Dicevamo, la scorsa puntata, che le cose da tenere sotto controllo e saper gestire sono sicuramente tantissime e durante un’ improvvisazione rischiamo di dover abbassare “l’asticella” della qualità generale per poter gestire tutto contemporaneamente.
Allora ecco l’idea: lavorare sulla propria improvvisazione concentrandosi su un solo elemento per volta cercando di approfondirlo, ottimizzarlo, espanderlo e, chissà, anche farci ispirare trovando strade e idee impensate indotte proprio da questi “paraocchi che stiamo indossando”.
La forza di tutto ciò è che parleremo di elementi che prescindono i generi musicali, le sensibilità, i diversi livelli di preparazione e addirittura gli strumenti che suoniamo perché lo stesso concetto potrà essere approfondito sulla chitarra come sul trombone o con la voce anche se, essendo io un chitarrista, spesso faccio riferimento al primo di questi.
Come ti accennavo in uno dei articoli passati…
Improvvisare è come cantare
Mi sono sempre chiesto perché la voce sia lo “strumento” più ascoltato, apprezzato ed utilizzato in ambito musicale. Sia chiaro, nulla togliere a tutti gli altri, ma analizzando oggettivamente il canto è un pilastro fondamentale e insostituibile nella musica moderna.
Riesce a generare un coinvolgimento nell’ascoltatore incredibile, le parole che può trasmettere, poi, aggiungono un elemento concettuale unico e soprattutto, modificano una melodia ripetuta anche più volte rendendola ogni volta nuova e super espressiva.
Senza contare tutte le inflessioni e modulazioni che si può creare con la voce, portando questa espressività a livelli altissimi!
Ecco forse è proprio questo l’elemento che possiamo invidiare alla voce: l’espressività!
Molto spesso, parlo da chitarrista, siamo molto concentrati su quali note suonare ma molto meno su come suonarle, dimenticando che sotto le dita abbiamo uno strumento potenzialmente iper-espressivo che possiamo sfruttare, dando fondo a tutte le tecniche espressive a nostra disposizione.
Cosa sono le tecniche espressive? Beh tutto quello che, appunto, rende più “espressivo” il nostro suonare.
Te ne elenco alcune:
- il bending ( e tutti i suoi derivati tipo il blue bend, pre bend ecc): la tecnica che ci permette di tirare una corda su un determinato tasto facendo crescere l’intonazione della nota fino al raggiungimento del semitono, del tono, o del tono e mezzo (o più) successivo.
- Lo slide o glissato: che ci permette di arrivare ad una nota, uscirne o passare tra due suoni tenendo la pressione sulla corda e facendogli letteralmente scivolare il dito sopra.
- Le legature di portamento: o in gergo più chitarristico Hammer on e Pull off, tecniche che ci permettono di legare e non pennare tutte le note con il plettro ma facendole risuonare utilizzando precisi ed attenti movimenti della mano sinistra
- Il vibrato: che ci consente di “muovere” più o meno ampiamente i suoni rendendoli molto più espressivi e piacevoli. Tecnica questa gestibile sia a dita o a leva per chi è dotato di whammy bar sulla propria chitarra
- Armonici naturali e artificiali che permettono di produrre suoni molto particolari, diversi da quelli che normalmente lo strumento può emettere, sfiorando le corde in punti particolari del manico
L’elenco potrebbe ancora essere molto lungo ma non voglio annoiarti, anche perché, come hai visto dalle spiegazioni delle varie tecniche, questo articolo non vuole essere un corso su come approcciarle ma, dandole per assodate, utilizzarle in modo consapevole e funzionale per aumentare l’espressivita del nostro fraseggio.
Dicevamo quindi: generare emozioni, tematicità e nuove idee solo gestendo l’espressivita!
L’esercizio da proporti potrebbe essere il seguente: individuiamo una frase o un tema che non sia molto lungo o complesso da suonare, ma nel contempo non si limiti a due o tre note.
Una volta individuato, o inventato di sana pianta, prova a ripeterlo più volte cercando di modificare, per ogni ripetizione, la sua espressività utilizzando tecniche sempre diverse.
Eccotene un mio esempio suonato
Come hai potuto sentire dopo aver esposto il tema una volta, ho provato a ripeterlo dandogli un “sapore” differente coinvolgendo movimenti o modulazioni dei suoni diversi.
Come si dice: cercar di “far cantare” lo strumento! In sequenza, ho cercato di mettere in risalto:
- Bending
- Glissati
- Hammer on
- Pull off
- Blue bend
- Whammy bar e armonici artificiali
Questo semplice esercizio, a mio avviso, ha una doppia funzione: ti propone di lavorare sulle varie tecniche aumentando l’espressività delle tue frasi e, indirettamente, ti aiuta a rallentare il pensiero, ripetere e creare temi.
Argomento, come già detto in altri articoli, secondo me centrale e importantissimo per un improvvisatore.
Non mi resta che salutarti, invitandoti a mettere in pratica questi consigli e, perché no, dandomi un feedback, se ti sono stati utili o meno, qui di seguito o venendomi a trovare sui miei canali social.
Buono studio e buona Musica!
Un ringraziamento particolare a Miky Bianco e Tony De Gruttola direttori dell’Accademia Lizard Torino e produttori dei metodi didattici da cui sono tratte le basi musicali su cui hai sentito i miei esempi.
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