Volevo aprire l’articolo con un cappello descrittivo sulla loro discografia precedente e cercare di descrivere il sound che emerge attraverso il loro nuovo singolo “Arrows“, title track del nuovo album.
Un suono differente. Durante l’intervista l’ho definito grungy e John è d’accordo… una sorta di neologismo ma chi se ne frega.
Alla fine ho mollato tastiera e “calamaio” decidendo di non scrivere troppo. Sentiamo quello che è emerso durante l’intervista, a questa sorta d’istrionico batterista, dallo sguardo da sagoma e molto simpatico, ma che picchia duro sul suo kit relativamente limitato in pezzi.
È anche attraverso la sua sana pazzia che la giusta scossa arriva dai pezzi composti dalla Band. John Sherman è uno di quei batteristi che ti rimangono impressi, a te che cerchi emozioni…
La simpatia e la “follia” di John Scherman
[…entrambi sorseggiando birra…]
Hey John, siete uno dei gruppi più vivaci e autoironici del mondo hard rock. La vostra musica dal sound massiccio e i vostri testi che hanno innegabilmente una certa profondità… qual è il messaggio che state diffondendo? I vostri video, oltre ad essere una rappresentazione della vostra musica e avere un forte impatto visivo, hanno un forte nonsense e dell’autoironia, sembra che vi piaccia passare per ingenui, quanto sei coinvolto nella scrittura dei testi e della musica?
Ciao, Dario. A dire il vero non ho nulla a che fare con la scrittura dei testi e onestamente non ho idea di cosa parlino (Ride). Succede – l’attenzione ai testi, NdA – qualche volta, più in là, come anche con band con le quali ho suonato durante gli anni, oppure le mie canzoni preferite, ascolto i testi. Ma sono molto più interessato alla musica che alle parole.
Mia moglie è molto brava a ricordarsi i testi e a cantare dietro ad una canzone e a volte rimango stupito per cose che sento, ma il mio cervello è focalizzato sui riffs e la batteria.
Quali sono le tue band preferite John?
Bene, nel mondo Rock i miei preferiti sono i Led Zeppelin, Black Sabbath, ma anche ZZ Top, Thin Lizzy…
Tutti stili che si possono sentire nel tuo drumming…
Oh si si, nel Metal per esempio probabilmente è Dave Lombardo, colui, assieme a John Bohnam, con cui sono cresciuto, e il mio drumming è rimasto nei paraggi, però ho sentito anche un sacco di Funky e R&B, mi piace molto la musica che ha un battito di cuore, pulsazioni, dal vivo e non meccanico.
Primi passi da musicista
Come hai iniziato con la batteria?
Ero un ragazzino iperattivo, ero sempre lì a percuotere qualcosa, a scuola sempre a tamburellare con le penne, non ho mai pensato di diventare… era tutto già lì, in me, non fu mai una decisione, lo dovevo fare… ero penso dodicenne, quando iniziai a scuola dei corsi e scelsi la batteria, a quattordici anni ebbi il mio primo kit.
Hai preso lezioni con un maestro a scuola quindi?
A scuola iniziai come percussionista nella banda dell’istituto, da tamburino, per un paio di anni. Non sono mai riuscito però a leggere la musica per bene. Non riuscivo a concentrarmi. È più semplice per me sentire la partitura e ripeterla suonandola. È più semplice.
Quale è stata la prima?
La primissima fu una Sturd credo, un pezzo di cacca, che mio padre trovò in una rimessa (Ride) e me la diede. La mia prima vera batteria fu una Slingerland Magnum, un kit massiccio, toms 12×12 pollici, 14×14 e 16×16 come timpano. Sarei felice ad averla ancora, era tosta. E non ce l’ho più… (traspare vero rammarico, NdA)
Sei ancora fedele a Slingerland o sei endorser di qualche marca?
Sto suonando Ludwig. Le Slingerland, sono buone, le Gretsch sono buone, ci sono tante batterie forti in giro ma Ludwig è il top, la crema della crema. Ho suonato anche molti rullanti Ludwig, quindi quando ebbi l’opportunità di essere un batterista della Ludwig, dovetti dire yeah (Ride). Suono una Ludwig Legacy Maple e ho un’altra Ludwig, una Classic Maple (me la mostra fisicamente, è una Oyster 4 Pezzi massiccia con sgabello Ludwig classic con 3 crashes e 1 ride).
Si torna live?
Cosa è la batteria per te?
Cos’é la batteria?… mmm… (pensa), è una domanda dura, tosta, perché non ho mai provato a definirlo. È qualcosa di difficile da definire… è come un organo, un muscolo, come un cuore, la batteria per me è una cosa vivente, respirante, che si evolve… Il suonare è anche un mutamento. Il mio genere di approccio è in continuo cambiamento, non so come definirtelo. Tosto! È davvero una buona domanda. Ci penserò su per un bel po’…
Quando sei lì, che stai per iniziare a suonare ad un concerto, cosa vorresti trasmettere a chi ti sta ascoltando?
Non penso realmente così tanto a quest’aspetto, ma il messaggio è solo che suonare davanti ad un pubblico, con la propria band, è offrire al pubblico. Pubblico che sparisce, nel senso che è lì, ma io non lo vedo. Puoi convogliare il pubblico ma è anche il pubblico che guida te… È una relazione strana, non strana, una simbiosi, che tu hai con la musica, stai controllando ma sei anche sotto controllo. Non c’è nient’altro di simile, nessuna emozione è uguale come schiantare una batteria dal vivo.
