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Una guida per migliorare la propria percezione del tempo

Ritmologia, Il musicista e la gestione consapevole del tempo del batterista Roberto Gualdi è un utilissimo viatico per musicisti curiosi (non solo batteristi), interessati ad approfondire la conoscenza del ritmo e di conseguenza migliorare le proprie performance.

Firmato dal batterista Roberto Gualdi per la casa editrice Volontè&Co, Ritmologia colma un vuoto esistente in ambito didattico, concentrando in un agile testo di gradevole lettura gli studi e le ricerche dell’autore in materia di Ritmo, offrendo una guida affidabile per porsi le domande giuste, spunti da approfondire e strumenti per farlo, con una serie di esercizi facilmente eseguibili da qualsiasi musicista o cantante, anche senza strumento, per migliorare immediatamente il proprio approccio al tempo.

Un libro – ribadiamo, non solo per batteristi – ricco di spunti filosofici, del racconto di preziosissime esperienze personali, di strategie per affrontare dubbi, fobie e ansie da prestazione, con utili consigli per favorire rilassamento e concentrazione, la cui assenza è spesso la vera causa di prestazioni al di sotto delle nostre aspettative.

La cultura musicale occidentale ha sviluppato nei secoli un approccio all’armonia e alla melodia di carattere scientifico, approntando metodologie e studi sempre più accurati e precisi.
La stessa cosa non si può invece dire per il ritmo, che pure, per definizione, costituisce nella visione teorica occidentale il terzo elemento fondante insieme ad armonia e melodia dell’arte musicale (un proverbio indiano, opportunamente citato dall’autore a inizio del settimo capitolo, recita invece che “La melodia è la madre e il ritmo è il padre”).

Ritmologia di Roberto Gualdi, batterista tra i più impegnati sulla scena pop rock italiana (Vecchioni, PFM, Dalla, Jannacci, ELST, Dolcenera, Steve Burns, Twinscapes, Four Tiles…), non aspira certo a colmare da solo questa evidente lacuna, ma ‘batte un primo colpo’ (se ci passate la metafora percussiva) in questa direzione.

ritmologia roberto gualdi

Inquadrati oggetto, scopi e destinatari del libro nei primi due capitoli, nel terzo Gualdi smonta la convinzione errata che il senso del tempo sia una cosa innata, di quelle che “ce l’hai o non ce l’hai”, identificando invece gli elementi, a portata di tutti, che possono determinare una buona tenuta del tempo.
Non solo la genetica influisce, quindi, ma anche l’ambiente culturale e musicale nel quale cresciamo, e poi gli ascolti che ci concediamo.

A tutto ciò si aggiungono le questioni tecniche (intese come controllo dello strumento e fluidità di esecuzione), la maggior o minore conoscenza del repertorio (si ricorda Stravinskij, secondo il quale bisogna “avere la partitura nella testa e non la testa nella partitura), ma soprattutto “gli sgambetti della nostra mente”, ossia i condizionamenti psicologici e i problemi di concentrazione, aspetti a proposito dei quali risultano davvero utili e illuminanti le riflessioni e i ‘consigli di vita’ di Gualdi.

Con il Capitolo 4, dedicato a Portamento del tempo ed espressione artistica, cominciano anche gli esercizi: tutti quelli previsti nel libro hanno un corrispettivo nei numerosi video a disposizione  on line sul portale V-Channell dell’editore, con Gualdi che li esegue con il solo aiuto di un metronomo, della propria voce, del battito delle mani, o come nel caso del video n. 2, di un semplice pennarello. Esercizi che hanno quindi il pregio di non necessitare di strumenti completi per essere eseguiti, almeno a un ‘primo livello’, che possono essere fatti ovunque e che potranno davvero contribuire a migliorare e di molto la nostra percezione del tempo.

Nel Capitolo 5 si spiega dettagliatamente il cosiddetto Counting System, sottolineando l’importanza di contare ad alta voce, e si suggeriscono utili metodi per affrontare i tempi dispari. Con la stessa chiarezza e semplicità nel Capitolo 6 (L’alfabeto ritmico) si spiega cosa siano le permutazioni, offrendo utili esempi sia in ambito binario sia ternario, sia lavorando con gruppi di 5 o 7 note.

