall’imbuto sembra più alto e si percepisce più distintamente.
Il paesaggio sonoro cambia drasticamente e questo è fonte di immediato divertimento e sperimentazione!
La Cuffia marziana favorisce la concentrazione sul suono di singoli strumenti e sulle singole parti di uno strumento in situazioni di musica di gruppo.
È uno strumento utile per proporre una partecipazione diversa ma altrettanto attiva ai quei bambini che in certi momenti non partecipano alla produzione musicale. Con la cuffia marziana possono scegliere la fonte sonora da esplorare, cambiare, confrontare e creare suoni inudibili agli altri appoggiando direttamente l’imbuto sulla pelle di un tamburo.
Spesso diventa una specie di Walkie Talkie dove sussurrare parole segrete.
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