Ci ha lasciato Hal Blaine, che con la sua batteria monster ha caratterizzato il groove di decine e decine di grandi successi del rock negli anni ’60 e ’70.
È morto lunedì 11 marzo per cause naturali a Palm Desert, in California. Batterista statunitense protagonista di centinaia di incisioni di successo negli anni Sessanta e Settanta al servizio di giganti della musica pop e rock quali i Beach Boys, Frank Sinatra, i Mamas & Papas, Simon & Garfunkel, The Byrds, Barbra Streisand, Elvis Presley, Sam Cooke, Dean Martin…
L’annuncio della morte del novantenne Blaine è stato dato dalla famiglia sulla pagina Facebook del musicista, senza aggiungere alcun dettaglio, oltre all’augurio che il loro congiunto “Possa riposare per sempre sul 2 e sul 4“.
Il nome di Hal Blaine potrà forse non dire nulla oggi a molti giovani batteristi, ma la sua popolarità tra gli addetti ai lavori è stata a suo tempo paragonabile a quella di cui ancora oggi godono top drummer del calibro di Steve Gadd o Vinnie Colaiuta.
Non tanto o non solo per l’abilità tecnica, quanto soprattutto per il suono e lo stile: di sicuro negli anni Sessanta il batterista più impegnato in studio in tutta la West Coast degli Stati Uniti, Blaine si era fatto una solidissima reputazione tra produttori, autori e musicisti dell’area, al punto che, secondo quanto dichiarato da un’altra leggenda della batteria, Jon Keltner “se volevi lavorare a Los Angeles all’epoca dovevi avere il suono di Hal Blaine“.
Un suono ben riconoscibile in hit quali “Mr. Tambourine Man” dei Birds, “California Dreamin‘” dei Mamas & Papas o uno qualsiasi dei successi dei Beach Boys, da “Surfin’ U.S.A.” a “I Get Around” a “Good Vibrations”, con il rullante sul backbeat spesso doppiato dal floor tom e con un uso parsimonioso dei piatti.
Nato il 5 febbraio del 1929 a Holyoke, in Massachussets, Harold Simon Belsky, figlio di emigranti ebrei provenienti dall’Europa dell’Est, si era trasferito in California con la famiglia a 15 anni.
Dopo il servizio militare aveva studiato per tre anni a Chicago nella School of Percussion di mr. Roy C. Knapp, già maestro di Gene Krupa; una volta tornato a Los Angeles era stato introdotto nell’ambiente musicale locale da Tommy Sands, all’epoca un idolo dei teenager, ma soprattutto dal collega Earl Palmer, batterista nativo di New Orleans considerato tra gli ‘inventori’ della batteria nel rock’n’roll, che aveva cominciato a girargli le session alle quali, per i troppi impegni, non poteva partecipare.
La sua capacità di lettura, il suo carattere disponibile e l’interesse per la musica rock che andava via via affermandosi ne fecero l’uomo giusto al momento giusto.
Negli studi di registrazione, infatti, stava avvenendo una sorta di ricambio generazionale, con i musicisti che snobbavano la svolta rock o non erano in grado di suonare il nuovo genere ben presto rimpiazzati da una nuova leva di turnisti ironicamente autodefinitisi the Wrecking Crew, più o meno letteralmente “il collettivo che distrugge tutto”: con i loro jeans, le T Shirt e la loro passione per il rock, Blaine e una dozzina di suoi giovani amici musicisti erano infatti accusati dai colleghi più anziani – impeccabili nei loro vestiti blu – di voler ‘distruggere il bussiness’.
Tra i membri della Wrecking Crew si ricordano i chitarristi Glen Campbell, Tommy Tedesco e Barney Kessel (peraltro un affermatissimo jazzista), i bassisti Ray Pohlman, Joe Osborn e Carol Kaye e i pianisti Randi, Larry Knechtel e Al De Lory.
Dalla metà degli anni Sessanta e per due decadi intere Blaine si trovò a essere l’indiscusso numero uno dei batteristi negli studi di registrazione di Los Angeles: Capitol, Gold Star, United, Western e RCA. La collaborazione con Phil Spector fece sì che Blaine realizzasse gran parte delle incisioni caratterizzate dal cosiddetto Wall of Sound del noto produttore.
In totale il batterista avrebbe partecipato a oltre 35.000 registrazioni e a circa 6mila singoli, uno dei batteristi più registrati di sempre e il primo a sperimentare l’uso un set ciclopico con tanti tom, ribattezzato “The Monster“; un set che veniva sovrapposto a quello di base a quattro pezzi e che la Ludwig avrebbe commercializzato come Octopus Set, ma senza riconoscere alcun compenso a Blaine.
Nel video, alcuni dei brani su cui Blaine ha registrato la sua batteria:
Molto attivo anche nelle registrazioni di colonne sonore per film e serie televisive, Blaine ha firmato cinque album strumentali come leader: Deuces, T’s, Roadsters and Drums (1963), Drums! Drums! A Go Go (1966), Psychedelic Percussion (1967), Have Fun!!! Play Drums!!! (1968) e Buh-Doom (1998).
Attivo sino in tarda età, è stato ammesso alla Rock and Roll Hall of Fame nel 2000 come sideman, ricevendo nel 2018 dalla Recording Academy il Lifetime Achievement Award.
Per saperne di più su questo straordinario musicista si consiglia la visione del documentario The Wrecking Crew realizzato da Denny Tedesco nel 2008, oltre che i capitoli/intervista a lui dedicati in due libri scritti da altrettanti batteristi famosi: The Big Beat di Max Weinberg (Contemporary, 1984) e The Roots of Rock Drumming di Daniel Glass e Steve Smith (Hudson Music, 2013).
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