Quel “prototipo” Fender tra le mani di George Harrison
Verso la fine degli anni ’60 gli strumenti Fender erano ormai da tempo un’affermata realtà del mondo della chitarra elettrica.
Il marchio decise quindi di sperimentare al di fuori di quegli schemi che avevano incontrato grande successo fino a quel momento: tra le varie visioni alternative ci fu quella di una Telecaster che fosse caratterizzata dall’utilizzo del palissandro, impiegato fino a quel momento per le tastiere.
Le caratteristiche sonore di uno strumento così diverso dai suoi predecessori vennero viste adatte alla cifra artistica di George Harrison.
Lo strumento fu recapitato al chitarrista nel 1968, nel pieno del frenetico periodo conclusivo dell’esperienza Beatles, quando la band era impegnata nelle fasi di produzione di Let It Be e pensava già al celebre concerto sul tetto della Apple Corps: evento nel quale Harrison avrebbe sfoggiato la sua nuova Telecaster, regalandola di fatto alla storia in termini di riconoscibilità.
George Harrison Rosewood Telecaster, le caratteristiche
Si è detto del palissandro, elemento talmente fondamentale da dare il nome allo strumento: il legno è utilizzato per la realizzazione del body alleggerito con camere tonali, del comodo manico a profilo C ispirato a quelli dell’epoca e ovviamente della tastiera, che si presenta in radius 9.5″; la combinazione di elementi regala una suonabilità e una caratteristica sonora decisamente particolari rispetto agli standard storici dello strumento Telecaster.
Scelta tradizionale per quanto riguarda i pickup utilizzati: si tratta di una coppia di single coil Pure Vintage ’64 Telecaster, magneti in alnico dall’output generoso e dall’ottimo bilanciamento sulle frequenze, le cui caratteristiche si abbinano con grande efficacia al largo utilizzo del palissandro.
Assolutamente di ispirazione d’epoca anche la parte hardware, a cominciare dal ponte a tre sellette. A caratterizzare la signature dello strumento troviamo il logo “Om” inciso sulla placca di giuntura del manico al corpo.
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