Nelle puntate precedenti riguardanti il bottleneck abbiamo parlato delle varie accordature aperte: oggi siamo in open E, ovvero l’accordatura aperta di Mi maggiore (Mi-Si-Mi-Sol#-Si-Mi).
Su questa base cerchiamo di suonare alcune scale comuni, ovvero la scala maggiore e la pentatonica minore, facendo però attenzione alla nuova visione della tastiera e soprattutto a posizionare il bottleneck sempre in corripondenza del tasto in metallo, altrimenti la nota risulterà calante o crescente (usiamo però un po’ di vibrato su alcune note, oscillando leggermente il bottleneck, che abbellisce il tutto).
Importantissimo sarà anche stoppare le altre corde in modo che non risuonino, altrimenti, soprattutto con la chitarra elettrica in overdrive, è assai facile sporcare il tutto e non certo in modo bluesy/consapevole.
Una volta imparata la tecnica si può anche provare, con le altre dita della mano sinistra (o destra per i mancini), a suonare qualche nota prima del bottleneck; qui sarà ancor più fondamentale avere pulizia sonora e perfetto controllo del bottleneck, perché basta davvero poco a stonare o fare un miscuglio di suoni indistinguibile.
Infine, come dichiarato nel titolo, vediamo come il tutto si trasforma in canzone con uno dei grandi classici della chitarra slide, ovvero “Statesboro Blues” dei mitici Allman Brothers.
Duane Allman è stato uno dei grandi chitarristi slide del ‘900, tanto che attuali musicisti come il fenomenale Derek Trucks lo hanno sempre indicato come principale riferimento.
Chi è Marco Manusso
Ha scritto su molte riviste a carattere musicale, ha condotto varie trasmissioni radiofoniche (Radio1, Radio2) di carattere musicale ed a partecipato a vari programmi televisivi sulle reti nazionali.
Insegna chitarra rock-blues al Saint Louis College of Music dove tiene da molti anni corsi e masterclass di “La Storia della Chitarra Rock”, “Guitar Technology”, “Biotecnologia Acustica”, “Bottleneck” e molto altro ancora.
Compone musiche per programmi televisivi e documentari editi da “RaiTrade”. Si occupa di colonne sonore per il cinema, prediligendo giovani registi alternativi. Sua ad esempio la direzione musicale, per l’Italia, del film “SHREK” (Dreamworks Production di Steven Spielberg).
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