Martedì 1 maggio è morto in ospedale dopo circa una settimana di ricovero per le conseguenze di una leucemia John “Jabo” Starks, colonna portante della band di James Brown negli anni ’70.
Nato il 26 ottobre del 1938 a Mobile, in Alabama, Starks si era innamorato giovanissimo della musica e della batteria in particolare, assistendo alla street parade di una marching band durante i festeggiamenti del Martedì Grasso.
Aveva appreso i rudimenti del drumming da autodidatta, spiando i migliori musicisti e batteristi di passaggio al Club Harlem di Mobile. Come ha raccontato a Jim Payne nel suo imprescindibile libro Give the Drummers Some. The Great Drummers of R&B, Funk & Soul (Manhattan Music 1996), l’aspirante batterista, troppo giovane per poter accedere al club, seguiva tuttii concerti che vi si svolgevano attraverso un buco praticato in una porta nel retro del locale, seduto su una scatola di cartone.
Molti tra i batteristi di scena al Club Harlem venivano da New Orleans e tra loro c’era anche Shep Sheppard, batterista di Bill Doggett, dal quale potè ascoltare per la prima volta nella vita uno shuffle: “Man, la cosa con più groove che avessi mai ascoltato. Shep poteva buttarti fuori dal locale con quello shuffle. Glie l’ho copiato e ci ho messo qualcosa di mio. Le due mani suonano la stessa figura, mentre la cassa esegue il backbeat sul due e sul quattro…“
A Mobile Jabo si fa le ossa suonando con la band The Castanets: lo nota Bobby “Blue” Bland, che lo invita a unirsi alla band di base a Houston che lo accompagnava, la Joe Scott Orchestra, a giudizio del batterista “musicalmente, la miglior band in cui abbia mai suonato“. Dal 1959 al 1965 incide tutti i dischi di Bland, tra cui i singoli “I Pity The Fool” (n. 1 nelle classifiche R&B del 1961), “Turn On Your Lovelight” (n. 2 nello stesso anno), “Stormy Monday Blues” (n. 5 nel 1962), “That’s the Love Is” (n. 1 nel 1963).
Proprio nella band di Bland Starks viene notato da James Brown, che gli avrebbe fatto chiedere più volte da alcuni suoi emissari – secondo quanto dichiarato da Jabo in un’intervista a Modern Drummer – di unirsi alla sua band.
Un’offerta sempre gentilmente rimandata al mittente, fino a quando la cifra proposta fu tale da convincerlo ad accettare. Era il 1965 ed evidentemente il Padrino del Soul riteneva particolarmente adatto alla sua musica il modo di suonare concentratissimo sul groove ma al contempo rilassato di John Starks, musicista dotato di un sofisticato tocco di scuola jazzistica e di un feel assolutamente personale.
Caratteristiche che evidentemente Brown non riscontrava negli altri batteristi che all’epoca erano al suo servizio, tra i quali Melvin Parker, Obie Williams e Clayton Fillyau. Ben presto questi abbandonarono la band e Starks si trovò a dividere i suoi compiti batteristici con Clyde Stubblefield, divenuto ben presto suo amico. “Clyde ha un senso naturale del ritmo, suona un funk diverso da quello che puoi ascoltare dalla gran parte della gente… Clyde è quanto di più vicino a un batterista funk di New Orleans” (per ascoltare cosa erano in grado di combinare dal vivo Jabo e Clyde insieme vi consigliamo l’ascolto dell’album di james Brown Live at the Apollo, Vol. 2, registrato nel 1967 e pubblicato l’anno seguente dalla King Records).
Negli anni Settanta Starks è stato il batterista che ha partecipato alla registrazione del maggior numero di singoli di successo del suo leader, a cominciare da “Sex Machine”, o più precisamente “Get Up (I Feel Like a Sex Machine)” del 1970, “Super Bad” dello stesso anno, “Hot Pants” e “Make It Funky” del 1971, “Talkin’ Loud & Sayin’ Nothing” del 1972, “Doing It To Death” (conosciuta anche come “Funky Good Time”) del 1973 o “The Payback” o “Papa Don’t Take No Mess” del 1974.
Nel 1975 John Starks abbandonò James Brown per unirsi alla band di B.B. King, con il quale ha a lungo collaborato sia dal vivo sia in studio. Successivamente ha suonato con varie formazioni nate per iniziativa di ex musicisti del Padrino del Soul. Ma soprattutto ha ritrovato il vecchio amico e collega Clyde Stubblefield (scomparso nel 2017) con il quale ha realizzato nel 1999 per la Rittor Music il DVD didattico Soul of the Funky Drummers.
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