Sono un chitarrista come molti di voi che leggete ed uno dei limiti che ho sentito di più quando ho iniziato a scrivere e comporre è stato quello di conoscere poco gli altri strumenti, specialmente la batteria.
Conoscere bene il tempo, come un batterista può ragionare e come può suddividerlo, è un passo fondamentale per creare alternative interessanti per i nostri brani… ma non solo!
Spesso, come compositori e arrangiatori della nostra musica, sarà necessario costruire una demo delle parti di batteria tramite VST.
Diventa fondamentale, quindi, imparare a padroneggiare il tempo ed imparare a pensare come un batterista, anche solo in linea teorica.
Suddivisioni del tempo
Suddividere il tempo significa anche riuscire a spostare l’accento di una determinata parte all’interno della nostra battuta per rendere il riff più interessante.
Questa è una tecnica utilizzatissima in ambito progressive!
Vi è mai capitato di stare a scervellarvi un’ora su un brano per capire “quel” tempo dispari che non vi ridà mai solo per poi scoprire che la band sta suonando in 4/4 con qualche accento spostato? Ecco, mi riferisco proprio a questo!
Ma qual è il segreto per imparare a padroneggiare questi accenti? Nessun segreto: basta iniziare a pensare al tempo nella minore suddivisione possibile in base al brano!
Mi spiego meglio: invece di pensare al nostro brano in 4/4 come un brano che, per ogni battuta, ha quattro movimenti da un quarto l’uno, pensiamo a lui come ad un brano in 8/8.
Come vedete nell’immagine, qui abbiamo rappresentato gli ottavi della battuta.
In un brano ordinario, gli ottavi andrebbero raggruppati a gruppi di due dato che siamo in 4/4, dando l’accento su ogni quarto in questo modo:
Ma che succede se iniziamo a pensare a gruppi diversi di ottavi?
Se invece di pensare alla battuta come gruppi di 2 ottavi che si ripetono (quindi 2 + 2 + 2 + 2) iniziassimo a pensare a questa stessa battuta come gruppi differenti di ottavi, ad esempio 3 + 2 + 3?
La somma degli ottavi sarebbe sempre 8 e quindi la time signature verrebbe rispettata… ma avremmo una disposizione degli accenti totalmente diversa!
Il senso ritmico della misura cambia totalmente! Per farvi sentire il cambiamento tra i due esempi, ho registrato un riff che segue l’andamento ordinario della misura e poi, sulla stessa drum track, sposto gli accenti come nell’esempio che c’è sopra:
Ovviamente questa è solo una delle possibilità che possiamo sfruttare! Capite bene che in questo modo, la nostra concezione ritmica cambia radicalmente e si aprono una marea di possibilità compositive.
Tempi dispari
Il prossimo passo è quello di abbandonare il 4/4 ed esplorare tempi più complicati come i tempi dispari… abbiate coraggio e non fatevi intimorire, è più semplice di quello che sembra!
Prendiamo ad esempio il tempo di 9/8. A scuola ci insegnano a contare questo tempo suddividendo gli ottavi 4+5 o 5+4, ma andiamo più a fondo e cerchiamo altre tipologie di suddivisione.
Se, ad esempio, pensassimo questa somma di 9 come 2 + 2 + 3 + 2?
Ascoltiamo anche in questo caso il risultato se applichiamo l’esempio alla composizione di una parte di chitarra:
Sentito? Ovviamente avrete bisogno di un po’ di tempo e di pratica prima di padroneggiare le suddivisioni ritmiche come padroneggiate i tempi semplici ma il quantitativo di possibilità che questo modo di pensare ci regala è veramente impressionante ed il gioco vale la candela!
Ora non vi resta che fare pratica!
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