Ciao a tutti gli amici di MusicOff, in questo articolo vorrei approfondire ulteriormente l’argomento triadi esaminandolo da un punto di vista diverso: lo studio dell’armonia ci insegna che alla base della costruzione di un accordo c’è la sovrapposizione di intervalli di terza, lo vediamo appunto nella costruzione delle triadi; due intervalli di terza sovrapposti costituiscono una triade, il primo intervallo (tra tonica e terza) stabilisce la qualità maggiore o minore della triade.Abbiamo cosi ottenuto le tre note fondamentali, dei veri e propri pilastri, sulle quali si basa la costruzione di un accordo: la tonica, la terza e la quinta. Questo concetto può essere esteso, ovvero possiamo continuare a sovrapporre altri intervalli di terza a partire dal nostro quinto grado, ottenendo così altri suoni ad arricchire il nostro accordo.
Per l’esattezza i nostri nuovi suoni saranno nell’ordine: la settima, la nona, l’undicesima e la tredicesima. L’estensione di questi intervalli dipenderà dal tipo di accordo e quindi dalla scala che stiamo prendendo come riferimento.
Prendiamo ad esempio la scala di C Maggiore a due ottave e proviamo ad applicare quanto detto finora.Procedendo per intervalli di terza a partire dalla tonica otterremo sei suoni oltre la fondamentale:
- C – tonica
- E – terza maggiore
- G – quinta giusta
- B – settima maggiore
- D – nona maggiore – (seconda maggiore)
- F – undicesima – (quarta giusta)
- A – tredicesima – (sesta maggiore)
Questi suoni costituiscono tutte le estensioni possibili dell’accordo.Veniamo ora al nostro strumento, il basso, e vediamo come poter sfruttare questa conoscenza; ci limiteremo a suonare due delle estensioni sopra elencate: la settima e la nona. Va precisato che, non essendo il basso uno strumento polifonico (perlomeno nel suo uso canonico), suoneremo queste note una per volta; potremo utilizzarle per costruire una linea di accompagnamento o delle piccole cellule melodiche o solistiche.
Ciò significa che dovremo fare attenzione a come utilizziamo le note, dato che, mentre le note della triade possono essere considerate perfettamente consonanti con l’accordo e quindi stabili, le due estensioni che prederemo in esame vengono considerate tensioni dell’accordo, ovvero note che non hanno una sonorità stabile ma tendono a risolvere su un altro grado della triade.Nel caso, ad esempio, della costruzione di un walking bass eviteremo di utilizzare le tensioni come prima nota della battuta, cercheremo invece di partire con una nota appartenente alla triade di C e poi sviluppare la linea utilizzando le altre note. Non dimentichiamo che il basso ha un importantissimo ruolo di supporto armonico!
Le note che abbiamo a disposizione nell’accordo di Cmaj7 sono quindi:C – E – G – B – DL’arpeggio di Cmaj7 (C – E – G – B) più la nona (D).Una cosa importante da notare è che da queste cinque note si possono estrarre altre due triadi oltre alla triade maggiore di C.
- E – G – B (Triade di Em)
- G – B – D (Triade di G)
Questa è un’informazione molto importante, ci dice che per suonare su un accordo di Cmaj7 non siamo necessariamente legati solo alla triade di C e relativi rivolti, ma possiamo utilizzare anche le triadi e Em e G e relativi rivolti, cercando sempre di avere la consapevolezza che, comunque, quello su cui stiamo suonando è un accordo di Cmaj7 e la nostra tonica sarà sempre C.Utilizzare le altre due triadi estratte non sarà quindi semplice come utilizzare quella di C, ma ci darà comunque spunto per arricchire la nostra linea. Facciamo un esempio provando a costruire una linea walking su otto misure di Cmaj7:Come potete notare ne viene fuori un modo di suonare molto “largo”, particolare, adatto per creare varietà nella linea di basso, cosa necessaria e difficile soprattutto quando ci si trova a suonare su un solo accordo che dura numerose battute e che ci offre pochi spunti armonici.
Ovviamente il suono che risulta in questo caso è un po scolastico; questa tecnica andrebbe integrata con l’uso di scale e cromatismi, ottenendo risultati certamente più musicali e interessanti. Attenzione particolare va dedicata all’uso della triade di G, nelle misure in cui l’ho utilizzata è evidente l’effetto risolutivo sulla nota C della battuta successiva.Fondamentalmente è come se nelle misure 4, 6 ed 8 avessi sottointeso un accordo di G(7), quinto grado della tonalità di C, che, come ben noto, è un grado fondamentale per creare la cadenza perfetta e risolvere sul nostro primo grado Cmaj7.
Notiamo infatti che la triade di G contiene entrambe le tensioni che abbiamo preso in esame (B – D), queste due note tendono entrambe a risolvere sulla nota C, in misura nettamente più marcata la nota B, che ricopre infatti il ruolo di sensibile all’interno della scala maggiore di C.Si noti anche che la prima nota di ogni battuta appartiene sempre alla triade di C maggiore, questo per non perdere mai il riferimento armonico dell’accordo su cui stiamo suonando, questa è una regola che può essere trasgredita in certi casi, si possono costruire movimenti più complessi, quasi delle cellule melodiche, che non necessariamente vedano una nota della triade di riferimento sul primo quarto della battuta, pratica più complessa che ho deciso di evitare in questo articolo.Nell’uso solistico o nella composizione di un tema melodico, si può certamente fare un uso più libero delle tensioni sentendosi meno legati alla triade di C maggiore, questo perchè in queste fasi lo strumento non ricopre più il ruolo di supporto armonico ma si trasforma in strumento melodico/solista. Inoltre la varietà ritmica di un assolo o di una melodia permette con maggiore facilità l’utilizzo di tensioni, il fraseggio musicale si basa proprio nel gioco di alternanza tra tensioni e risoluzioni.Un altro problema che va considerato è quello del registro in cui il basso suona, avrete notato come nelle sigle degli accordi tutte le tensioni, tranne la settima, sono sempre scritte sopra l’ottava. Questo è dovuto alla naturale costruzione dell’accordo, ma ha anche una valenza armonica importante, garantendo l’assenza di eccessive dissonanze che risulterebbero posizionando le tensioni nella stessa ottava della triade, creando un’eccessiva densità armonica.Provate a suonare un intervallo di seconda maggiore (C –D) e poi un intervallo di nona maggiore (C –D all’ottava superiore) e noterete la differenza. Considerando che il basso suona nel registro più grave, fornendo appunto la “nota al basso” degli accordi, bisogna stare molto attenti alle note che si suonano, soprattutto a quelle su cui ci si sofferma per più tempo, per non stravolgere il senso armonico del brano.Buono Studio!Alessandro Cefalì
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