In questa mini-serie di lezioni troverete alcuni semplici esercizi per un approccio allo studio del walkin’ bass, la modalità più comune nell’accompagnamento del basso nel jazz tradizionale.
Le lezioni sono rivolte principalmente a contrabbassisti e bassisti elettrici che, già conoscendo il loro strumento, desiderano avvicinarsi al jazz pur senza avere approfondite conoscenze armoniche.
Walkin’ bass: innanzitutto mettiamo a fuoco quali sono le caratteristiche di questo tipo di accompagnamento.
La funzione ritmica del walkin’ bass è quella di scandire il tempo in modo regolare, fondendosi con il beat portato dalla batteria. Quindi il basso “va in quattro“, cioè suona una nota su ogni movimento della battuta, ad esempio:
È una figurazione ritmica estremamente semplice da un punto di vista concettuale. Tuttavia nella realizzazione pratica emergono molteplici aspetti che devono essere curati con attenzione per una buona riuscita dell’accompagnamento:
- la durata dei suoni deve protrarsi per tutta la semiminima, in una sorta di legato che dura per un tempo indefinito;
- è necessaria una regolarità ritmica estremamente solida e insieme elastica: il basso è un elemento che ritmicamente “porta il tempo”, mediando continuamente con gli altri strumenti della sezione ritmica e del gruppo;
- il portamento deve essere fluido, omogeneo e senza accenti.
La funzione armonica del walkin’ bass, e questo vale per il basso nel jazz in generale, è innanzitutto quella di definire le basi dell’accordo, cioè la sua fondamentale e sovente la 5a. In secondo luogo il basso può utilizzare anche altre note dell’accordo o frammenti di scala per meglio definire il contesto armonico.
La caratteristica melodica del walkin’ bass è quella di una linea sinuosa, che si muove tendenzialmente per gradi contigui, cromatismi o piccoli salti, in un continuum fluido, equilibrato e solido, che avanza (walkin’ come il passo sicuro di una persona che cammina appunto).
Un buon walkin’ bass inoltre ha un legame contrappuntistico con ciò che avviene nella parte melodica (tema o solo) e/o nell’accompagnamento degli strumenti armonici. Anche la scelta della tessitura sarà legata a ciò che suonano gli altri musicisti, in modo da mantenere varietà e intellegibilità musicale, nonché equilibrio nello spettro delle frequenze.
Al contrario di altre modalità bassistiche di accompagnamento in cui un riff viene reiterato, nel walkin’ bass si evita la ripetizione: è una linea sempre simile a se stessa, mai uguale.
I modi migliori per sviluppare sensibilità a tutti questi aspetti sono l’ascolto (ed eventualmente la trascrizione) di linee di basso di bassisti esperti, nei dischi e ai concerti, e, ovviamente, la pratica.
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Esercizi sulle note dell’accordo: fondamentale, quinta, terza
Per i primi esercizi, propedeutici all’approccio al walkin’ bass, propongo un accompagnamento di semplici giri armonici di standards (cioè famose canzoni della cultura americana riprese dai musicisti di jazz). Qui prenderemo il brano “Autumn Leaves“. Questi esercizi puntano a far maturare una consapevolezza degli intervalli, delle note degli accordi e dei principali criteri di conduzione di una linea di basso nel jazz.
Ecco qui il giro armonico del brano citato, nella tonalità in cui è più spesso suonato. La versione che propongo è essenziale, priva di elaborazioni armoniche.
Prima di intraprendere gli esercizi consiglio di ascoltare alcune versioni di questo brano, se possibile apprendere a canticchiarne il tema (o, perché no, a suonarlo!). A chi è digiuno di nozioni sulla costruzione degli accordi dico: non preoccuparti se ci sono simboli che non ti sono chiari! Vedremo insieme ciò che è necessario sapere per iniziare questo lavoro. È necessario solo conoscere la teoria degli intervalli.
Ecco alcuni consigli per affrontare gli esercizi:
- limitare le linee all’estensione Mi grave – Do in prima corda
- suonare nella prima posizione, privilegiando l’utilizzo delle corde a vuoto;
- lavorare su questi esercizi a una velocità confortevole, che sia possibile mantenere costante. Potete partire da q = 60, o anche più lentamente.
ESERCIZIO 1
Accompagnare in due (cioè con due minime per battuta), potendo utilizzare fondamentale e 5a dell’accordo, e avendo le seguenti accortezze:
- come prima nota di un accordo suonare sempre la fondamentale;
- muoversi con intervalli non superiori all’8va;
- al cambio di accordo muoversi verso la nuova fondamentale con un intervallo non superiore alla 5a.
Vi ricordo che la fondamentale è la nota stessa su cui l’accordo è costruito (ad esempio la nota Do per un accordo Cm7), mentre la 5a è la nota posta dalla fondamentale a 7 semitoni ascendenti oppure 5 semitoni discendenti.
NB: La quinta degli accordi maggiori (Δ), minori (m6 oppure m7) e di dominante (7 oppure 7b9) è giusta; la quinta dell’accordo semidiminuito (la cui sigla è m7b5 oppure ø) è diminuita. Ad esempio la 5a dell’accordo Aø è la nota Mib.
Certo, dovendo rispettare tutte queste “regole” le soluzioni per realizzare questo primo esercizio non sono infinite. L’invito è comunque a cercare di evitare la ripetizione e a esplorare a ogni giro nuove soluzioni. Ecco un esempio di come è possibile procedere sulle prime battute di Autumn Leaves:
ESERCIZIO 2
Accompagnare in quattro (cioè con quattro semiminime per battuta) seguendo le stesse regole e gli stessi accorgimenti menzionati per l’esercizio precedente. Aggiungiamo un 4° accorgimento: evitare di ripetere la stessa nota sul 2° e 3° movimento.
In questo secondo esercizio il ventaglio di possibilità si amplia. Ad esempio:
ESERCIZIO 3
Accompagnare in due potendo utilizzare, oltre alla fondamentale e alla 5a dell’accordo, anche la sua 3a. Gli accorgimenti da avere sono gli stessi degli esercizi precedenti.
La 3a di un accordo dipende dalla sua natura:
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- per accordi maggiori ( Δ ) o di dominante ( 7 oppure 7b9 ) la 3a è maggiore (4 semitoni ascendenti oppure 8 semitoni discendenti);
- per accordi minori ( m6 oppure m7 ) o semidiminuiti ( ø ) la 3a è minore (3 semitoni ascendenti oppure 9 semitoni discendenti).
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Ecco un esempio:
ESERCIZIO 4
Terminiamo questa lezione con un accompagnamento in quattro utilizzando fondamentale, 3a e 5a dell’accordo.
Qui ci avviciniamo a qualcosa che assomiglia a un Walkin’ bass. Questi sono i pilastri per una buona linea, per renderla più fluida dobbiamo aggiungere qualche nota di passaggio: note diatoniche e cromatismi. Ce ne occuperemo nelle prossime lezioni.
Foto di copertina (Guido Zorn) di Christophe Charpenel
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