Robertson e la sua chitarra sono sicuramente uno dei simboli del Rock degli anni ’60. Iniziò la sua carriera nella band del “roadhouse wildman” Ronnie Hawkins, per poi accompagnare Bob Dylan come membro dei The Band (all’inizio della collaborazione ancora “The Hawks”) durante la sua trasformazione da eroe della musica Folk ad artista di Rock elettrico.
La formazione The Band debuttò con l’iconico album Music from Big Pink nel 1968, disco che contiene la famosa canzone “The Weight“, un vero e proprio simbolo dei ’60 e della controcultura giovanile dell’epoca, in posizione 41 nella classifica “500 migliori canzoni della storia” di Rolling Stone.
Lo stile di Robertson fu influenzato dal leggendario – e purtroppo sempre troppo poco conosciuto dai chitarristi odierni – Roy Buchanan, che fu anche per un breve periodo un suo compagno di band nel gruppo di Ronnie Hawkins, The Hawks.
La formazione, senza Buchanan e Hawkins, dopo lo scioglimento nel ’63 si rinominò prima The Canadian Squires, poi Levon and the Hawks e, infine, The Band.
“La storia di The Band è iniziata con Ronnie Hawkins. Era il nostro mentore. Ci ha insegnato le regole della strada. È stato lui a portarmi dal Canada giù al Delta del Mississippi quando avevo 16 anni. Ha registrato due mie canzoni, pensava avessi talento. Mi ha fatto provare a suonare chitarra e basso, ma c’era un problema: ero troppo giovane per suonare nei club, non avevo alcuna esperienza, non ero ancora un musicista sufficientemente bravo e non c’erano canadesi nei gruppi Southern rock e rock’n’roll dell’epoca. Mi sono esercitato fino a consumarmi le dita e alla fine, contro ogni previsione, mi ha preso.” – R. Robertson intervistato da Rolling Stone
Più che un solista in senso moderno, Robertson sviluppò uno stile piuttosto “muscolare”, usava molto il vibrato ed era un perfetto ritmico con la dote naturale di riuscire ad accompagnare qualsiasi cantante.
La fine dei The Band fu immortalata nell’epico concerto “The Last Waltz” del 1976, uno degli epiloghi più celebri nella storia del Rock, filmato dal regista Martin Scorsese.
All’evento parteciparono Bob Dylan, Neil Young, Muddy Waters, Joni Mitchell, Eric Clapton, Van Morrison, Ringo Starr e varie altre icone della musica del tempo. Ad oggi è considerato uno dei documentari musicali più importanti, preservato nella National Film Registry della Library of Congress.
Successivamente, Robertson ha pubblicato alcuni album da solista, tra cui un disco omonimo del 1987 e Storyville del 1991, anche se il grosso del suo lavoro si è rivolto al cinema e alle colonne sonore. Ne ha composte ben 14, l’ultima delle quali per Killers of the Flower Moon di Scorsese, attualmente ancora non uscito nei cinema (arriverà nelle sale in ottobre).
Addio a una delle leggende dei mitici anni ’60!
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