Alberto Radius è sicuramente stato uno dei più grandi musicisti italiani. Conosciuto per la sua bravura come chitarrista, cantante e compositore, Radius ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana.
Nato a Roma nel 1942, Radius iniziò la sua carriera musicale negli anni ’50/’60, suonando in diverse band tra cui anche i Quelli, che sarebbero più avanti diventati la Premiata Forneria Marconi (non a caso nei Quelli fu chiamato al posto di Franco Mussida che intanto era impegnato con il servizio di leva militare).
Tuttavia, fu l’esperienza con i Formula 3 a portarlo alle luci della ribalta, la band che fondò insieme a Gabriele Lorenzi e Tony Cicco nel 1969, consacrandolo come uno dei musicisti più talentuosi e innovativi della sua generazione.
Il gruppo fu messo sotto contratto dall’etichetta Numero Uno, fondata da Mogol, Lucio Battisti e altri artisti, e non a caso fu anche la band di supporto per i concerti dello stesso Battisti.
Con i Formula 3 Radius ha registrato alcuni dei più grandi successi della sua carriera, tra cui “Eppur mi son scordato di te” e “Questo folle sentimento“.
Il suo stile alla chitarra rifletteva naturalmente quelle che erano le influenze della british invasion dell’epoca, ispirandosi all’Eric Clapton dei Cream tanto quanto all’iconico Jimi Hendrix, americano di nascita ma, al tempo, londinese di adozione musicale.
La band si sciolse nel 1973 e dopo l’esperimento rock progressivo de Il Volo (con Mogol come deus ex machina) Radius scelse di continuare la sua già avviata carriera solista (il primo album Radius è del ’72), pubblicando diversi dischi di successo, in particolare Che cosa sei (1976) e Carta Straccia (1977) che segnarono la svolta della sua carriera personale.
In totale ha pubblicato 12 dischi da solista, l’ultimo dei quali nel 2017 intitolato Antichi Amori (PLAYaudio).
Oltre alle sue composizioni, Radius ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi della musica italiana, tra cui il suddetto Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Franco Battiato e molti altri.
Senza contare quella volta che si trovò a jammare con un giovane ma già grande Stevie Wonder (alla batteria!).
Nel corso degli anni, Radius ha partecipato a numerosi progetti e iniziative per la promozione della musica e della cultura, in particolare per i giovani e per le nuove generazioni.
La sua morte ha suscitato un’ondata di emozione e di tributi da parte di amici, colleghi e fan. La sua musica resterà per sempre un tesoro della nostra cultura musicale.
Grazie Alberto, per tutto quello che hai dato alla musica italiana. Riposa in pace.
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