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Il Rock alla chitarra: progressioni maggiori e minori

Dopo aver visto come affrontare generi quali il Blues e il Funk, finalmente oggi iniziamo a rockeggiare con la nostra amata chitarra!!!

Come per gli incontri precedenti, procederemo per step progressivi iniziando da strutture semplici che possono essere affrontate con scale pentatoniche per poi sviluppare l’improvvisazione utilizzando arpeggi e scale diatoniche.

In questo primo incontro sul rock analizzeremo delle semplici progressioni standard composte da giri di tre accordi su strutture da quattro battute. Moltissimi brani rock hanno riff e strutture basate su progressioni del genere, quindi cercheremo di analizzare gli aspetti principali che sono alla base del linguaggio rock, sia di strutture maggiori che minori.

Senza pensare troppo a elementi storici che hanno dato origine a questo genere, cosa che potrete trovare spiegata in modo dettagliato su altri libri o articoli riguardanti questo argomento, passiamo direttamente a elementi pratici di analisi.

Iniziamo con l’analisi delle progressioni rock che derivano da scale maggiori melodiche o minori naturali, mentre nei prossimi incontri analizzeremo sia le derivazioni modali che le strutture miste.

Riguardo all’improvvisazione ci limiteremo all’utilizzo delle scale pentatoniche minori e maggiori,  successivamente aggiungeremo gli arpeggi le altre scale diatoniche e modali, cercando di seguire un percorso graduale di sviluppo melodico.

Strutture e armonia

L’elemento armonico maggiormente utilizzato sia per l’accompagnamento che per i riff è il “power chord”, che nella versione italianizzata viene spesso detto anche “bicordo” per il fatto che è un accordo composto solo da due note, nella maggior parte dei casi Fondamentale e Quinta (nel caso del E si identifica con la sigla E5 che indica la presenza della fondamentale E e la quinta B).

Nei prossimi incontri analizzeremo anche il primo rivolto con Terza e Fondamentale(nel caso del E sarebbe “E/G# (no5)”), o il secondo rivolto con Quinta e Fondamentale(nel caso del E sarebbe “E5/B ); nei power chord di 5a l’assenza della terza dà un carattere forte e incisivo, ma allo stesso tempo potrebbe confondere nella scelta della scala da utilizzare.

In realtà la terza dell’accordo non è assente, ma semplicemente sotto intesa, e quindi va dedotta dalla melodia vocale, dal riff o magari dal “mood” che percepiamo dal brano.

Una semplice progressione tipo: E5 | A5 | B5 | B5 | potrebbe essere interpretata come E | A | B | B | (I IV V V di E maggiore) oppure come Em | Am | Bm | Bm | (Im IVm Vm Vm di E minore).

Nelle basi che seguono sono proposte delle soluzioni diverse, dove l’aggiunta di una seconda chitarra evidenzia le “terze” non presenti nel power chord della prima chitarra.

Esempio 1: E5 | A5 | B5 | B5 

Esempio 2: E | A | B | B |

Esempio 3: Em | Am | Bm | Bm |

Queste progressioni possono anche cambiare come successione di accordi pur restando incentrate sulla tonica di E:

Esempio 4: B5 | A5 | E5 | E5 | 

Esempio 5: B | A | E | E |

Esempio 6: A5 | B5 | E5 | E5 |

Esempio 7: Am | Bm | Em | Em |

Una caratteristica molto importante è che molto spesso la presenza di un riff o di un arpeggio che va a completare l’armonia dei power chord, può portare il brano su sonorità più pop rock  (questo avviene frequentemente nel modo maggiore) o hard rock, a seconda anche del groove di basso e batteria utilizzati.

Esplorando le altre possibilità offerte  dalle tonalità maggiori e minori (che utilizzino altri gradi oltre al IV e V), possiamo identificare altre soluzioni molto interessanti utilizzate spesso nel rock classico e nel pop rock.
Vediamo alcuni esempi tratti prima dalla scala di E minore naturale e poi dalla scala di E maggiore melodica:

Esempio 8: E5 | D5 | C5 | C5 | (Em | D | C | C)

Esempio 9: E5 | % | C5 | % | A5 | % | E5 | % |(Em | % | C | % | Am | % | Em | % )

Esempio 10: E5 | G5 | D5 | D5 | (Em | G | D | D)

Esempio 11: E5 | G#5 | F#5 | F#5 | (E | G#m | F#m | F#m)

Esempio 12: E5 | B5 | C#5 | C#5 | (E | B | C#m | C#m)

Esempio 13: E5 | % | C#5 | % | A5 | % | E5 | % | (E | % | C#m | % | A | % | E | % )

Negli Esempi 9 e 13 il giro delle battute è stato raddoppiato, pur mantenendo la struttura armonica composta da tre accordi.

Ovviamente ci sono infinite possibilità anche limitandosi all’utilizzo di progressioni armoniche composte da tre accordi e strutture da 4 o 8 battute, senza considerare il fatto di poter spostare gli accordi in levare rispetto agli esempi proposti, oppure inserendo più accordi all’interno di una battuta, o ancora alternando diversamente gli accordi all’interno del giro.

Il consiglio più importante è quello di non limitarsi alle progressioni più utilizzate, ma di sperimentare più soluzioni possibili, cosa che sviluppa molto la creatività nelle composizioni e nell’arrangiamento.

Di seguito il pdf con le parti delle seconde chitarre presenti negli esempi visti.

Improvvisazione

Per quanto riguarda l’improvvisazione, per ora, ci limiteremo solo all’utilizzo di pentatoniche maggiori e minori, cercando però di focalizzare sempre le note che compongono gli accordi delle progressioni proposte.
Trattandosi di scale pentatoniche non saranno presenti tutte le note di queste triadi, bensì solo alcune, ma è proprio questo che caratterizza un buon uso della pentatonica, cioè il fatto di valorizzare al meglio le cinque note presenti nella scala sopra agli accordi che sono presenti nella progressione armonica.

Quindi la famosa frase “meglio poche note, ma buone” non è invito a evitare lo studio tecnico, anzi, rappresenta una forte motivazione a sperimentare e provare il più possibile a sviluppare soluzioni melodiche efficaci e funzionali, in grado da permettere al musicista di esprimere al meglio se stesso e la sua arte.

Per chi avesse meno dimestichezza con le scale pentatoniche, di seguito il pdf con le pentatoniche minori e maggiori di E nei 5 box classici.

Come sempre auguro a tutti buon divertimento e buona musica!

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