Sebbene abbia limitato da tempo l’assistenza su strumenti commerciali per concentrarmi sulle sole GNG, ogni tanto faccio qualche eccezione per chitarre di fascia alta; questo bellissimo Les Paul Custom Shop aveva bisogno di una bel setup per suonare un tono sotto con delle 011/054, più un nuovo capotasto in materiale autolubrificante.
Ecco cosa ho fatto:
Situazione originale con capotasto in osso da sostituire. Ho inciso con calma e precisione dove la vernice copre il capotasto (ai lati e posteriormente, verso la paletta).
Con dei colpetti leggeri ho sollecitato il capotasto fino al cedimento dell’adesivo che lo sostiene, ripulendo poi i residui di colla originale, lasciando così una superficie piatta e pulita.
È importante mantenere la spaziatura e l’angolatura originale, 90° in questo caso, asportando meno materiale possibile (consiglio solo lame e lime). Attenzione anche alla vernice che potrebbe scheggiarsi: lavorare dall’esterno verso l’interno.
Sui miei strumenti mi piace partire con dei blank “nudi” da sagomare e slottare, per gli strumenti commerciali più comuni in commercio si trovano dei capotasti pre-tagliati ed ho voluto approfittarne, avendone alcuni in stock nel laboratorio.
Il capotasto qui utilizzato è in grafite/teflon, scelto dal chitarrista, di colore nero per un look più moderno.
Controllando che la base sia ben squadrata, ho incollato il capotasto con due/tre gocce di cianoacrilato (di buona tenuta e facile da rimuovere in caso di futura sostituzione) ed ho inciso con un bisturi i profili esterni.
Seguendo i segni appena fatti, ho limato il capotasto fino a raggiungere il profilo.
Pulizia dell’hardware con petrolio bianco.
Rimozione dei graffi superficiali tramite buffing arbor e polish compounds.
Pulizia e ripristino dei potenziometri con “DeoxIT”
Con l’uso, alcune meccaniche perdono la loro tensione originale, stringere quelle più lente aiuta ad avere un feeling ed una precisione migliore, in fase di accordatura.
Dopo aver passato della lana d’acciaio 0000 sui tasti, consiglio di fare una bella sgrassatura iniziale con del petrolio bianco per eliminare i residui di olii precedenti, per poi riapplicare dell’olio di limone: nutre i legni porosi evitando possibili fratture. Ho rimosso l’eccesso dopo circa 5 minuti dall’applicazione.
Controllo che anche i dadi delle meccaniche non si siano allentanti, stringendo i più lenti senza esagerare.
Vi siete mai chiesti a cosa servono i poli regolabili sui vostri pickups? Beh, per gestire l’output corda per corda!
Molti sottovalutano questa possibilità, invece ritengo che seguire l’andamento del radius anche con i poli aiuti molto l’omogeneità d’output del vostro playing.
Per quanto riguarda l’altezza del pickup al ponte, mi tengo in genere a circa 1.8mm dal E cantino e 2mm dal E basso, regolando il pickup al manico di conseguenza ascoltando l’output di uscita dei due e cercando il miglior equilibrio.
Rimontando le corde posso tornare ad intervenire sul capotasto. La regolazione dell’action al capotasto influenza tutta la tastiera (sia come action che come intonazione): è importante abbassarsi il più possibile evitando i buzz. Si trovano in commercio delle lime apposite, consiglio di tenersi leggermente sopra il diametro della corda di riferimento, es: per una 010 usate una lima 012.
Un riferimento generico per la profondità dello slot: tenendo premuta la prima corda, E cantino, in terza posizione, lo spazio tra la corda ed il primo tasto deve essere circa lo spessore di una corda 010″, usate uno scarto della stessa come riferimento passandocelo sotto. Aumentate questa differenza fino ad una 028″ alla sesta corda, E grave.
N.B. Il tutto va effettuato con il manico perfettamente dritto.
Già che avevo le lime in mano, ho modificato gli slot delle sellette per il nuovo diametro delle corde, ammorbidendo ogni punto tagliente per garantire un suono limpido e pulito.
Un utensile molto utile prodotto da ESP per regolare l’action (con il manico in relief stavolta: si preme al primo ed ultimo tasto della corda del sol e si verifica che intorno al dodicesimo tasto ci sia circa lo spessore di una corda 010″, da aumentare un poco se il musicista suona con molta forza).
Siate amici del vostro tailpiece, se non usate il wrap around regolatene l’altezza in modo che la corda tocchi solo la selletta del vostro bridge, sorvolando lo spigolo del ponte come in foto.
Tornando ancora al capotasto, qui sto abbassando l’altezza superiore del capostasto fino a lasciare libere le corde per un terzo del loro diametro. Una busta delle corde appena aperte, può essere usata come protezione per gli spigoli della paletta dalle corde.
Con un pad morbido di carta abrasiva (prima 320p seguito dalla 1000p) ho ammorbidito gli spigoli superiori per migliorare il comfort del musicista in prima posizione.
Accordata e controllo del relief. Altro trucco rapido per regolare il truss rod: se buzzano i primi tasti, svitare la barra diminuendo la tensione (aumento del relief) avvitare invece se il buzz si presenta al centro della tastiera (diminuizione del relief).
Regolazione delle ottave: paragonare sempre la corda a vuoto, non l’armonico al dodicesimo, seguita da tasto 12 e 17, se risultano crescenti aumentare la lunghezza e viceversa.
Controllo e tensionatura di tutte le parti avvitate (in foto, stringo il dado del selettore).
Risultato finale del capotasto (e capostato originale integro di fianco). Notare i pochi giri di corda alle meccaniche, di norma uno sopra ed uno sotto l’ingresso della corda sulle corde basse ed uno sopra e due/tre sotto sulle corde non rivestite danno il risultato migliore).
Per l’ultima pulizia finale sono fan da sempre di un classico che si trova anche in supermercato: pronto antistatico e panno in microfibra.
Enjoy!
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