It’s About Time: Jeff Porcaro, L’Uomo e la Sua Musica, la biografia definitiva scritta da Robyn Flans e pubblicata da Hudson Music, è ora disponibile in italiano grazie alla traduzione di Bob Baruffaldi, batterista, insegnante e già fondatore e colonna della rivista specializzata Drumset Mag.
Uno dei batteristi più registrati della storia, Porcaro è diventato una superstar del suo strumento: membro fondatore dei Toto, band vincitrice di numerosi Grammy Awards, Jeff ha suonato in studio e/o dal vivo con i più importanti artisti pop rock della fine del secolo scorso, da Steely Dan, Don Henley e Cher a Bruce Springsteen, Elton John, Madonna, passando per Boz Scaggs, George Benson, Al Jarreau, Joe Cocker, Aretha Franklin, The Jacksons, Eric Clapton, Randy Newman e moltissimi altri ancora, fino alla tragica morte nel 1992, a soli trentotto anni di età.
Con la prefazione del leggendario collega Jim Keltner, It’s About Time: Jeff Porcaro, L’Uomo e la Sua Musica, è un libro che ci fornisce tantissime informazioni sulla carriera di Porcaro, a partire dall’infanzia e dagli anni di formazione (ricordiamo che suo padre Joe è uno dei più stimati insegnanti, nonché uno tra i percussionisti/batteristi più impegnati negli studios di Los Angeles).
Attraverso una serie di interviste realizzate nel corso degli anni con Jeff, oltre a diverse conversazioni esclusive con lui e altre star, l’autrice Robyn Flans ricostruisce un ritratto completo della vita di Jeff, nonché del modo in cui la sua arte veniva percepita dai suoi colleghi musicisti.
Bruce Springsteen, Donald Fagen, Ron Howard, Jackson Browne, Michael McDonald, Boz Scaggs, Richard Marx, David Gilmour, Peter Frampton, il regista Ron Howard e altri condividono esperienze e memorie personali, ricordando nei dettagli il modo di suonare e la personalità di Jeff.
Non mancano ovviamente commenti e storie dei membri della band dei Toto e della famiglia di Jeff come David Paich, Steve Lukather, Steve e Joe Porcaro.
Tra le tante storie raccontate con grande attenzione ai dettagli è possibile, per esempio, leggere quella che coinvolse Jay Gradon, quando Jeff, in difesa del suo amico Vinnie Colaiuta, urinò nella custodia della chitarra del chitarrista/produttore: la storia è conosciuta, meno il seguito, mai raccontato prima, che vale quanto la storia stessa.
Fantastico anche il racconto della prima seduta di registrazione di Jeff Porcaro con Rickie Lee Jones, in cui è davvero successo di tutto, incluso un finale a sorpresa, oppure la storia delle registrazioni di Human Touch, di Bruce Springsteen, con i ricordi e i raccontati del Boss…
Quanto all’aspetto più strettamente batteristico, citiamo quanto ha voluto scrivere a proposito del libro il chitarrista e cantante Peter Frampton “Jeff Porcaro era destinato a diventare ‘quello da chiamare’ per suonare la batteria, per chiunque. Era un vorace ascoltatore e studioso di musica; ha ascoltato e divorato di tutto. Quando il suo mentore e ‘fratello maggiore’ Jim Keltner gli dice “Adesso sei tu il migliore” è giusto credergli. Suonare in studio con lui è sempre stata una grande avventura. Inventava cose che nessun altro avrebbe inventato, rendendo la canzone un qualcosa di incredibile. Sì, è stato uno dei migliori batteristi di sempre, ma sono state anche la sua umiltà e la cura per coloro che lo circondavano a renderlo una delle persone migliori in assoluto“.
Un plauso alla Hudson Music LLC (www.HudsonMusic.com), casa editrice fondata nel 1998 dal batterista, produttore e imprenditore Rob Wallis, e a Bob Baruffaldi, che nella traduzione ha potuto mettere la sua indubbia competenza batteristica e la sua approfondita conoscenza dell’opera di Porcaro.