Il Capitolo 7 rappresenta una preziosa introduzione, chiara e sufficientemente approfondita, al Sistema ritmico indiano, probabilmente l’ambito musicale in cui il ritmo è stato ed è ancora studiato in maniera più profonda e ‘scientifica’.
Gualdi non pretende certo di esaurire l’argomento nelle pagine di questo capitolo, ma fornisce (o “prende in prestito”, come direbbe lui) pochi ‘strumenti’ di studio e conoscenza, immediamente applicabili perché  funzionali a migliorare la nostra percezione del ritmo.

Segue un capitolo, l’ottavo, in cui si parla di Training Click, quindi dell’importanza di fare pratica utilizzando il metronomo, ma anche di come uscire dalla Comfort Zone, ossia di come usare lo stesso metronomo non solo in battere; utilissimi gli esercizi proposti in questa sezione per accrescere la propria consapevolezza di suddivisioni e delle mai abbastanza considerate pause!

La piramide ritmica di cui si parla nel successivo capitolo consente all’autore di approfondire l’argomento dei gruppi irregolari, prima di affrontare, nel decimo capitolo, quello dei Metri irregolari, per cui Gualdi fornisce efficaci metodi di analisi, riconoscimento  e gestione (peraltro utilissimo l’elenco di brani di differenti generi musicali, divisi tra quelli basati su quarti, oppure ottavi o sui sedicesimi).

Di Poliritmia, ormai sempre più frequentemente utilizzata anche nella musica occidentale (ma da sempre alla base dell’arte musicale in Africa e India…), si occupa il capitolo XI, mentre il seguente è tutto dedicato alla più celebre delle poliritmie stesse, ossia la cellula 3:2 anche nota come Hemiola.

Con estrema semplicità e ripartendo dal già affrontato concetto di permutazione, Gualdi ci spiega poi cosa sono le cosiddette modulazioni metriche. Una volta fornitici gli strumenti necessari per accrescere la nostra sensibilità ritmica, nei capitoli 14 e 15 l’autore elergisce utili e pratici consigli su – rispettivamente – come organizzare la pratica quotidiana sullo strumento e come prendersi tempo per se stessi, focalizzando l’attenzione sul respiro, il rilassamento e la concentrazione (o, per meglio dire, la non distrazione).

ritmologia roberto gualdi

Decisamente interessante il contenuto del Capitolo n. 16, Tempo di performance, focalizzato sui tipi di memoria (uditiva, visiva, muscolare e analitica) utili all’apprendimento musicale e a preparare un repertorio.
Da persona sensibile qual è, Gualdi non manca di toccare problematiche da cui non sono immuni neanche professionisti consumati come lui: ansia da prestazione e paura del giudizio degli altri sono fattori che non smettono di presentarsi dopo un certo numero di esibizioni live o di turni in studio, ma con cui bisogna imparare a convivere.

Roberto ci offre la sua esperienza e i suoi ‘rituali’ di preparazione, non certo come rimedi universali e dal risultato garantito, consapevole che ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per tanti altri, insistendo sulla necessità che ognuno, presa coscienza del suo modo di essere, trovi la sua via per affrontare e risolvere – un passo alla volta – simili difficoltà.

Nel Capitolo 17 sono riportate alcune illuminanti Conversazioni avute dall’autore con illustri colleghi e luminari di diverse discipline (si parla di Africa con il djembefola Bruno Genero, di ritmo nella musica colta occidentale con Elio Marchesini, della modernità della concezione ritmica di Louis Armstrong con Stefano Bagnoli,  di musica indiana con Omar Cecchi e del rapporto tra Yoga e Musica con Gabriella Cella).
Un modo per approfondire ulteriormente alcuni degli argomenti via via trattati nel corso dell’opera.
Chiudono il volume le conclusioni dell’autore e un’utile bibliografia divisa per singoli argomenti, per chi volesse approfondirne qualcuno dei tanti temi trattati.

Qualsiasi viaggio, anche il più lungo e difficile, inizia sempre con un primo passo; e se si vuole davvero migliorare come musicisti nella percezione del tempo (non esattamente un dettaglio, quando si vuole suonare in una band o in un ensemble o in un’orchestra), un primo e ben indirizzato passo può essere proprio Ritmologia, un testo che ha il merito esplicito di affrontare aspetti normalmente trascurati – o dati per scontati – nella metodologia tradizionale e quello meno esplicito, ma non meno importante, di stuzzicare la curiosità del lettore, suggerendogli letture e approfondimenti tutt’altro che banali.
Utilissimo e consigliabilissimo.

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