In questi ultimi anni di articoli e video dedicati alla didattica del basso elettrico, mi sono dedicato principalmente agli aspetti teorici e tecnici legati al nostro strumento.
Non va però perso di vista il ruolo della conoscenza teorica e dello studio tecnico. Non bisogna dimenticare che tutto ciò è e deve essere al servizio della capacità creativa di ogni musicista.
La pratica musicale è intrisa di aspetti creativi che non sono necessariamente legati alla capacità o meno di comporre musica originale, ma anche semplicemente alla possibilità di partecipare con un apporto personale ed artistico ad opere già esistenti.
Nell’epoca di Youtube e dei Social Network imperversa da anni il concetto di Bass Cover, fondamentalmente dei video in cui viene spiegato come suonare la linea di basso di un determinato brano.
Fermo restando che è didatticamente molto proficuo studiare ed analizzare le linee di basso dei brani più famosi, esiste però un passo successivo che consiste nel reinterpretare, arrangiare o stravolgere le suddette linee di basso.
In questo articolo mi occuperò proprio di questo: in che modo posso suonare un brano non replicando necessariamente la linea di basso originale?
Prenderò ora in esame per grandi linee la linea di basso della strofa di un brano molto famoso: “Hotel California degli Eagles“.
Come potete notare leggendo ed ascoltando il file audio, la linea si muove con un andamento ritmico di sedicesimi piuttosto fitto ed utilizza esclusivamente fondamentale, quinta ed ottava di ogni accordo.
Per poter mettere mano alla linea di basso devo essere in grado di manipolarne gli aspetti ritmici e quelli melodici, devo quindi per prima cosa conoscere la struttura armonica della sezione di cui ci stiamo occupando, sono sufficienti semplicemente le triadi:
Vediamo quindi un paio di esempi su come potrei modificare questa parte di basso:
Nel primo esempio che vi propongo ho cercato di mantenere la linea ritmicamente “vivace” ma contemporaneamente ho voluto enfatizzare gli aspetti melodici della struttura armonica, andando a cercare suoni diversi rispetto a quelli della linea originale.
Per fare questo è fondamentale ragionare sulle triadi e sui collegamenti diatonici tra di esse, ho indicato con il numero 3 i punti in cui mi sono soffermato sulla terza dell’accordo e con il numero 5 quando ho usato la quinta, questo è il risultato:
Un altro approccio può essere quello di sviluppare la linea esclusivamente dal punto di vista ritmico, il che non significa necessariamente suonare una ritmica più elaborata, anzi potremmo suonarne anche una più semplice “intorno” a quella originale; ne viene fuori un sound tendente al Funk:
Vi confesso che l’analisi che vi sto proponendo è “a posteriori”, in realtà ho prima suonato gli esempi audio che avete potuto ascoltare, li ho poi trascritti e solo alla fine li ho esposti in questo articolo.
Questo per dire che spesso risulta molto più musicale un approccio istintivo rispetto a quello analitico, l’invito è quindi quello di suonare più possibile sui dischi che vi piacciono, analizzare i brani nella loro veste originale per poi suonarli liberamente a modo vostro.
Questo è d’altronde il modo con cui si sono formati musicalmente i musicisti che noi tutti apprezziamo di più!
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