La versione italiana del libro è disponibile a questo link.
Diario di un batterista
Diario di un batterista di Michele Avella è, come recita il sottotitolo, Una raccolta di routine e consigli per sviluppare creatività e fraseggio, una raccolta che nasce dall’enorme esperienza didattica accumulata dall’autore, ma anche – e forse soprattutto – dalla sua intatta passione per lo studio, che continua a spingerlo a migliorarsi nonostante sia un batterista con già due decenni di professione alle spalle.
Oltre a imparare al meglio le lezioni proposte dai suoi insegnanti, il batterista campano ha sempre trascritto le proprie idee sugli esercizi da studiare, e ha così messo insieme una notevole mole di materiale originale.
Il Diario non è un metodo organico, non vuole approfondire un argomento in particolare, né ha seguito la classica sequenza step by step, della difficoltà progressiva del materiale.
Lungi dal rappresentare un ingestibile guazzabuglio, gli spunti proposti – sugli argomenti più disparati – possono viceversa offrire a batteristi di tutti i livelli materiale prezioso con cui integrare e arricchire il proprio programma di studi, stimolando un approccio creativio e finalizzato a personalizzare la pratica, l’unico modo per sperare di crearsi ‘una propria voce’ sullo strumento.
Vi è mai capitato di interrompere lo studio di un metodo dopo esservi resi conto che gli argomenti proposti – in teoria utilissimi, per carità – non li avremmo mai messi in pratica?
Con il Diario questo non succederà: potremo scegliere l’argomento che in quel momento stuzzica la nostra curiosità oppure che offre un approfondimento a quanto stiamo già studiando: avremo per le mani un utensile in grado di mostrarci sotto un’ottica diversa qualcosa che pensavamo di conoscere già bene.
Citiamo in ordine sparso: routine di riscaldamento, esercizi per lo sviluppo del timing, studi di indipendenza afrocubana, poliritmi, gruppi di tre, cinque, sette e nove, ‘incastri’ di cassa, fill in sestine o settimine, modulazioni metriche, ritmiche dispari, permutazioni…
Impossibile non trovare un argomento che non meriti un approfondimento; per informazioni e acquisti si può contattare l’autore su Facebook o iscriversi sullo stesso social al gruppo privato Diario di un Batterista.
Semitono e tono temperato
Napoletano, classe 1971, batterista/percussionista appassionato di teatro musicale e non solo, Vincenzo Gionta è l’autore di Semitono e tono temperato, ossia Il nuovo “Bugiardino” per chi ama la musica – Riflessioni musicali di un batterista.
L’agile libbriccino tratta in maniera originale una serie di argomenti musicali ritenuti dall’autore fondamentali e imprescindibili, quasi a voler suggerire un modo per approfondire la conoscenza dell’arte delle note a quanti evitano di farlo perché ‘non addetti ai lavori’ o allergici a un’impostazione didattica più tradizionale.
Un libro non pensato quindi esclusivamente per i batteristi, ma che beneficia dell’ottica del batterista, musicista a torto spesso considerato il meno ‘colto’ della compagnia, ma che spesso è dotato di quello sguardo dall’esterno e di quella sensibilità che gli consentono di servire al meglio la musica.
Una lettura tutto sommato piacevole, anche se resa un po’ meno agevole da qualche refuso di troppo e da una presentazione un po’ ‘casual’ degli argomenti. Pubblicato in proprio, il libro può essere richiesto via mail ([email protected]) oppure contattando l’autore su FB, anche alla pagina didatticadellabatteria.
The American Drummer
Segnaliamo infine che è disponibile per i tipi di Volontè & Co, nella traduzione italiana curata da Ricky Turco, il testo del classico di Charly Wilcoxon The American Drummer – 150 Rudimental Solos, raccolta di soli per rullante basati sui primi 26 rudimenti per tamburo, scritti dall’autore a suo tempo con quel tocco di swing tale da renderli all’epoca molto attuali e ancora oggi imprescindibili per chi voglia affrontare un percorso didattico orientato soprattutto al jazz.
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