Continuiamo il percorso iniziato nell’articolo precedente per suonare le scale pentatoniche in modi fuori dall’ordinario. Per assimilare bene la scala vi consiglio di creare delle linee di basso: limitarsi agli esercizi vi farà rimanere in superficie quando invece bisogna andare a fondo, e il modo migliore è fare qualcosa di creativo con l’argomento che si studia.
Ad esempio:
Si sceglie una tonalità (in questo caso MI), una delle diteggiature studiate (corda a vuoto) e poi si comincia a improvvisare un po’, cercando di dare un senso musicale a ciò che si sta suonando. La linea dell’esempio 5 è solo una delle tantissime idee che si possono creare; prendetela come spunto per poi inventarne delle vostre, cambiando anche tonalità e velocità.
Questo vi aiuterà a stimolare la creatività e ad essere veloci nel creare dei riff.
Ora immaginate una struttura di 4 battute in cui eseguite la linea di basso nelle prime tre e delle variazioni nell’ultima, come nell’esempio successivo:
Utilizzate le vostre idee sostituendo il vostro riff con quello scritto nell’esercizio, ricordando che lo scopo principale di ogni bassista è accompagnare a tempo e con gusto. Anche per ciò che riguarda gli assoli, non si può essere dei bravi solisti se non si è capaci di accompagnare un brano… quindi vi consiglio di dedicare molto tempo a studiare l’accompagnamento, dato che quasi sempre è la cosa che ai bassisti si richiede di più.
Altra cosa molto importante, ascoltate i brani in cui la pentatonica ha un grande peso. Ad esempio, come non pensare a “Sir Duke” di Stevie Wonder? Credo che sia uno degli esempi più belli di come si usa la pentatonica: la parte centrale dell’unisono ha frasi costruite con questa scala e ha una musicalità pazzesca. Comunque, troverete tanti altri esempi in moltissimi brani, ad esempio dei Led Zeppelin, Rage Against The Machine ecc.
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