Una vita per la chitarra, il fingerstyle come linguaggio di espressione e creazione prediletto: quelle sei corde che non mancano mai nella storia di Palma Cosa.
Chitarrista tarantina figlia d’arte, è proprio il padre Roberto ad accompagnarla giovanissima nei primi passi all’interno del mondo dello strumento: la strada del perfezionamento passa per il diploma col massimo dei voti al Conservatorio Giovanni Paisiello, per i seminari didattici a cura di personaggi del calibro di Alirio Diaz, Enrico Rava e Fabio Zeppetella e per le prestigiose masterclass dell’edizione 2002 di Umbria Jazz.
È però l’incontro con la musica del grande Michael Hedges a dare al percorso di Palma quella svolta definitiva verso la composizione di musica in fingerstyle che è culminata in Believe, sua seconda pubblicazione rilasciata ufficialmente alcune settimane fa.
Forte e apprezzabile nelle sei tracce del disco è l’influenza del visionario chitarrista americano, un’impronta che in questa sede risulta adeguatamente arricchita da quella sensibilità femminile che da sempre non fa che migliorare ciò che è già buono di suo.
Fa piacere trovare in un lavoro di questo genere la presenza di momenti di groove come il brano “Tempesta“, che pure si distingue per il fraseggio vigoroso; accordature aperte, elementi percussivi e atmosfere che suggeriscono un’intima contemplazione rappresentano le solide fondamenta di una tracklist che non annoia mai.
Believe si presenta all’ascolto come un EP maturo e consapevole, che può sicuramente interessare anche quell’audience non strettamente legata al mondo della chitarra, al pari delle precedenti creazioni dell’artista, come il brano “Note Blu” (risalente al 2017) che ascoltiamo qui.
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