Come ho già detto, la musica è un linguaggio ed ogni genere musicale è una lingua diversa con una sua complessità, una sua grammatica e dei suoi idiomi specifici.
Qualunque tipo di studio non potrà mai sostituire l’ascolto e tutte le nozioni che noi apprendiamo possono essere solo considerate una sintesi ed una razionalizzazione di quello che è in realtà è qualcosa di fortemente istintivo.
Nel corso degli anni di insegnamento, un errore classico che molti allievi hanno fatto è quello di considerare le diteggiature delle scale come dei “pulsanti” da premere. Il concetto è che qualunque fraseggio deve avere un senso compiuto (quindi un inizio ed una fine), deve corrispondere a dei canoni del linguaggio del genere e partire da un’idea musicale.
Non c’è niente di più sbagliato che pensare di fare un fraseggio suonando la scala o il box “x”.
A tal proposito, vi propongo un esercizio molto interessante. Partirò da un fraseggio molto semplice, di pochissime note, che è una idea musicale riccorente e che riconosco come tipica del Blues. Il fraseggio inizia nella parte centrale della pentatonica minore di La, che è una delle posizioni ideali per iniziare a studiare.
Il concetto non si basa su queste frasi specifiche, che potete utilizzare o sostituire con della altre, ma nell’approccio alla chitarra come vostro strumento e non viceversa.
Le scale e le diteggiature sono sicuramente un vocabolario necessario per mettere insieme le vostre frasi ma sappiamo bene che leggere bene un vocabolario dalla prima parola all’ultima non farà di noi dei bravi scrittori.
Sicuramente lo studio di licks può aiutare a sviluppare una maggiore precisione nell’esecuzione e la capacità di strutturare formalmente un fraseggio sia a livello ritmico che melodico, ma basarsi solo su questo porta alla creazione di una serie di chitarristi molto simili che fanno riferimento sempre agli stessi pattern.
L’aspetto creativo rimane il fulcro del linguaggio!
Aggiungi Commento