Ciao a tutti gli amici di MusicOff, in questo nuovo articolo ci occuperemo dei modi della scala maggiore, argomento cruciale e notevolmente complesso da spiegare in tutti i suoi aspetti melodici ed armonici; il presupposto fondamentale per comprendere questo argomento è un’approfondita conoscenza della scala maggiore e della sua successione di toni e semitoni, applicata su tutta la tastiera del basso elettrico, ma soprattutto un’attenta conoscenza degli intervalli e della loro classificazione, come approfondiremo in seguito. Prendiamo come punto di partenza la scala maggiore di C.Il procedimento che ci permette di costruire i modi di questa scala, è quello di suonare le stesse note della tonalità di Cmaj, non più partendo da C per arrivare al C dell’ottava superiore, ma partendo da ognuno dei gradi della scala per giungere alla loro rispettiva ottava. Ad esempio, proviamo a partire dal secondo grado della scala, D, per giungere al D all’ottava superiore, passando per tutte le note contenute nella scala maggiore di partenza, quindi tutte note naturali senza alcuna alterazione. Otterremo quello che, apparentemente può sembrare un rivolto della scala di partenza, ma che in realtà è una scala a sé stante, con la sua successione di toni e semitoni. Fondamentalmente considereremo il D la nostra nuova tonica; questo nuovo punto di vista genererà quindi una serie di intervalli tra la nuova tonica e gli altri gradi della scala, che saranno propri del modi generato e della sua sonorità. In questo caso ad esempio, l’intervallo tra la tonica e il suo terzo grado (D-F = 1 tono + ½ tono) ci suggerisce che abbiamo ottenuto una scala minore.Seguendo lo stesso procedimento partendo dagli altri gradi della scala di Cmaj, otterremo gli altri 5 modi: Fin qui il concetto è abbastanza semplice; prima di procedere però ad un’analisi più approfondita, facciamo brevemente un passo indietro e vediamo come si classificano gli intervalli contenuti in una scala, o meglio gli intervalli che la tonica di una scala può generare con ognuno dei gradi della scala stessa:
- Intervallo di seconda: maggiore (1 tono) o minore (½ tono)
- Intervallo di terza: maggiore ( 2 toni) o minore ( 1 tono + ½ tono)
- Intervallo di quarta: diminuita ( 2 toni), giusta ( 2 toni + ½ tono) o aumentata ( 3 toni)
- Intervallo di quinta: diminuita ( 3 toni), giusta (3 toni + ½ tono) o aumentata ( 4 toni)
- Intervallo di sesta: maggiore ( 4 toni + ½ tono) o minore ( 4 toni)
- Intervallo di settima: maggiore (5 toni + ½ tono) o minore ( 5 toni)
A questo punto, facendo riferimento alla classificazione sovrastante, analizziamo le scale modali che abbiamo costruito partendo dalla scala di Cmaj, osservandone in particolare l’intervallo di terza che le qualifica come scale maggiori o minori.
- Nella colonna verde trovate elencati i sette modi con il loro relativo nome.
- Nell’adiacente colonna azzurra trovate il tipo di scala che si viene a creare (maggiore, minore o semidiminuito), in base all’intervallo di terzaper quanto riguarda le maggiori e minori, anche in relazione alla quinta (diminuita) per quanto riguarda la semidiminuita.
- Nell’area gialla trovate la classificazione di ogni singolo intervallo per ciascuna scala.
Come potete notare lo schema è piuttosto complesso e di difficile memorizzazione, vi sono tuttavia dei metodi che reputo molto efficaci per assimilare bene tutte queste informazioni. Trovo molto utile prendere come termini di paragone, con cui confrontare le scale modali, la scala maggiore ed il modo minore Eolio costruito sul sesto grado, ovvero la relativa minore. Queste sono le scale probabilmente più note anche ai musicisti poco esperti, raffronteremo quindi tutti i modi maggiori al modo Ionico e tutti i modi minori al modo Eolio in modo da classificarne facilmente tutte le caratteristiche principali:
- Modo Lidio: si differenzia dalla scala maggiore solo per il IV grado aumentato.
- Modo Misolidio: si diferenzia dalla scala maggiore solo per il VII grado minore
- Modo Dorico: si differenzia dal modo Eolio solo per il VI grado maggiore.
- Modo Frigio: si differenzia dal modo Eolio solo per il II grado minore.
- Modo Locrio: si differenzia dal modo Eolio per il II grado minore e per il V grado diminuito.
Come potete notare, tutte le scale modali prese in esame, ad eccezione del solo modo Locrio, si differenziano per una sola nota dalle scale prese a termine di pargone. Un altro studio, efficace ed importante, è quello di suonare tutti i modi di cui abbiamo parlato, partendo da una stessa tonica, per semplicità prenderemo il C: In questo caso, sarà l’apparire di alterazioni a suggerirci il variare delle caratteristiche di ogni singola scala.Come probabilmente avrete notato, in questo articolo non ho parlato delle diteggiature dei modi sul basso elettrico, le ho accuratamente evitate per due motivi principali: in primo luogo trovo molto utile sviluppare autonomamente le proprie diteggiature, in modo da esser costretti ad analizzare e costruire con attenzione le scale prese in esame; in secondo luogo è a mio avviso molto rischioso affidarsi a delle diteggiature date, perchè si finirebbe per associare ogni scala modale ad una geometria sulla tastiera, senza realmente comprenderne a fondo il suono e le caratteristiche. In compenso qui di seguito potete trovare delle brevi clip audio, in cui ho suonato ogni scala modale preceduta dal relativo accordo, per apprezzarne la sonorità:Come detto in apertura, quello dei modi è un argomento molto complesso sia da spiegare che da comprendere a fondo, spero quindi di essere stato sufficientemente esaustivo. Per qualsiasi domanda, sono a disposizione qui sul forum di MusicOff!
Buono Studio!Alessandro Cefalì
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