Con questo lockdown poi, deve essere dura, com’è la situazione negli Stati Uniti?
Non possiamo suonare ancora, ma ci stiamo organizzando, abbiamo qualche data fissata, per Agosto, ci manca poco.
Concerti, stage divers e ciuffi sulle chitarre
Qual é stato il tuo miglior concerto?
Uno dei momenti memorabilia è stato quando abbiamo suonato a Mosca, fottutamente pazzesco, è stato davvero pazzesco, un costante afflusso di tuffatori (stage divers, NdA) e il nostro manager Chris, era sul palco per assicurarsi che ognuno che saliva non ci saltasse addosso e ‘gentilmente’ li ributtava giù (ride mimando un tuffo), ce n’era uno che si è messo a pogare e ballare affianco a Brian (Giles) e mentre Chris lo stava facendo scendere dal palco, un ciuffo dei suoi capelli si è incastrato con le chiavette delle corde sulla paletta della chitarra di Brian.
Ciuffo che dopo il concerto era ancora sulla paletta… Brian lo ha tirato via… poi una volta qualcuno rubò la pedaliera di Brian, e lo abbiamo scritto su Facebook. L’anno seguente quando tornammo qualcuno ce lo restituì sul palco… (ride) dicendo, questa è la vostra pedaliera. Suonare a Mosca non lo dimenticherò mai.
Dove è appeso il ciuffo ora?
(Ride di gusto) Probabilmente in una discarica a Mosca.
Dimmi qualcosa sul nuovo album Arrows, il sound è molto grungy, o mi sbaglio, almeno della title track “Arrows“?
Si è molto grungy, è strano perché abbiamo finito di registrarlo più di un anno fa e sarebbe dovuto uscire nel maggio dell’anno scorso (2020), anche il video per “Arrows” era finito, prima del Covid e avevamo già il tour prenotato, non ancora lo avevamo annunciato, quindi abbiamo cancellato tutto, dovemmo e fortunatamente non abbiamo dovuto risarcire nessun biglietto eccetera.
È stato silenzioso, ed è stato dura stare fermi per un anno ma ora è tutto eccitante, il divertimento sta ricominciando ad uscire. C’è così tanto spazio tra me e la registrazione che posso apprezzarlo più del normale. Solitamente appena finito di registrare penso sempre a cosa avremmo potuto fare meglio, cosa potremmo cambiare, analizzarlo oltre il dovuto…
A volte non pensare troppo è meglio…
Oh, si… esattamente (ride)
Cadaveri in bocca….
Com’è la tua salute dentale?
Mentale? (ride)
No, dentale… per via delle lattine di birra che azzannate…
Ah… (ride di gusto)… la mia salute dentale è praticamente buona, poco tempo fa ho avuto un intervento dentistico, qualche settimana fa. Mi hanno messo, una cosa molto Metal, della polvere di cadavere artificiale nella mia mandibola, che possa far ricrescere l’osso… ho qualcuno morto in bocca…
Stai diventando uno Zombie…
Si si, era polvere di Zombie… forse una parte di questa persona mi arriva fino al cervello…
Chissà… alcune religioni credono in aspetti simili… a proposito, domanda al volo fuori programma, aprendo tale tema…com’è il tuo rapporto con la religione?
La mia visione della religione è che non ho proprio una visione religiosa… penso che le religioni in generale possano essere abbastanza pericolose. Tendo a starne alla larga.
Il futuro dei Red Fang… e del mondo…
Dove arriverà la vostra musica in futuro?
Bella domanda! Non lo sappiamo, ad esempio noi con quest’album, ma anche con gli altri, non abbiamo mai avuto un piano chiaro, non ci siamo mai seduti per chiederci dove volevamo arrivare con quest’album, dove volevamo arrivare musicalmente, è accaduto.
Da un lato è buono, ci è piaciuto e il suono è difficile da definire, mi sento come se alcune canzoni sono più popolari, forse lo stoner con il quale hanno etichettato il nostro suono ci è giunto.
Non abbiamo mai definito il nostro genere, molte nostre canzoni non possono essere definite Stoner Rock. Se senti ‘Prehistoric Dog’ forse… ma abbiamo sempre un sacco di influenze, tutti noi, gusti e generi differenti. La nostra band è una comunanza, una collaborazione di sforzi. Niente di predefinito e con un’uguaglianza d’intenti.
A volte è tosto finire le canzoni, abbiamo dozzine e dozzine, per non dire centinaia di pezzi incompiuti. Per esempio ‘Funeral Coach’ del nuovo album. Il riff di apertura l’abbiamo scritto una decina di anni fa… e non trovammo mai un posto per inserirlo. Invece adesso… È una sorta di mix di cose create durante gli anni e roba nuovissima. E vedremo dove andrà la nostra musica.
E nel mondo, in generale, dove andrà la musica, con sempre più elettronica, rimarrà quella suonata con il cuore e la mano?
La musica reale rimarrà sempre, anche se entra o esce dalla popolarità, ma le tecnologie cambiano, ovviamente, e la musica è sempre più connessa alla tecnologia, che poi non è proprio una cosa cattiva, io penso che gli uomini non perderanno l’istinto primordiale di battere una batteria o schitarrare le corde, ci sarà sempre, ma fans e tendenze vanno e vengono, così chi sa?
Ci sarà elettronica ancora per un po’ di tempo.
Qualche data italiana?
Ci proviamo!
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