Ciao amici di MusicOff, in questo incontro parleremo un po’ di insegnamento e di come rapportarsi con iscritti che hanno età, preparazione ed obiettivi diversi.
I corsi nei quali attualmente insegno alla Rock Guitar Academy sono diversi, sia come programmi che come intensità.
Il corso per principianti P.G.A. è stato strutturato per coloro che non hanno mai imbracciato una chitarra, mentre il C.C.R. e decisamente un corso più tosto, dove bisogna davvero darsi da fare!
Mi capita perciò di trovarmi davanti ad un ragazzo di quindici anni che non ha mai suonato e vuole iniziare a farlo nel migliore dei modi, oppure davanti ad un trentacinquenne che suona già molto bene e vorrebbe migliorare la sua attuale preparazione.Può succedere a volte di trovarsi davanti alla situazione opposta, cioè il quarantenne che decide che è finalmente arrivato il momento di imparare a suonare la chitarra o il ragazzo giovane che suona già benone.
Come potete notare le combinazioni iniziano a diventare già parecchie e di conseguenza anche io che sono il loro insegnante devo tenere conto di tutte queste cose e avere un atteggiamento giusto nei confronti dell’iscritto e degli obiettivi che si è prefissato.
Chiaramente non possiamo mutare la nostra personalità o tantomeno il nostro carattere, dobbiamo semplicemente tener conto che un professionista di quarant’anni recepisce un messaggio in un certo modo, mentre un ragazzo di quindici in un altro.Una grossa mano in questo senso ci viene data da un programma valido e solido, che ci aiuta a vedere i miglioramenti dell’iscritto passo dopo passo, a patto che sia adatto alla preparazione.
Può sembrare banale ma provate ad immaginare una persona chitarristicamente acerba che si cimenta in soli con bending, slide, pennata alternata a duecento BPM… dopo un paio di lezioni andate male si innescherà nella sua testa un meccanismo tipo “non fa proprio per me è troppo difficile, meglio fare altro”.
Nemmeno lo stesso discorso visto al contrario è granchè efficace, cioè il chitarrista già esperto che suona da tanti anni alle prese con strumming in prima posizione in tonalità di Sol. In questo caso il problema potrebbe essere seriamente rappresentato dal suo atteggiamento di sufficienza nei confronti di esercizi troppo semplici ed anche quando il programma diventerà più impegnativo sarà difficile spronarlo a impegnarsi di più per fare un reale salto in avanti.Individuare perciò il corso con il programma più adatto diventa fondamentale per iniziare bene un percorso didattico.Un’altra differenza che ho riscontrato tra iscritti di età diverse riguarda il rapporto con la teoria: è incredibile quanto poco interessi ai giovani e quanto sia entusiasmante per i più adulti.
I ragazzi preferiscono suonare, anche se in realtà non sanno minimamente cosa stanno facendo, ma in realtà questo è il metodo migliore da adottare quando si ha a che fare con persone molto giovani e alle prime armi.
Quelli più grandi invece sono più incuriositi dalla teoria e dalle regole che la governano e, a differenza dei più giovani, preferiscono approfondire un argomento teorico piuttosto che velocizzare un fraseggio ipertecnico.
Naturalmente bisogna fare i conti con un programma ufficiale e tutti gli argomenti che esso contiene vanno affrontati nel migliore dei modi. Tuttavia mi piace tirare fuori ed enfatizzare la natura e il gusto di ogni singolo iscritto.Una volta terminato tutto il programma d’esame una cosa che cerco quasi sempre di fare è aggiungere argomenti vicini allo stile e al bagaglio dell’allievo. Un bluesman vedrà di buon occhio un solo di Robben Ford mentre un metallaro d.o.c. aprezzerà maggiormente un esercizio di sweep a 250 BPM! 😉
Non si potrebbe dire del contrario, esercizio di indipendenza col metronomo al bluesman, meglio evitare…
Una cosa però accomuna e deve accomunare tutti gli iscritti, il divertimento!
Dai più grandi ai più piccoli, l’unica cosa che va sempre bene è fare in modo che la lezione sia divertente. Con questo non voglio dire che a lezione si devono raccontare barzellette o cose del genere (però se qualcuno ne conosce di davvero simpatiche lo ascoltiamo volentieri), ma viverla con serenità e cercando di dare all’allievo un piccolo dono ogni volta in modo che la lezione successiva venga vista con curiosità, “chissà cosa mi spiegherà oggi”, “chissà quale tecnica nuova applicheremo”.
Riuscire a dare una buona preparazione con buona dose di disciplina e rispetto per lo studio ma condita da tanto entusiasmo e divertimento è la chiave di volta per essere secondo me dei bravi insegnanti.Fare questo lavoro è come essere ancora un po’ studenti, c’è sempre da imparare e da capire. Sono davvero grato a tutti gli allievi che ho avuto finora, mi aiutano a crescere come insegnante e come uomo e mi spronano a dare sempre di più.
A presto amici di MusicOff e un augurio di buone lezioni anche a voi!
Piero Marras
Rock Guitar Academy
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