Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Jaco Pastorius, il più grande bassista che la storia ricordi, colui che ha aperto strade prima inimmaginabili, con una forza, originalità e un impatto sul mondo musicale che ancora adesso non è stato eguagliato.
Si prova una grande tristezza nell’immaginare quanta musica è andata persa con la sua morte, quante “Three Views of a Secret” o “Havona”, quante volte ancora ci avrebbe stupito e spiazzato.
Questa nostalgia, unita alla riconoscenza e all’ammirazione, il bravissimo bassista italiano Mario Guarini l’ha voluta esprimere in un brano dedicato a Jaco: “A Dancing Star (in loving memory of Jaco Pastorius)”, inserito nel disco Now It’s My Turn.
Il titolo è una famosa citazione di Friedrich Nietzsche, tratta dal prologo del suo capolavoro Così parlò Zarathustra (1885) che recita: “Io vi dico: bisogna avere molto caos dentro di sé per partorire una stella danzante.“
Aggiunge Mario “Questa frase spiega chiaramente quello che Nietzsche e Jaco hanno vissuto sulla loro pelle, una vita apparentemente caotica e tormentata ai più, unica fucina possibile per poter partorire dei capolavori assoluti. Entrambi sono stati schiacciati dal dover sostenere il loro incredibile talento nel partorire delle stelle danzanti, che brillano luminose ancora oggi. Prima di morire tutti e due sono stati superficialmente definiti “pazzi”, in realtà erano solo sfiniti.“
Il video e il brano di Mario vogliono essere un atto di amore e devozione, un umile tributo a un musicista e una band, i Weather Report, di una tale grandezza e impatto al cui cospetto tutti spariscono. Con Mario ci sono Peter De Girolamo (tastiere), Maurizio Dei Lazzaretti (batteria), Donato Sensini (sax), Gionata Colaprisca (percussioni).
E poi, ovviamente, c’è Mario, armato del suo fido Furlanetto fretless BN5F verde smeraldo. Con Mario non abbiamo perso l’occasione di fare anche due chiacchiere per una piccola intervista su Pastorius, che potete leggere subito dopo il video di “A Dancing Star” qui sotto.
Che impatto ha avuto sulla tua vita la musica di Pastorius?
Jaco Pastorius ha avuto un enorme impatto su me e su tutti i musicisti della mia generazione, ascoltare Jaco per la prima volta significa essere rapiti dal suo lirismo, dal suo groove, dalla sua originalità e dal suo spessore musicale.
Per chi suona il basso come me poi è ancora più significativo perché ha aperto strade e tecniche assolutamente sconosciute prima di lui e ha portato, come Jimi Hendrix fece con la chitarra, per la prima volta il basso in un ruolo da solista a pari dignità del sassofono o altri strumenti, scoprendone tutta la potenzialità melodica ed espressiva, che fino a quel momento era rimasta sconosciuta.
Per me l’impatto con la sua musica è stato talmente forte, che per assurdo cercai di allontanarmi un periodo, vendendo il fretless e il 4 corde, certo che una personalità così forte era inimitabile e sarebbe stato inutile diventare una brutta copia del suo stile unico.
Regolarmente però nella mia carriera sono tornato ad ascoltarlo con più maturità, per trovare in quello che ci ha lasciato sempre qualcosa di nuovo e importante da capire, un’eredità talmente ricca che ancora oggi non si è esaurita.
Cosa c’è nel tuo stile di basso che hai “rubato” a questo grande Maestro?
Io dico sempre che c’è un po di Jaco in ognuno di noi che vogliamo ammetterlo o no, ogni volta che si usa un bicordo o un armonico, una ghost note in un certo modo, le allargature a tasti, la loop station o il fretless ecc…
Ogni volta si deve questo a Jaco e se non direttamente, allora nelle influenze che lui ha avuto nei bassisti che ci piacciono. Personalmente ogni volta che pronuncio un tema e approccio una nota in un modo più lirico e cantabile penso a Jaco, questo sentire lo strumento come una voce è una della grandi innovazioni che lui ha portato.
Che consigli daresti a un giovane bassista per “capire” Pastorius al di là della tecnica?
C’è spesso un grande equivoco, i ragazzi sono attirati dal fatto che Jaco è il più grande bassista della storia, ma spesso non sono pronti a capire e apprezzare la complessità dei suoi dischi solisti o dei dischi dei Weather Report.
Questo li porta a smettere di ascoltarlo, considerandolo troppo jazz magari, ma Jaco era un groover formidabile, quindi io spesso realizzo per loro una raccolta dei brani più groovy come “Come On Come Over”, “The Chicken” o “River People”, e dei brani più lirici e cantati con il fretless tipo “A Remark You Made”, “Cannonball” e tutto il repertorio con Joni Mitchell, per avvicinarli al suo stile con brani che possono apprezzare e capire.
Un altro consiglio è di leggere la famosa biografia di Bill Milkowski, Jaco Pastorius. La straordinaria e tragica vita del più grande bassista del mondo, per capire prima di tutto che talento precoce e straordinario avesse e che complessa personalità piena di contrasti e ombre ci fosse dietro l’incredibile e instancabile performer che vediamo nei video.
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