Salve a tutti, in questo nostro primo appuntamento, prenderemo in esame la possibilità di creare frasi lineari pentatoniche, combinando le classiche diteggiature due note per corda con le più “stretchose” tre note per corda; diciamo che uno dei vantaggi dell’utilizzare diteggiature più estese della scala pentatonica, è quello di avere a disposizione pattern identici a quelli che solitamente sono ad uso esclusivo della scala maggiore tre note per corda (ma anche di una qualsiasi altra scala in cui, semplicemente, compaiono i semitoni, motivo che porta ad avere una “naturale” ridistribuzione di più di due note su una sola corda), senza dimenticare la possibilità di avere una visione diversa della stessa scala e possibilità tecniche ed espressive più variegate (ad esempio l’uso del legato, che come ben si sa, suona appunto più “legato” tanto più è maggiore la quantità di note eseguite su una singola corda).
Il primo dei tre esempi, costruiti sull’ “amica del chitarrista rock” pentatonica di Em, è una buona occasione per mettere alla prova la duttilità della nostra plettrata alternata, a causa della continua alternanza di forme “pari & dispari” suonate, però, su un’unica suddivisione ritmica.
Interamente basato su una scansione ritmica di semicrome, inizia combinando un frammento di tre note per corda a due frammenti di due note per corda, muovendosi nell’area del Box V della pentatonica (quello che parte dalla settima relativa alla scale, ovvero il D) sfruttando uno “string skipping” (salto di corda) per collegare le note sulle corde di B e di D.
In seguito, la frase, si sposta in senso ascendente sfruttando un movimento dato dalle tre note per corda, che permette di coprire in un un attimo la distanza tra il E del nono tasto della corda di G ed il B al diciannovesimo tasto della corda di E cantino.
La parte finale è per lo più costituita da dei salti di quarta ottenuti sfruttando l’intervallo sia in senso “armonico” (ovvero tra due corde diverse) sia in senso “melodico”, suonando gli estremi della diteggiatura larga, su un’unica corda (ad esempio l’intervallo D/G suonato sulla corda di B).
Nel secondo esempio, abbiamo una voluta alternanza tra una porzione di scala eseguita con le forme larghe ed un’altra con le forme strette.
La tecnica stavolta è quella del legato e si sentirà (soprattutto sotto le dita) la differenza tra le parti in cui abbiamo tre note per corta ed i frammenti di super-classiche quartine discendenti, con il tipico sound-legato pentatonico: un’ipotetica fusione tra lo stile di Ritchie Kotzen e Jimmy Page.
Per una perfetta esecuzione, consiglio di guardare bene la diteggiatura della mano destra, segnata nella partitura, in cui compare una pennata sweep, per eseguire alcuni passaggi discententi.
Nel terzo ed ultimo esempio, invece, abbiamo un vero e proprio lick “poliritmico” in cui una forma melodica di cinque note, data da tre note su una corda e due sull’altra subito adiacente (ripetere e mescolare con cura su tutte le corde!) viene sempre suonata sulla solita scansione di sedicesimi: questo porta ad avere frammenti di cinque note con gli accenti che si spostano in continuazione, ricomponendosi dopo 4 ripetizioni, idea interessante ascoltare e provare per credere!
Appuntamento alla prossima rock-lesson, dove vedremo altre idee dello stesso tipo, sfruttando stavolta idee più terzinate e “sestinate”!Lorenzo Venza
Docente per i corsi di Chitarra Base e Intensivi
Lorenzo Venza
www.totalshredguitar.com
La Redazione di MusicOff.com è lieta di dare il benvenuto a Lorenzo Venza, chitarrista professionista, compositore, session man e insegnante presso la scuola Total Shred Guitar di Roma, con cui abbiamo il piacere di pubblicare articoli didattici dedicati a tutti i generi musicali e a tutti gli stili, dal rock all’heavy metal, dal blues al jazz, alla fusion e così via. Stay tuned, stay rock!
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