Campione del jazz rock Made in Naples, paroliere di successo, batterista tanto innovativo quanto poco celebrato, si è spento nel capoluogo campano giovedì 13 febbraio.
Del Prete era nato a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, il 5 maggio 1943 e si era presto appassionato alla musica e alla batteria in particolare. Il primo gruppo di cui si ricorda abbia fatto parte fu quello di Rino e gli Adolescenti, in pieno periodo Beat.
A metà anni Sessanta avviene l’incontro decisivo con il sassofonista James Senese e il cantante Mario Musella, insieme ai quali costituisce una band che fece decisamente scalpore, The Showmen, con la sua evidente impronta Black, forse il primo gruppo italiano di R&B, con all’attivo discreti successi commerciali quali “Credi credi in me”, “Un’ora sola ti vorrei” o “Non si può leggere nel cuore”, oltre a un’intensa versione di “Catarì”.
Dopo lo scioglimento degli Showmen (1970), Del Prete forma nel 1975 insieme a James Senese il leggendario gruppo dei Napoli Centrale, band che ha cercato di tenere insieme le musiche nere – il jazz. il funk, l’R&B – con il rock, divenendo presto il simbolo di quello che verrà definito di lì a poco il Neapolitan Power, anche per il ricorso al dialetto napoletano, facendo in questo da apripista a un certo Pino Daniele (per poco tempo bassista della formazione guidata da Senese).
Nei Napoli Centrale Del Prete non si limita a svolgere – peraltro egregiamente, con fantasia, perizia tecnica e grande senso del groove – il ruolo di batterista, essendo anche il paroliere del gruppo, autore di testi che coniugavano impegno e denuncia sociale (su tutti “Campagna”).
Tre gli album incisi con Napoli Centrale: oltre all’omonimo disco d’esordio del 1975, Mattanza (1976) e Qualcosa Ca Nu’ Mmore (1978). Chiusa l’esperienza con questa band Del Prete si è diviso tra l’attività batteristica e quella di paroliere.
Come autore di testi, il musicista di Frattamaggiore ha scritto canzoni anche per Lucio Dalla, Raiz degli Alma Megretta, Zulù dei 99 Posse, Gino Paoli, Eduardo de Crescenzo, Tullio De Piscopo, Peppino di Capri, Sal da Vinci, Peppe Barra. Con alcuni di questi artisti ha anche suonato, oltre che con Pino Daniele, Tony Esposito, Joe Amoruso, Ernesto Vitolo, Mark Harris, Tony Wolmesly e tanti altri.
Con l’amico Senese la collaborazione come paroliere era ripresa in tempi recenti, in occasione dell’intenso Zitte! Sta venenn’ ‘o mammone del 2001 e di ‘O sanghe del 2006.
Batteristicamente parlando, proprio da quell’anno Del Prete aveva concentrato i suoi sforzi in una nuova band, Sud Express, incline alla contaminazione e fedele all’uso del dialetto napoletano nei testi sempre da lui vergati. Con la nuova band Del prete incide L’ultimo apache (2009), seguito da Radici (2011) con Enzo Gragnaniello alla voce e La chiave (2018).
Come ha scritto Massimo Sgroi nella pagina Facebook della band:
“Del Prete ha scavato dentro le sue radici, dentro la napoletanità atavica che attraversa il suo corpo, le sue vene, il suo cuore per determinare la scelta estetica della musica. Poiché la musica non una banale sommatoria di note; è , piuttosto, il pensiero profondo che attraversa il corpo e la mente per diventare assioma poetico. (…) È un viaggio nelle radici, nella storia di una città ed un popolo quello che ha intrapreso Franco Del Prete. È l’itinerario che percorre un uomo dentro la sua anima, nella sua mente, nel suo cuore. È ciò che di più incontrollabile esiste ancora nella funzione estetica contemporanea: la poesia“.
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