In questo 2017 ormai agli sgoccioli vi abbiamo parlato in più di un’occasione delle corde La Bella, prima per annunciare la nuova distribuzione italiana offerta da Valmusic Professional e in seguito per raccontarvi la rivoluzionaria tecnologia alla base della nuova linea Vapor Shield: queste ultime sono state oggetto delle mie valutazioni dopo mesi di prova sul mio basso tipo Precision, assieme alle leggendarie Deep Talkin’ sempre prodotte dal marchio italo-americano.
VAPOR SHIELD
Inizio da un aspetto a mio avviso assolutamente non trascurabile: il trattamento Ionic Vapor Process non lascia alcuna sensazione percepibile al tatto, contrariamente a quanto avviene per esempio con le mute coated, le quali risultano sempre un pelo scivolose ai miei polpastrelli; una sensazione alla quale in genere mi abituo con poca fatica, ma se riesco a evitarla del tutto tanto di guadagnato.
Riscontro anche una buona tensione delle corde, nonostante la scalatura sia leggera (40 – 100) rispetto ai miei standard.
In termini di suono ricevo come atteso un buon riscontro di brillantezza, le corde “cantano” che è una bellezza (e questa sensazione sarà rafforzata quando successivamente le monterò sul mio strumento fretless), ma non certo a discapito di una decisamente apprezzabile ricchezza di basse frequenze.
Personalmente le ho trovate estremamente soddisfacenti nello slap proprio per questa doppia caratteristica sonora, ma anche col plettro, su suoni più o meno sporcati, mi hanno lasciato un piacevole retrogusto.
A distanza di mesi lo stato delle corde risulta ancora efficiente, il suono ha perso poco rispetto a quando sono state tolte dalla confezione; avendole volutamente trascurate (mai asciugate dopo aver suonato e strumenti tenuti fuori dalla custodia) e considerando i netti cambiamenti di temperatura e umidità avvenuti nel mentre mi sarei aspettato un calo ben più drastico.
DEEP TALKIN’
La prima caratteristica che mi colpisce è il peso, un aspetto che prelude a un contesto per me tutto da esplorare sia in termini di suono che di sensazione al tocco: queste corde sono veramente importanti, al di là della generosa scalatura (che richiede un minimo intervento di lima sul capotasto del mio basso, abituato a spessori molto meno consistenti), e la tensione una volta montate è notevole.
Rimango piacevolmente sorpreso dall’ottimo bilanciamento tra una corda e l’altra: di questo aspetto vanno a beneficiare l’articolazione della mano destra, molto più omogenea, e la soddisfacente percezione di un Sol assolutamente non “chitarrino”. Col tono aperto il sound richiama molto quello di Michael League, asciutto, metallico in maniera decisamente contenuta. Lo trovo azzeccatissimo per contesti di tipo semi-acustico, oltre che ovviamente per Motown e suoi derivati.
Chiudo il tono ed ecco un bel timbro ovattato e corposo, ai limiti del synth-bass, che mi diverto ad abbinare con la mia effettistica trovando sfumature nuove (e portatrici di ulteriori GAS…). Soddisfatto ma non ancora pago, mi gioco anche l’ultima carta in serbo: la striscia di spugna sotto alle corde a ridosso del ponte. Il risultato è davvero quello sperato: un sound decisamente contrabbassistico, fine dei giochi e della mia vita sociale.
Tiriamo le somme: con le Vapor ho trovato una valida alternativa in termini di suono e di durata ai miei utilizzi abituali per quanto riguarda le corde roundwound, e sono piuttosto curioso di provare la muta a 5 corde sul mio strumento titolare. Le Deep Talkin’ mi hanno intrigato come da aspettative: in futuro avrò un basso tipo Precision sul quale montare corde lisce in pianta stabile, e dopo questa esperienza sono già sicuro di quali utilizzerò…
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