Gli anni corrono veloci: nel 2020 ne saranno trascorsi venticinque dalla pubblicazione di Jagged Little Pill, l’album della consacrazione di Alanis Morissette.
“You Oughta Know“, “Ironic“, “You Learn“: tormentoni di fine secolo che fecero da sfondo alla definitiva crescita di quella parte più mainstream della cosiddetta Generazione X lontana (o quantomeno non esclusivamente dedita) dalle rabbiose atmosfere del grunge o dalle nostalgiche riflessioni post anni ’80 dell’hard rock.
Guardandolo a posteriori non ci si stupisce oggi del grande successo del disco, nel quale il talento dell’artista canadese si avvalse di collaboratori come Michael Landau e dell’accoppiata Dave Navarro e Flea, all’epoca compagni nei Red Hot Chili Peppers.
Il risultato fu un clamoroso successo di pubblico sostenuto dal valido apprezzamento della critica, una combinazione che contribuì a fare della Morissette il personaggio che conosciamo oggi.
Da allora Alanis ha continuato a crescere e maturare, come testimoniato da “Reasons I Drink“, il suo più recente pezzo che anticipa l’uscita dell’album Such Pretty Forks in the Road (prevista per il prossimo maggio), ma dimostra di non dimenticare le proprie radici con la scelta di celebrare il venticinquesimo anniversario del suo terzo album da solista.
In che modo? Pianificando un massiccio tour in partenza dai primi di giugno del 2020, con diverse date già in programma in lungo e in largo per gli States, prendendosi anche il lusso di avere i Garbage nel ruolo di opening act (come a voler ribadire “evviva gli anni ’90”).
Non sono al momento in calendario date al di fuori del Nord America, ma è facile immaginare che oltreoceano siano davvero tantissime le dita incrociate…
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